《Questa casa non è mai stata così tranquilla, la mattina! Fa quasi impressione!》
Una voce roca, impastata da uno sbadiglio impertinente, si levò dal corridoio dell'appartamento e spezzò il silenzio che regnava profondo.
April, in piedi in cucina davanti al frigorifero, si voltò e vide spuntare la figura di Alyson: si era appena svegliata, il suo passo lievemente strascicato e gli occhi semichiusi lasciavano intendere che dovesse ancora del tutto riprendere il contatto con il mondo, eppure, anche in quelle condizioni disastrate, non perdeva la sua innata fierezza ed eleganza.
《Hai ragione, si sente la mancanza delle altre.》Commentò April - perché fino a pochi mesi fa le ragazze dividevano l'alloggio con Bekka e Blythe - decidendosi ad aprire il frigo e a versarsi del succo d'arancia in un bicchiere.
《Bhe, sai che ti dico? Io non la sento più di tanto. Hai già dimenticato le lotte all'ultimo sangue la mattina per accaparrarci il bagno fino quasi ad augurarci a vicenda di schiattare?》Le ricordò Alyson quasi con terrore. April rischiò di strozzarsi col succo, in una delle rare volte in cui si lasciava andare a una sana risata, e la sua reazione buffa fece ridere a sua volta la sua coinquilina.
《Sì, in effetti non hai tutti i torti!》Si arrese ad ammettere anche se, in fondo all'anima, a lei tutta quella confusione a cui aveva dovuto abituarsi in quegli ultimi mesi non dispiaceva affatto, soprattutto se paragonata alla solitudine e al silenzio soffocante dai quali era scappata.
《Io ho sempre ragione! - scherzò, scandendo bene quelle parole e rivelando la sua natura sicura e determinata - in ogni caso finchè dura voglio godermela!》Concluse sospirando e prendendo del caffè ghiacciato dal frigo.
April la osservò e sorrise: dietro quella scorza all'apparenza dura e fredda, sapeva che Alyson amava fin troppo la compagnia e avere attorno le sue quattro coinquiline.
La città che, April aveva scelto come meta della sua fuga, era grande, forse fin troppo per lei che non conosceva nessuno lì ed era totalmente sola, un puntino anonimo in mezzo a un mare di gente a cui di lei non importava un fico secco.
Le camminavano a fianco senza riuscire a leggere la sua sofferenza e il suo bisogno di aiuto, e ben presto la voglia di riscatto e di ricominciare che l'aveva animata era stata sostituita dall'amara accettazione di una realtà dura e crudele in cui lei non capiva più che posto dovesse occupare.
Si chiese se non avesse fatto un enorme sbaglio a voler puntare troppo in alto, a pensare di poter sfruttare delle nuove opportunità e cavare del buono dallo schifo in cui stava annegando.
Esisteva per lei una seconda occasione?
Per qualche giorno aveva alloggiato in un hotel economico di periferia, cercando disperatamente una stanza da qualche parte in un appartamento che fosse quanto meno decente.
Si era portata appresso tutti i risparmi, che aveva accumulato dando lezioni private di doposcuola a dei bambini nella sua vecchia città, ma era consapevole che non sarebbero bastati per molto se non avesse trovato una sistemazione e un lavoro.
A quel punto aveva cominciato una specie di pellegrinaggio fatto di ricerche estenuanti, annunci sui giornali, telefonate infinite e ore a girare in lungo e largo per vedere alcuni degli appartamenti che riteneva alla sua portata.
Il suo budget era molto limitato e la vita cara, e non le ci era voluto molto per rendersi conto che tutto ciò che poteva permettersi erano topaie non degne nemmeno lontanamente di essere considerate "case".
La sera tornava nella sua piccola e spoglia stanza d'albergo, accaldata dalle temperature estive e stremata dopo aver camminato tutto il giorno invano. Senza voglia di mangiare, si sforzava di mandare giù qualcosa per darsi almeno la forza di mettersi sotto la doccia e buttarsi a letto, bagnando il cuscino la notte quando l'ottimismo proprio le sfuggiva dalle mani, scivolandole tra le dita come aria.
STAI LEGGENDO
Ti regalo una lucciola
Romance《Vuole sapere che mi passa per la testa? Io mi sento in colpa perché se non fossi stata davanti a quella dannata finestra le cose non sarebbero mai cambiate, rivivo quello che ho vissuto con Chris costantemente e mi maledico e mi punisco perché è so...