Halloween.

136 9 4
                                    

Camminava svelta, Victoire.

Era in una parte di Londra che ancora non conosceva bene e, nonostante fosse la notte di Halloween, non c’erano che poche, sporadiche persone in quella via isolata.

Persino i bambini, ammoniti dai genitori, giravano alla larga dal quartiere, che godeva di una fama non proprio ottima. Era pieno di ex detenuti, ladri, persino un probabile assassino che, dopo aver scontato la sua pena, era tornato a vivere nella casa che aveva lasciato.

Victoire rabbrividì al pensiero.

«Dolcetto o scherzetto?»

Una voce cristallina la fece sobbalzare; si voltò di scatto, trovandosi faccia a faccia con un telo bianco, con due grandi buchi per gli occhi.

«Dolcetto o scherzetto, signorina?» ripeté il fantasma, il braccio che teneva un piccolo sacchetto lungo disteso verso Victoire, in attesa di qualche prelibatezza.

La ragazza restò immobile qualche istante, poi si mise a rovistare nella borsa alla ricerca di qualche cioccolatino.

«Tieni, ecco» gliene porse una manciata, stando ben attenta a tenerne qualcuno per dei futuri e possibili bambini.

«Grazie!» fece il fantasma.

Victoire sorrise e il bambino corse via verso il padre, che lo attendeva al margine della strada.

Una decina di minuti dopo, Victoire raggiunse la casa del fidanzato. Era una modesta casetta, dall’aspetto leggermente trasandato.

Ted non aveva ancora trovato il tempo per metterla a posto, nonostante fosse più di un mese che abitava lì.

Non appena Victoire posò il dito sul campanello, questo suonò in un modo alquanto tetro.

«Per Godric» fece Victoire, quando alcuni ciuffi azzurri comparvero dietro lo spioncino. «Hai fatto qualcosa al campanello, Teddy?»

La porta si aprì cigolando e un viso pallido ma allegro fu rivelato.

«Sei arrivata, finalmente» Ted si spostò per far entrare la ragazza.

«Ciao anche a te, Ted» rispose ironica la bionda.

Ted tossì per finta «Ehm, sì, cioè... B-buonasera» ingorossì la voce, che divenne tremendamente profonda. «... e benvenuta... al Circo degli Orrori!» fece una pausa. «O a casa Lupin. Buh!»

Victoire rise per la goffaggine - voluta o meno - del turchesino. Gli sfiorò le labbra e Ted le cinse la vita, accompagnandola all’interno della casa.

Per ora Victoire ci era entrata solo una volta, insieme agli altri Weasley, poco dopo il giorno dell’acquisto.

Ricordava una casa spoglia, triste, vecchia e polverosa, e piena di ragnatele.

Nulla a confronto di ciò che ora aveva davanti.

La casa assomigliava molto a quella di suo zio Harry, al numero 12 di Grimmuland Place.
Il soffitto era alto, un piccolo lampadario donava all’ambiente un’atmosfera accogliente, anche se leggermente retrò.
Il pavimento, le pareti, le scale e perfino il soffitto stesso erano in legno.

Infondo al corridoio, sulla destra, c’era un piccolo bagno e dall’altra parte uno sgabuzzino.

Verso la metà del corridoio, invece, una porta conduceva in un grande salone che, a parte l’onnipresente legno, aveva ben poco a che fare con il resto della casa.

C’era un lunghissimo tavolo in mogano - Victoire lo riconobbe subito - con delle sedie ricoperte di velluto rosso.

Un camino era incassato nella parete davanti alla porta e, proprio lì vicino, c’erano diverse poltrone e un divano.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 07, 2018 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The colour of silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora