Capitolo 40 "Armi"

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È una trappola, vorrei tanto dirglielo, ma dopo non farò più parte della gang.

Quindi farò questa gara, ma devo fare in modo da non far venire Josh sul luogo della gara.

Cavolo, non ci voleva proprio.

-Okay, ma tu non venire sul luogo della gara i soldi te li porterò io. Però fidati di me, resta a casa.-

-Victoria, i soldi me li hanno già dati, tu devi solo vincere la gara. E non posso non venire. Perché mi hanno dato i tre milioni prima, ma io in cambio devo esserci alla gara.-

Sono molto svegli, questa volta ci cattureranno di sicuro.

-Okay, a che ora la gara?-

-Alle 02:00-

-Okay da te vengo alle 01:00.-

-Perché? -

-Poi lo scoprirai.-

Forse la sfida tra me e l'FBI non è ancora persa.

Poso il cellulare in tasca e Dylan dice:

-Okay, ci vediamo oggi a scuola alle tre e mezza.-

A scuola?

Ma se Cameron non ci và da mesi a scuola.

Corro verso la porta della mia stanza e mi nascondo.

Dopo che Cameron é uscito dalla camera, esco anch'io.
Devo scoprire di più sulla trappola che hanno in mente stasera.

Devo preparare anch'io un piano, in modo da poterli incastrare.

Prendo il cellulare e mando un messaggio a Josh.

-Vai a ritirare i tre milioni alla banca.-

Se devo fare in modo da incastrare loro, devo prendere anche i soldi.
Altrimenti cosa ci guadagno?

-Perché? Se ci vado domani?-

Cazzo, fa troppe domande.

-Ci vai oggi e basta. Domani sarà troppo tardi! E non chiedermi perché domani sarà troppo tardi, perchè non risponderò a questa domanda.-

Detto questo rimetto il cellulare in tasca e cerco qualche scusa da usare dopo.

                                 ***

Sono le 15:30. Dylan, Cameron e Madison sono usciti da circa dieci minuti ora saranno arrivati a scuola.
Mi hanno detto che dovevano fare una cosa e che tornavano alle 19:30.

Io non ho fatto alcuna domanda perché alle 19:30 saprò perché loro vanno a scuola.

Ho messo nella borsa di Madison un vecchio registratore che ho trovato nel mio armadio pochi giorni fa.
Lo usavo per giocare quando ero piccola era il mio mio giocattolo preferito.
Perché mi divertivo a registrarmi e poi a riascoltare quello che avevo registrato.

Lo portavo sempre con me e insieme a lui portavo anche un pupazzo, che mi aveva regalato mio padre al mio primo compleanno.
Lo chiamai Teddy ed ero innamorata di lui.
Da grande sognavo che avrei sposato un pupazzo e che avevo avuto anche due figli pupazzi.

Che stupida che ero.

Il pupazzo l'ho tenuto fino all'età di sette anni, perché un giorno mia madre si arrabbiò con me e con un paio di forbici me lo ruppe.

Spero solo che Madison non apra la borsa per prendere qualcosa e lo trovi.

Perché dopo saranno guai.

Adesso devo solo aspettare che loro ritornino da "scuola".
Sono tanto curiosa di sapere perché ci vanno.

Credo che questo c'entri un po' con i documenti che trovai nello sgabuzzino della scuola.

Perché nei documenti c'era scritto che andavano nella stessa classe e l'orario era dalle 15:30 alle 19:30.

E in tutto questo tempo che ho libero cosa faccio?

Metto le scarpe prendo la mia borsa e mi dirigo a casa di Josh.

Dopo alcuni minuti arrivo.

Suono il campanello e dopo un po' lui viene ad aprirmi.

-Cosa ci fai qui?- dice facendomi entrare in casa e poi chiudendo la porta.

-Mi anticipo quello che dovevo fare stasera. - dico andando verso la cucina.

-Cioè? -

-Fai troppe domande.-

-Dov'è che hai le armi?- aggiungo dopo pochi secondi.

-Seguimi.-

Apre una porta vicino alla cucina che non avevo mai notato.

Entriamo dentro e iniziamo a camminare in questa specie di tunnel, solo un po' più piccolo.

Si ferma davanti ad una porta marrone e digita qualcosa su un piccolo tablet sulla destra.

Dopo un paio di secondi la porta si apre e davanti ai miei occhi si presentano delle mensole con sopra ogni tipo di pistola, di coltelli e di altre armi di cui non conosco il nome.

Mi avvicino ai coltelli, inizio a guardarli e poi ne prendo uno.
Ha la punta ben appuntita ed è rosso.

Il colore mi ricorda il sangue e credo che stasera il sangue ce ne sarà eccome.

Dopo questo rosso ne prendo altri due. Poi mi avvicino alle pistole e prendo una MP443 GRACH.

-Cosa sono questi?- dico prendendo una specie di palline nere.

-Sono delle bombe che a seconda della loro grandezza possono distruggere un edificio partendo dai due piani fino ad arrivare a dodici piani. Ad esempio queste qui sono capaci di distruggere un edificio di quattro piani.- dice indicando le bombe che ho in mano.

-Mentre quelli lì possono fare esplodere un edificio di dodici piani.-indicando le più grandi.

-Okay, prendo una di queste che fanno esplodere un edificio di dodici piani e due di queste che fanno esplodere uno di quattro.-

-Puoi dirmi a cosa ti servono tutte queste armi?-

-No!-

-Josh...- aggiungo dopo un po'.

-Si?-

-Promettimi che qualunque cosa mi accada, tu devi scappare.-

-Perché mi stai dicendo questo?-

-Promettimelo e basta.-

-Okay, te lo prometto!- dice sorridendo.

In questo momento vorrei anch'io sorridere, ma in una situazione del genere è impossibile farlo.

Non so neanche se stasera ritornerò a casa, ma andrò in carcere.

Qualunque cosa mi accadrà stasera, non mi pento di nessuna cosa che ho fatto.

Né di aver fatto parte di una gang né aver mentito al mio ragazzo.

-Bene Josh, ci vediamo stasera.-

-Okay, queste armi ora le porti con te?-

- Sì!-

Esco da casa sua e ritorno a casa mia.

Sono le 19:00, e loro ritorneranno tra mezz'ora quindi devo muovermi.

Cavolo, come passa in fretta il tempo.

Between Love and Hate •Cameron Dallas• <<completo>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora