La sera prima si era presentata alla moglie dello zio che, per motivi di salute, non aveva avuto il piacere di incontrare al loro matrimonio.
Come aveva detto l’uomo, sua moglie aveva degli occhi gentili ma carichi di determinazione, i suoi tratti erano dolci e femminili accompagnati da una cascata di capelli che emanavano un lieve odore di shampoo ai fiori di ciliegio.Quel profumo le ricordava un po’ quello di sua madre che ogni sera si spalmava un po’ di crema sul corpo e sulle mani per rendere la sua pelle morbida e luminosa, lasciando sempre una scia dietro di sé che ogni sera le dava la buonanotte e la faceva scivolare in un mondo empirico fatto tutt’al più di mostri e paura.
Le fecero vedere la sua stanza che trovava perfetta per lei; i suoi zii si erano scusati per le dimensioni ridotte ma era esattamente ciò che desiderava.
Gli spazzi grandi la facevano perdere e la facevano sentire vulnerabile ed esposta, quello che cercava era esattamente qualcosa di piccolo in cui poteva sentirsi protetta come in un nido, un posto dove era tutto a portata d’occhio solo sollevando lo sguardo dal letto.
Quest’ultimo era di tipo occidentale cioè sollevato da terra, cosa che provocò alla ragazza un piccolo brivido in tutto il corpo.
Odiava non dormire attaccata al pavimento dall’età di dieci anni, da quando "le cose" le fecero un piccolo scherzo per dare inizio alla vera tortura che poi ne scaturì fino a quel momento.
Per il resto, dal colore delle pareti alla scrivania in legno, la rendeva entusiasta.Sembrava aver fatto buona impressione su quella che doveva chiamare zia da quel giorno in avanti e la giornata era andata, tutto sommato, bene.
Eppure quando fu finalmente lasciata sola a disfare le valige subito posò lo sguardo sulla scrivania sentendo l’urgente bisogno di prendere la matita in mano e disegnare qualcosa. Era da tanto tempo che non sentiva quel bisogno in maniera tanto chiara e vivida così, non opponendosi, si sedette sulla sedia di legno e preso un foglio iniziò a disegnare ciò che la mano voleva creare.
Piano piano tutte le linee, i tratti e le ombreggiature diedero vita a qualcosa che la stupì.La sua mente era stata apertamente colpita dal ragazzo biondo che aveva visto quel pomeriggio ma quello che fece rimanere di stucco Seul fu come la sua memoria aveva rielaborato bene ogni particolare rendendo quel disegno perfettamente simile al reale modello.
Turbata dallo strano interesse che il suo inconscio ebbe trovato, mise il disegno dentro l’album da disegno e, con la promessa di disfare le valige il giorno successivo, andò a fare una doccia per lavare via la pesantezza della giornata e si mise sotto le coperte ricordandosi di tenere accesa la lucina che, dall’angolo opposto, illuminava la piccola stanza con la sua luce soffusa facendo rilassare Seul.Quando arrivò la mattina, aprì gli occhi alle 7.30 accompagnata da un ronzio che la stava irritando oltre ogni modo.
Si guardò intorno nella speranza di trovare qualche insetto ma, come già sapeva, l’animaletto non stava condividendo la stanza con lei.Seul sospirò e, ignorando il continuo ronzio, scese dal letto per poi percorrere le scale che la portarono in cucina ancora inattiva e semibuia.
Nel mentre si preparava il latte e trafficava per trovare qualche biscotto, quel rumore si face sempre più caotico, arrivando al punto da farla accovacciare a terra con le mani che le coprivano le orecchie <Seul, stai bene? Cosa sta succedendo?> non si era resa conto della luce accesa e del suo urlo ma con l’arrivo dello zio improvvisamente tutto tacque.Lo vide avvicinarsi e posarle una mano sulla schiena facendola alzare e sedere sulla sedia <Stavi cercando i biscotti?> Seul annuì e ringrazio mentalmente l’uomo per aver fatto finta che non fosse avvenuto niente, non amava dare molte spiegazioni a ciò che le accadeva <Ne abbiamo di qualunque tipo o quasi..> portando la mano a lato della bocca si avvicinò per sussurrarle <…Shinhee ne è veramente ghiotta. Pensa che molte volte si alza di notte per mangiarne due o tre!> feci un risolino che allentò la preoccupazione sul volto dello zio <Guarda che ti ho sentito! Sei tu, comunque, che compri tutte queste varianti! Io non posso fare altro che mangiarli!> diede un bacio sulla testa a Seul e poi salutò il marito <È successo qualcosa quaggiù?> zio e nipote si guardarono un minuto <No, Seul voleva solo i tuoi biscotti!> la ragazza sapeva che la zia era a conoscenza di tutto e che avesse intuito cosa fosse successo ma anche lei trattò la cosa con non curanza e ciò la fece entrare ancora un po’ più nel cuore di lei.
Le persone discrete trovavano sempre l’ammirazione di Seul.Seduti tutti e tre al tavolo, facendo colazione insieme, risero e scherzarono <Oggi devo controllare come gli allenamenti dei ragazzi stanno procedendo!> la donna annuì con un biscotto in bocca e il tè tenuto con la mano destra quasi all’altezza delle labbra <Tu cosa farai Seul?> i suoi genitori avevano tentato di convincerla a tutti i costi ad andare in qualche accademia artistica per sviluppare il suo grande talento naturale ma i luoghi con tanta gente non attiravano Seul così decise di rinunciare a quell’eventualità e, invece, trovarsi qualche lavoretto in cui non doveva stare a contatto con la gente <Niente di che…> la sua voce era sempre bassa, sempre flebile con un volume che non superava mai la sogna minima dell’essere non udita <Allora verrai con me. Non voglio lasciarti sola!> <Zio non devi preoccuparti….andrò a cercare qualche lavoretto qua e là…> lui le posò la mano sulla sua e cercò di creare un legame visivo che prontamente Seul evitò <Questo mi renderebbe tranquillo. Per oggi è meglio di no> <Poi ti farebbe bene stare con delle persone della tua età!> aggiunse la zia <Ma sono ragazzi….> cercò di protestare la ragazza ma appena incontrò il sorriso sghembo della donna non riuscì a trattenere una piccola risata <Lo so tesoro! La zia lo sa!> <Non starai cercando di accasarla, tesoro!> Shinhee diede uno scappellotto al marito <Ma cosa stai dicendo? Ovviamente non è così! Però vorrei far notare che sono tutti dei bravi e bei ragazzi> lo zio roteò gli occhi e Seul iniziò ad imbarazzarsi per la piega che stava prendendo la conversazione.
I sentimenti potevano essere spiegati “su tela” e non a parole, come diceva sempre suo papà.
Sono troppo profondi e fondamentali per perdere ogni significato attraverso la parola.
Dal cuore devono passare al cervello che poi li rielabora razionalmente e li manda alla bocca dove escono in modo distorto, invece disegnandoli si creavano nel cuore e poi si estendevano per l’arteria che attraversava il braccio fino ad arrivare alla mano che, con l’utensile che rappresentava meglio l’artista, riusciva a creare opere sincere che proseguivano il loro viaggio nei cuori di tutte le persone che avessero visto l’opera ultima senza perdere nessun significato ma adattandosi ad esso.Ripensò al disegno che aveva fatto la sera prima e il rossore colorò il su viso. Che tipo di sentimenti aveva disegnato allora? <Di nuovo persa nei suoi pensieri…> <No, no…beh, se è per farti stare tranquillo zio verrò con te!> le fece un gran sorriso e le indicò le scale <Allora va a cambiarti! Va’ va’!> si alzò e ripose la tazza nel lavello <Vestiti carina e truccati un po’ tesoro!> <Non deve andare a scegliere lo sposo! Smettila di darle questi consigli!> <Ma lo dico per lei!> lasciò i neo sposini battibeccare fra loro e chiusa in camera spulciò tra le valige trovando una maglia abbastanza lunga e un jeans che le potevano andar comodi.
Si sciacquò e si vestì, legandosi i lunghi capelli in una coda lasciando il viso scoperto e leggermente truccato.Non perse tempo a guardarsi allo specchio per un’ultima occhiata complessiva e prendendo la borsa si fece trovare vicino alla porta di casa <Non hai ancora disfatto le valige?> il tono poco convinto della zia combaciava con lo sguardo lievemente stupito <Perché?> stava cercando di trovare le parole giuste per il caos di vestiti che Seul indossava <Beh, quella maglia è un po’ larga per te e poi e anche lunga…sembri un piccolo airone dalle gambe lunghe..> era titubante siccome non voleva ferire i suoi sentimenti, ma a Seul importava veramente poco di mettere in risalto le sue forme o farsi vedere per quella che non era.
Voleva essere comoda e pratica, questo era l’importante.
Quando lo zio la vide approvò il look, a suo dire Casual, e partirono per lo stabilimento in cui lavorava.
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Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]
Fanfic"Se la cattiva sorte ti perseguitasse, riconosceresti l'amore?". È la domanda che Seul si pone ogni mattina prima di alzarsi dal letto senza mai trovare una risposta. L'incontro con l'Idol Group, di cui suo zio è il coreografo, cambierà la sua visi...