Capitolo 42"Spari"

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Dopo un po' sento un altro sparo e poi ancora un'altro.

Qualcuno mi ha sparato nelle ruote dell'auto.

Mi giro ed è il ragazzo che prima aveva urlato che le sue ruote erano bucate.

Scendo in fretta dall'auto prendo la mia borsa e inizio a correre.

Mi stanno inseguendo e non sapendo cosa fare prendo una bomba e la faccio scoppiare.

Continuo a correre, ma notando che non mi insegue più nessuno mi fermo.

Mi manca l'aria, ho corso troppo.

Correndo ho perso la mia borsa con l'ultima bomba.
Spero solo che non mi stiano ancora inseguendo.

Perchè non ho più bombe da far scoppiare.

-È andata da quella parte.- dice il ragazzo di prima.

Come non detto.

-No Carlos è andata da questa parte.- dice Cameron indicando l'altra parte.

-Dividiamoci.- gli propone Carlos.

Carlos viene dalla mia parte, io cerco di nascondermi, ma mentre mi giro noto che se faccio un'altro passo cado nel vuoto.

-Ferma.- mi dice Carlos puntandomi la pistola contro.

Alzo le mani in segno di resa, ma poi mi ricordo le parole del preside.

-Non amazzateli, ci servono vivi per scoprire chi sono e dove sono gli altri componenti della gang.-

Prendo la pistola che avevo nascosto trai pantaloni e la maglietta e gliela punto contro.

Senza pensarci due secondi gli sparo.

Cameron che stava ritornando va verso lui.

-NOOOO, CARLOS.- dice urlando.

-SEI UNA STRONZA. Carlos ti prego apri gli occhi. Chiama un ambulanza.- dice piangendo.

Scappo via, prendo la mia moto e mi dirigo verso casa.

Cosa cazzo ho appena fatto?

Ho sparato.

Ho sparato un amico di Cameron.

Lui è morto...

Sono un'assassina.

Cameron non mi perdonerà mai.

Arrivo a casa.
Tolgo tutti i vestiti e metto il pigiama.
Metto tutto sotto al letto senza neanche nasconderlo per bene e vado in bagno.

Mi guardo allo specchio e poi dopo un po' mi lavo il viso.

"Sono un'assassina."

Nella mia mente si ripete questa frase.

Non dovevo ammazzarlo.

Vado nel letto, senza neanche aspettare Cameron per dargli la buona notte e mi addormento.

Prendo la pistola che avevo nascosto tra i pantaloni e la maglietta e gliela punto contro. Senza pensarci due secondi gli sparo.

-Noo, non dovevo- dico urlando.

-Hei stai calma. Vieni qui, hai fatto solo un brutto sogno.-

-Non dovevo, ho sbagliato.- dico respirando con fatica e sudando.

Cameron porta la sua mani sulla mia fronte.

-Ma tu hai la febbre.-

Scende giù e dopo un po' ritorna con un bicchier d'acqua.

Between Love and Hate •Cameron Dallas• <<completo>>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora