8 maggio 1960
Sono seduta nella veranda di casa mia e mentre osservo il vasto giardino, mi assalirono i ricordi, dei frammenti della mia infanzia, e sopratutto dei miei genitori . Oddio i miei genitori, ogni parte di quella casa enorme me li faceva ricordare. Una delle cose che non potrò mai dimenticare erano l'amore e l'affetto che mi avevano regalato e di tutte quelle cose e momenti speciali. Quando se ne andarono avevo presso o più sette anni. Mi ricordo ancora mia madre in cucina a preparare dolci canticchiando, e mio padre per darle fastidio le rubava un biscotto appena sfornato, lei lo rimproverava e lui per farsi perdonare li dava un casto bacio sulle labbra. Tabatha McMiller Jhonson era una donna stupenda, aveva una cascata di riccioli scuri che le contornavano il viso e la pelle di color caffellatte, due gradi occhi di colore nocciola ambrato e un sorriso così grande che riusciva a riscaldare anche il cuore più freddo. Una sera prima che mi rimboscasse le coperte mi disse <<Celine ti insegnerò una cosa che non dovrai mai dimenticare; hai visto il mio colore, il tuo o quello di tuo padre?>> io annuii << ecco quello che vedi fuori il colore della tua pelle, la tua religione o il fatto che sei una femmina non dovrà mai e poi mai scoraggiarti da quello che vuoi veramente nella vita, non permettere che ti giudichino senza conoscerti e non lasciarti mai intimidire dalle persone. Sii sempre te stessa, e ricordati di farti amare sempre>>. Quella fu una delle ultime cose che mi disse. Mio padre invece era un ricco uomo d'affari, alto con la carnagione chiara, una delle cose che mi colpivano di più di lui erano i suoi occhi, erano di un verde così cristallino che a volte avevo l'impressione che riuscisse a leggermi nel pensiero; aveva i capelli biondo cenere , uno dei ricordi più belli che ho di lui era il modo in cui amava incondizionatamente mia madre e me . A riscuotermi da questi pensieri fu mia nonna << Celine sbrigati che ti devi prepararti per la cena di questa sera!>> mi disse rimproverandomi. Le risposi che me ne ero scordata e che mi sarei alzata tra non molto. Mia nonna era la famosa Maria Adelle McMiller, una donna molto fine e raffinata con una certa ossessione per le cose perfette .E' sempre stata impeccabile in tutto, con i suoi capelli biodi tagliati a caschetto, trucco e abbigliamento sempre perfetti come lei in poche parole. Il nostro rapporto è sempre stato mite fin da quando ero bambina, diciamo che non è una persona molto espansiva e che mi ha sempre dimostrato il suo affetto a modo suo. Vivo con mia nonna ormai da tredici anni, e ormai ci ho fatto l'abitudine. Quella sera dovevo andare a casa della famiglia Thomson; avevo optato per una abito verde-acqua lungo fino alle caviglia e stretto in vita e ampio sotto, l'abito faceva risaltare molto i miei occhi verde smeraldo, uguali identici a quelli di mio padre e di mia nonna. Ai piedi misi delle semplici scarpe con i tacco bianche, per completare il tutto mi spruzzai un po di profumo e mi mettei un po' di rossetto. Congedando così mia nonna e le dissi che sarei stata di ritorno per le undici. << Stai attenta!!>> aggiunge in tono preoccupato, e di rimando le sorrido rassicurandola.
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Cacao Amaro.
RandomCeline McMiller è una ragazza afroamericana , nata da un matrimonio tra un padre bianco e madre mulatta. Non solo la sua famiglia fu contestata ma anche disapprovato dall'intera comunità di una piccola cittadina ricca Greenville . Alla morte de...