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«Kageyamaa.»

«Kageyama-saaan.»

«È mattina, svegliati!»

Il moro aprì lentamente gli occhi, ancora impastati dal sonno, ritrovandosi a pochi centimetri il viso sorridente di Hinata.

«Buongiorno Kageyama.»

Tobio si drizzò sulla schiena, facendo scivolare il rosso sulle lenzuola disfatte del letto.

«Hinata! Brutto idiota! L'hai fatto di nuovo mentre dormivo?!»

Disse lui, quasi urlando.

«Kageyama? È tutto okay?»

Si sentì la voce di sua madre, leggermente preoccupata e confusa.
Prontamente, si mise in ginocchio davanti ad Hinata, nel minimo tentativo di coprirlo.

«Sisisi mamma, è tutto okay, mi sono solo svegliato.»
«Va bene, tra poco è pronta la colazione.»

Appena udì i passi della donna allontanarsi, Kageyama si rivolse nuovamente ad Hinata, prendendolo dalle spalle e guardandolo abbastanza adirato.

«Ritorna un corvo, ora.»

Disse con tono fermo.
Hinata lo guardò, leggermente dispiaciuto.

«Oh... Okay. Però ti ho già detto che da solo non posso farlo.»

Senza dire nulla, il corvino spinse verso di se il corpo del più piccolo, baciandolo frettolosamente.
Dopo un solo secondo, Hinata era di nuovo un pulcino indifeso tra le coperte.


Kageyama fece un profondo sospiro, con lo sguardo fisso sugli armadietti della palestra.

«Oi, Kageyama stai bene? Hai una brutta cera.»
«Non ho dormito molto, tutto qui.»

Era da solo pochi giorni che Hinata viveva con Tobio e la sua pazienza aveva già raggiunto il limite.  Ogni volta il piccolo pulcino gli svolazzava intorno, in cerca di attenzioni e cinguettando, cosa che annoiava davvero molto l'alzatore. Inoltre cercava sempre di baciare Kageyama, per riuscire a cambiare forma e poter parlare con lui. Tutto questo dava davvero troppa noia al ragazzo, che non era abituato al contatto fisico e che soprattutto voleva essere lasciato in pace, nel silenzio.  
Poi, ancora peggio, ogni volta era costretto a dargli un bacio per poterlo trasformare in un corvo. Sentiva la testa esplodere. Gli esami erano alle porte e io suoi voti non erano gran che, cosa che lo faceva stare ancora peggio.
Doveva fare qualcosa, qualcosa per risolvere tutta quella strana situazione.

"A modi estremi, estremi rimedi." Pensò.

Gotcha [KageHina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora