I'am a Fat Girl

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Asha guardò con gli occhi Colmi di terrore la scatoletta verde mela di fronte a lei.
Non sapeva neanche perché l'aveva portata, sapeva solamente che se l'avesse aperta non avrebbe resistito alla tentazione.
Il suo stomaco brontolava al solo pensiero della merendina al cioccolato e il succo di mela che vi erano dentro.
Chiuse gli occhi, non ci sarebbe cascata un altra volta.
Ma, hai fame disse una vocina nella sua testa sono ore che non mangi. Non farlo! Disse un'altra voce nella sua testa sei già un maiale così, non ingrassare di più
Fallo! Lá dentro c'è un ben di Dio. Non vorrai mica sprecarlo?
No! Hai resistito per ben tre settimane! Non rovinare tutto proprio adesso
Mangia
Non farlo!
Mangia
Non farlo!
Mangia
Non far ...
A interrompere la battaglia che si era appena scatenata dentro la testa di Asha fu una voce fastidiosamente squillante, che Asha conosceva fin troppo bene, era la voce di Kelly Marshall.
Una Delle l ragazze più popolari e ambite della scuola. Con quella sua faccia da Barbie e quel corpo così perfetto.
«Asha, perché non mangi niente!?» chiese Kelly con una faccia di finta compassione.
Asha fece un sorriso amaro «non ho fame» «ma su dai, non fare così scommetto che invece ne hai tanta» e detto questo prese la scatoletta verde e l'aprì «uh, ma cosa abbiamo qui? Del cioccolato, del del succo di mela. Mmm ma che bontà! Sei sicura di non volerne un pezzo?» Asha scosse la testa con foga, Kelly fece gli occhioni «ne sei cer...?» la ragazza ringraziò il buon Dio per il suono della campanella che segnava l'inizio Delle lezioni.

Asha corse in bagno e chiuse la porta, faceva sempre così durante l'ora di pranzo. Si nascondeva e aspettava che ricominciassero le lezioni, tanto nessuno si accorgeva della sua assenza, guardò l'orologio, ancora trentacinque minuti alla fine.
Tirò fuori il cellulare e andò subito su wathapp, ancora niente, era da ore che aspettava quel messaggio è ancora non le era arrivato, era l'una e cinquanta, il messaggio le sarebbe dovuto arrivarle due ore fa, le venne l'ansia

Flashback:
Una bambina bionda era lì, seduta sul davanzale a piangere,teneva in mano il meraviglioso abito azzurro che le aveva comprato la madre per quell'occasione. La bambina si alzò ed entrò in camera, prese Delle forbici, fatto quello si mise a tagliare il vestito in tanti piccoli pezzettini di stoffa azzurra, tanto non le sarebbe entrato comunque, lei era troppo grassa, Cecil Corner glielo ripeteva sempre a scuola, e aveva ragione, sua madre continuava a dirle che aveva un viso splendido e gli occhi color ambra, ma a cosa serviva avere un bel viso e  un sacco di ciccia che sbucava da tutti i pori?
Non appena ebbe ridotto il vestito ad una schifezza si rimboccò le maniche della sua felpa gialla e prese a tagliuzzarsi i polsi.
Erano mesi che pensava di farlo, e adesso era abbastanza lucida per averne il coraggio. Proprio in quel momento la porta si aprì ed entrò sua madre, la quale non appena vide il casotto fatto di stoffa e di sangue che aveva fatto la figlia si mise a urlare disperatamente in cerca del cellulare per chiamare un ambulanza.
Fine flashback

Asha, quasi non sentì il suono della campanella che richiamava tutti i ragazzi in classe, a fatica uscì dal bagno e si diresse verso il laboratorio di chimica, la professoressa Coin era davanti alla cattedra ad aspettarla «è in ritardo di sei minuti Signorina Fisher. Cos'ha da dire a sua discolpa?» «mi dispiace professoressa, non succederà più» e detto questo si diresse verso l'ultimo banco in fondo alla classe, col cellulare sotto il banco un messaggio che oramai sapeva, non sarebbe più arrivato.

Non appena tornata a casa Asha si diresse in camera sua a piangere lacrime amare, quella era stata una Delle giornate più brutte di tutta la sua vita.
Ricontrollò il cellulare. Niente. Di nuovo. Eppure si fidava di lei, aveva creduto di aver finalmente trovato qualcuno che non fosse la solita persona stronza, e invece no.
Si ricordava ancora le parole della sorella prima che se ne andasse "Asha, ascoltami bene. Da adesso in poi io non sarò più qui a proteggerti, te la devi cavare da sola. Devi lasciar perdere tutta quella gente stronza che non vale neanche mezza cicca. Ricordati che il mondo è una merda piena di persone che sembrano più che altro animali, non appena ne troverai una che non sia una cagata del cielo vedrai i maiali ballare la conga”
Carrie aveva ragione, il mondo era una merda schifosa, ma dopotutto la sua vita non faceva poi così schifo. Sapeva che piangere per quelle persone non serviva a niente, aveva già sprecato abbastanza del suo tempo per loro, ma soprattutto per lei.
Corse verso il suo armadio e prese un topo rosso scollato, una gonna nera e dei collant dello stesso colore si mise un po'di trucco e poi uscì per strada, fregandosene dei giudizi altrui.

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