1# La vita in casa Anderson

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Chloe

Settembre.
Il mese che tutti odiamo per via della scuola: rivedere i vecchi compagni di classe, simpatici e rompiscatole, la fine dell'estate, insomma, un mese orribile.
Poi magari ci sono le persone a cui piace settembre, però, io odio i mesi autunnali e invernali: ti ammali, rimani segregato in casa perché fuori o nevica o c'è troppo freddo per uscire e se esci, devi uscire con un sacco di roba addosso per non congelarti dalla testa ai piedi.
Voglio godermi ancora quelle mattinate in cui non ci si deve alzare presto per andare a scuola.
Nella mia stanza le tapparelle sono completamente abbassate, da esse non filtra nemmeno un raggio di luce.
La mia camera è tutta in disordine: scarpe e vestiti sono dappertutto, sembra che abbiano preso il controllo della mia camera. Inoltre la roba sulla mia scrivania é tutta per terra o dentro al cestino, dove potrei buttarci anche metà della mia infanzia.
"Chloe apri la porta immediatamente" grida Paige da fuori la porta.
La solita rompiscatole che per tutta l'estate non ha fatto altro che farmi svegliare presto, sta bussando incessantemente alla mia porta:
"Se non apri immediatamente la porta la sfondo, lo giuro"
Mi alzo molto lentamente: ho addosso solo il reggiseno e gli slip ma non m'importa, in fondo, siamo tra sorelle.
Le apro la porta:
"Cosa vuoi?" Le dico molto seccata.
"Farti uscire di qui. Sei stata a letto fino alle dieci per tutta l'estate, é ora di riprendere la routine quotidiana"
"Paige, non ho ancora iniziato il college, e poi se non fosse stato per te sarei rimasta a letto anche ben oltre le dieci"
"Ma dato che hai una sorella mattiniera e rompiscatole, ci sei rimasta solamente fino alle dieci" dice abbozzando uno dei suoi sorrisi più sfacciati.
"Sei venuta solo per questo, farti odiare ancora di più?"
"No sorellina, si esce. Voglio vederti fuori da questa stanza"
Le faccio una boccaccia e le chiudo la porta in faccia, poi, da dentro la stanza, le dico:
"Dammi un'oretta e son pronta"
"Cerca di muoverti allora" mi dice mentre si allontana dalla porta.

____________

Riordino la mia stanza in venti minuti, quindi me ne rimangono altri quaranta per prepararmi:
mi lavo, mi pettino e mi vesto:
Mi metto dei jeans neri, un top Calvin Klein e un giubbottino nero.
Mi guardo un'ultima volta allo specchio e scendo le scale.
Scesa al piano di sotto avrei dovuto guardare negli occhi mia madre.
Non riesco mai a guardarla negli occhi.
Ogni volta che scendo al piano di sotto in questo periodo, non riesco mai a guardarla in volto. Dopo tutto lo schifo che c'è tra lei e mio padre, meglio non parlare con lei.
Scesa in salotto vedo papà seduto nel divano a leggere il giornale e, mia madre, in cucina a parlare con Paige.
Paige ha i capelli biondi, però non un biondo intenso, diciamo un biondo vicino al bianco, gli occhi azzurri tendenti al grigio e un carattere stupendo.
"Hey tesoro" mi dice mia madre vedendomi scendere le scale.
All'inizio mi sorride, ma poi, squadrandomi da capo a piedi, perde il sorriso:
"Ma come ti sei vestita? Lo sai che ogni volta che esci da questa casa rappresenti la nostra famiglia? Se la gente ti vedesse in giro così cosa pensi che penserebbe?"
Prima che possa risponderle a modo, Paige si alza dallo sgabello e mette una mano sopra la spalla di mia madre:
"Mamma, è adulta ormai. Non puoi dirle come vestirsi"
Mia madre sta scoppiando dentro, la vedo. Muove le labbra in continuazione, sa di non avere il controllo della situazione e questo, la fa imbestialire.
"Hai ragione, scusami Chloe. Ho preparato i waffle, ne vuoi un po'?" Mi chiede.
Guardo Paige stranita e rispondo a mia madre:
"C....certo"  le dico facendo spallucce.
Lei mi sorride e torna in cucina.
"Senti io non so cosa le sia preso ma hai fatto bene a metterle una mano sulla spalla, penso tu l'abbia rassicurata o qualcosa del genere"
"L'unica cosa che penso è che lei sia così a causa di papà che la maltratta dalla mattina alla sera" dice a bassa voce.
"Non lo so" le dico.
Guardo mia madre come fosse una cosa naturale:
Lei ha i capelli biondi vicini al bianco, come Paige, raccolti in una crocchia perfettamente perfetta. É truccata e vestita in modo elegante. Non capisco perché si debba vestire così per stare in casa.
Lei è la tipica madre autoritaria che ti sta sempre attaccata per non perderti di vista. É falsa all'interno ma cortese all'esterno.
"Chloe?" Mi chiama Paige riportandomi alla realtà.
É seduta al tavolo e sta mangiando i waffle.
"Oh sì scusa" le dico andando a sedermi.
"Ethan vorresti accomodarti anche tu con noi?"
"Subito Jess"
Girandomi vedo mio padre alzarsi dal divano e sedersi vicino a me:
Sembriamo una piccola famiglia felice riunita a fare colazione e a parlare dei problemi che affliggono la famiglia, ma, purtroppo non lo siamo.
Mio padre Ethan é il direttore di una grande rete d'alberghi presente in tutto il Texas:
La D&Cc (Dallas Coast).
Essa è famosa principalmente in Texas, ma anche nel resto di tutta l'America.
I soldi certamente non mancano e mio padre, avido com'è, vuole sempre spendere e comprare. Mia madre litiga sempre con lui per questo motivo e lui, volendo avere la ragione, la picchia.
"Allora Chloe, sei felice di iniziare il college?" Mi chiede lui.
"Si, molto. Non vedo l'ora di incontrare delle nuove persone"
"Dopotutto la Rosewood Academy è una delle accademie più prestigiose di tutto il Texas"
"Lo so papà, ma io non ho scelto di andare lì solo perché è prestigiosa. Lì spero di incontrare persone nuove che magari diventino mie amiche e...." mi blocco, non riesco a terminare la frase.
"E cosa? Spero tu non voglia incontrare anche qualche ragazzo"
"Ethan!" Lo riprende mia madre.
"Non lo so, ma chissà, perché no" dico timidamente.
Mio padre ha gli occhi in fiamme e sento che sta per esplodere: tiene la forchetta fra le mani con talmente tanta forza che sembra stia per spaccarla a metà.
"Se qualche ragazzo prova a toccarti anche solo con un dito, beh, sappi che chiunque sia, se ci sarà, non rimarrà più su questo pianeta"
Rimango pietrificata come Paige e mia madre:
"Ethan, perché gli fai questo" gli dice mia madre avvicinandosi a lui:
"Non mi toccare se non vuoi che ti riempia di colpi come l'ultima volta"
Mia madre non si muove e mio padre, pentendosi di quello che ha detto, si alza e se ne va.
"Forse dovremmo andare" mi dice Paige.
"Forse" le dice mia madre.
Paige mi prende per la manica del giubbotto e mi trascina fuori:
"Li odio così tanto" dico a Paige mentre calpesto i fiori nell'aiuola.
"Non vuole che io mi faccia una vita, e nemmeno la mamma vuole, o forse dovrei chiamarla col suo vero nome, Jess" dico in lacrime.
"Non è che non vogliono, è solo che non possono lasciartelo fare"
"Che intendi?"
"Un giorno...un giorno capirai. Spero sia il più tardi possibile"
Non rispondo a Paige, non ho capito nulla di quello che ha detto.
Detto questo saliamo in macchina e partiamo a tutta velocità verso la nostra meta.
Siamo sulla strada per andare al centro commerciale e , d'un tratto, dico a Paige:
"Ritornando al discorso sui ragazzi, dici che papà diceva sul serio riguardo a prima?"
"Sai papà ha molti uomini al suo cospetto, quindi rintracciarti o tenerti d'occhio sarà una passeggiata. Ma non è detto che lo farà"
"Ti credo, ma lui non mi impedirà di vivere la vita che tanto aspetto" le dico.
"Certo che non te lo impedirà" mi dice Paige tenendo le mani strette al volante.
Io la guardo per qualche istante, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.

Ore 23:00

Sono tranquillamente sdraiata nel mio letto quando ad un tratto entra nella mia stanza mia madre che mi guarda e sorride:
"Cosa ci fai qui?"
"Voglio parlare un po' con mia figlia" dice sedendosi sul bordo del letto.
"Strano, non lo fai mai da quando ho finito la scuola elementare"
"So di essere stata una madre parzialmente assente, ma sei mia figlia dopotutto"
"E perché non mi tratti come tale?"

"Nemmeno io ho passato un bel periodo da quando è nata Paige: tuo padre mi picchia in continuazione e ho sempre un sacco di cose da fare, e.."
"Basta mamma, hai detto tutto. Immagino non mi chiamerai nemmeno una volta quando sarò al college vero?" Le dico con le lacrime agli occhi: "Non avrai tempo"
Mia madre sta con lo sguardo basso e non risponde:
"Non ti interesserà sapere se avrò conosciuto qualcuno, oppure come procederanno gli studi, oppure non lo so, solo per sapere come starò?"
"Sì tesoro, ma io..."
"Lascia stare mamma. Quando avrò tempo ti chiamerò io. Ma sinceramente non lo so se ne avrò. E ora esci da qui, ti prego"
Lei, guardandomi e sorridendomi, esce dalla stanza e chiude la porta.
Io spengo la luce e mi accoccolo sotto le coperte, trascorrendo le seguenti giornate allo stesso modo, fino a quella in cui sarei dovuta andare alla Rosewood Academy.

Il cielo stellato di casa Anderson [Interrotta]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora