Capitolo 1
Con le vacanze estive alle porte l'indomani sarebbe ricominciata la scuola. Il tanto atteso e temuto ultimo anno stava oramai per cominciare. Riley aveva trascorso l'estate alla dimora estiva della famiglia, a Parigi, nel quartiere di Montmartre. Un quartiere incantevole, in una città fantastica.
Certo, non era la situazione migliore per essere nella città dell'amore: senza Violet, la ragazza di cui era perdutamente innamorata da mesi, e senza il padre, Noah, sempre impegnato in missione. C'erano soltanto lei e la madre, Clara. Una donna incredibile, determinata e caparbia: un avvocato, uno dei migliori di New York a detta dei colleghi, una donna semplicemente stupenda. Il rosso acceso dei suoi capelli e l'azzurro dei suoi occhi la rendevano unica.
Riley e Clara avevano trascorso quei mesi tra il verde dei parchi e la storia dei musei. Di pomeriggio si concedevano, spesso, una piacevole passeggiata per gli Champs Elysées; una delle strade più belle al mondo. Ricca di negozi di vario genere, bar e soprattutto pasticcerie in cui degustare i fantastici macarons, il dolce preferito di Riley: in particolare adorava quelli al lampone della Ladurée, una delle più antiche "pâtisserie"parigine. Lì lavorava Rose, un'adorabile signora che conosceva da tanti anni. Ogni volta che vedeva entrare nel negozio la figlia della signora Evan, non poteva fare a meno di stringerle le guance sino a che non diventavano rosse quanto i capelli della madre.
Di sera, dopo esser passate ad ammirare l'illuminazione della Tour Eiffel, sempre diversa, ma sempre incantevole, tornavano a casa e leggevano gli stessi libri, sdraiate in giardino. L'ultima sera estiva Clara sembrava turbata. Aveva qualcosa da dire alla figlia, lo si leggeva in faccia, ma proprio non ci riusciva.
Per quanto Riley adorasse Parigi, e la madre era contentissima che l'estate fosse finita, la voglia di riabbracciare il padre, di passare del tempo con gli amici e, soprattutto, la possibilità di rivedere finalmente Violet, erano cose che aspettava da troppo.
Era in camera sua a sistemare la valigia, riponendo con cura gli abiti nell'armadio e nei cassetti quando dal piano inferiore si avvertì un grido che lasciava trapelare felicità: " Riley, scendi, tuo padre è appena tornato". Quelle parole la riempirono di gioia. Non lo vedeva da sei mesi. Il Padre, Noah, ricopriva una doppia mansione; oltre ad esser un sergente, non aveva mai smesso di disinnescare marchingegni esplosivi: era anche un artificiere.
Appena vide la figlia, una creatura dolce e spensierata, con lunghi capelli biondi che le coprivano le spalle e quegli occhi incredibilmente azzurri attraverso i quali sembrava quasi si potesse ammirare l'oceano, spalancò il sorriso e l'abbracciò stringendola forte a sé. Un'emozione indescrivibile travolse entrambi: lacrime di gioia, la felicità di averlo lì con lei, anche se per poco. "Per stasera cancellate gli impegni, la famiglia Evan andrà a cena fuori" disse Noah. Poi continuò con tono autoritario: "Tutta la famiglia Evan, ci sarà anche lo zio Clay".
Riley era entusiasta e intimorita allo stesso tempo. La felicità e la voglia di trascorrere del tempo con il padre non avevano eguali, ma lo zio Clay, lo odiava. Non c'era un motivo preciso di questo sentimento avverso, in realtà non aveva mai avuto modo di creare un rapporto con lo zio e questo le faceva male e soprattutto suscitava in lei dubbi sulla persona che si trovava di fronte. Le chiamano "sensazioni", e quelle che lasciava trapelare Clay alla nipote di certo non avevano un'aura positiva.
Calò la sera su New York. Riley scorse dalla finestra per controllare la temperatura: gelida. Tutti sanno che l'autunno arriva a fine Settembre, ma sembrava che si fosse anticipato di qualche giorno. Indossò un maglione grigio e lungo su dei pantaloni neri. Era poco appariscente, ma molto caldo. Prima di uscire dalla camera afferrò un cappello invernale e si precipitò in soggiorno. Fu la prima. I genitori erano ancora in camera a prepararsi e Riley intravide un cofanetto nel borsone, ancora non svuotato, del padre. Pensò subito che quella cena aveva uno scopo ben preciso, ma non capiva quale.
Clay e Noah non erano mai andati d'accordo, erano gli esatti opposti. Il primo aveva un aspetto borbonico: barba folta e nera, occhi di un marrone scuro e un tono di voce caustico che lo rendeva ancor più tenebroso. Il secondo era il classico inglesino: biondo con occhi verdi, alto poco più di un metro e ottanta ed una voce che emanava dolcezza e sicurezza allo stesso tempo.
Gli Evan scesero insieme per le scale, Riley con un sobbalzo si spostò dal borsone evitando, per un soffio, di farsi scoprire a frugare tra le cose del padre. "Ehi, sei già pronta?" domandò Clara con uno strano tono. "Sì, ho indossato qualcosa di caldo e confortevole mamma"rispose la figlia. Noah sembrava scosso, teso, quasi impaurito quella sera. Non lo era mai, anzi.
I tre si avviarono verso l'auto ed il padre confessò "Riley, questa è una sera particolare", la ragazza, presa alla sprovvista chiese "Cosa succede papà? Ti senti bene? Ha a che fare con l'invito a zio Clay?"Il padre cercò di tranquillizzare la figlia, palesemente spaventata "Tranquilla piccola, quando saremo riuniti avrò da dare a voi tutti una buona ed una cattiva notizia".
Il cammino verso lo Smith & Wollensky, ristorante della 797 3rd Ave di New York, era ancora lungo, ma né Riley, né i genitori aprirono bocca per il resto del tragitto.
Cominciò a piovere poco prima che la famiglia entrasse allo Smith. All'ingresso c'era un cameriere che, udito il cognome della famiglia, esordì:"Sono tutti a tavola, aspettano solo voi". Riley al sentire quelle parole andò in confusione, credeva ci fosse un solo ospite, lo zio Clay. Nonostante volesse chiedere spiegazioni ai genitori, non ci riuscì. Era ancora troppo scossa per la conversazione avuta in auto e soprattutto non riusciva a smettere di pensare al simbolo intravisto su quel cofanetto. Sembrava una specie di animale dagli occhi verdi, ma non ne era sicura. Cosa avrebbe mai potuto contenere? Dopo pensò: "Cosa ha da dirci papà? Perché invitare lo zio Clay? Chi erano questi "tutti"?"
La mente della ragazza era invasa da pensieri e domande che furono sopraffatte da una sensazione di stupore quando vide un'intera sala che li fissava all'entrata. Tutti si alzarono ed applaudirono, acclamando il nome di Noah.
Un tavolo al centro della sala era riservato alla famiglia Evan. Clay era già seduto sulla destra, in ordine cronologico si sedettero Riley, Clara ed infine Noah.
Poco dopo arrivarono gli antipasti. Una lunga serie di "smorzafame": Waldorf salad, patate dolci ripiene con cheddar, cipollina e bacon, Buffalo Wings ed altro ancora. La ragazza non mangiò quasi nulla. Il padre esclamò:"Non hai fame Riley?"Lei rispose:"No! Vorrei solo capire cosa stia succedendo. Perché questa cena improvvisa? E chi sono tutte queste persone?"
Noah continuò:"Piccola, non devi temere. Stasera è il momento che tu scopra qualcosa in più sulla tua famiglia. Vedi, queste persone fanno parte della nostra dinastia. La dinastia Evan". La ragazza sembrò ancor più confusa, preoccupata. Continuò a non mangiare per tutta la serata.
Al termine della cena nessuno si alzò. Sembrava che tutti aspettassero qualcosa, ma cosa?
Il primo ad alzarsi fu Noah, la sala lo seguì. "Compagni, è arrivato il grande giorno. Il giorno in cui la dinastia degli Evan riscriverà la storia di tutti i branchi. Oggi sarà nominato il mio erede, il futuro Alpha. E come tutti sappiamo sarà una donna. La prima donna della storia e tutti dovranno accettarlo".
Riley rimase sconcertata. Non riusciva a capire di cosa stesse parlando il padre. Alpha? Branco? Primo erede donna? Era totalmente spiazzata, quasi impaurita dal padre, ma soprattutto dallo zio che, per tutta la sera, non aveva fatto altro che ripetere a Noah di ripensarci, che la sua scelta avrebbe condotto ad una guerra. Cosa stava succedendo?
Clara, con un viso triste e con le lacrime agli occhi, si avvicinò alla figlia e le sussurrò qualcosa chiedendole scusa.
Riley era un licantropo.
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Kihat - Il regno nascosto
FantasyRiley è una giovane ragazza di New York che si appresta ad affrontare l'ultimo anno di liceo alla Stuyvesant High School. Uno strano evento segna l'inizio di una nuova vita per lei, che, non volendo, si ritrova immersa in un mondo popolato da creatu...