Never Give Up

Presentazione

Mi chiamo Serenity e attualmente vivo in un collegio in un paesino sperduto dell'Italia.

Sono finita qui dopo che i miei genitori e i miei fratelli sono morti quando avevo 15 anni. Adesso ne ho 17.
Nessun parente conosciuto, solo una cugina, ma non mi è stato permesso di andare a vivere con lei perché malata mentalmente.
Schizofrenia, dicono.
Rinchiusa in una casa di cura mentre io sono qui, nella mia camera singola di questo vecchio edificio.
Mi hanno dato una camera singola per mantenere l'incolumità di chi vivrebbe con me.

La sede del collegio é un antico castello gotico, enorme ed inquietante. Quattro piani, innumerevoli finestre lucide, un grande terrazzo che si affaccia su un gigantesco parco, il quale si estende dal cancello di entrata fino al portone principale, con la ghiaia sulla stradina sterrata. Raramente passano delle macchine perché non arrivano quasi mai visitatori.

Non usciamo mai dai limiti della proprietà, eccetto il sabato pomeriggio o con permessi speciali; le lezioni si svolgono al castello e nel territorio del collegio, sul retro, sono stati aggiunti vari edifici, più moderni, per la palestra e la piscina scolastica, in modo che la scuola sia autonoma in tutte le attività.

Dietro al castello, un altro giardino, ancora più esteso di quello anteriore, con siepi perfettamente curate e una splendida fontana in pietra, un orto che ci obbligano a coltivare come corso scolastico in un lato, alberi maestosi, un capanno abbandonato;

gli studenti del collegio sono sia maschi che femmine, divisi in dormitori misti. Raramente si viene assegnati ad una stanza singola e, se succede, è un ammonimento per gli altri studenti a stare lontani dal "combina guai".
Per quanto ne so, solo 3 studenti hanno avuto camere singole da quando sono arrivata, due anni fa.
Un ragazzo vittima di bullismo, di due anni più piccolo di me. Inizialmente lo avevano messo in una camera con altri quattro studenti, ma i suoi compagni lo tormentavano talmente tanto che non riusciva più a dormire la notte. Quando iniziò a stare davvero male e ad addormentarsi durante le lezioni, scoperto cosa succedeva, fu messo in stanza da solo.
Un'altra è una ragazza di famiglia benestante; ovviamente suo padre ha pagato per farle ottenere una stanza tutta per sé.

E infine io, tenuta lontana dagli altri per la loro sicurezza. Per carattere sono facilmente irascibile, ma da quando sono rinchiusa qui, notte e giorno, a Natale, Capodanno e pure in estate, riesco ad irritarmi per ogni minima cosa.
Prima di essere in stanza da sola ho ferito un paio di ragazze perché non sopportavo la loro musica ad alto volume e un ragazzo che portava la sua fidanzata in camera la notte.
Lui è finito in infermeria, lei, per sua fortuna, è scappata via prima che potessi metterle le mani addosso per rivestirla.

Voi penserete che stare qui sia un sogno, che questo sia un posto meraviglio, da favola, dove poter vivere la propria adolescenza in piena serenità.
Ma, nonostante il mio nome induca vagamente alla serenità, io ho smesso di provare quel sentimento da molto, molto tempo.

Da quella notte di luna piena.