L'infermiera Katherine mi dimette qualche ora dopo il mio risveglio.
Sa che fisicamente sono sanissima, ma ha voluto tenermi in osservazione ancora un po'.Sospetto sappia cosa ho visto durante la corsa.
Si è sparsa la voce su ciò che è successo nell'aula di matematica questa mattina, su come ho chiamato Axel appena l'ho visto in piedi, davanti alla classe, e credo abbia collegato le due cose.
Tutto il corpo docenti conosce il mio passato, ovviamente.
Per questo odio tanto gli insegnanti.
Mi guardano tutti con quelle espressioni dispiaciute, con la pena negli occhi, come se potessi rompermi al minimo movimento.Non sono fatta di cristallo!
Da quel giorno, sono fatta di acciaio.Una volta dimessa, verso sera, torno in camera mia, la numero 20.
Per i corridoi non ho incontrato nessuno. Devono essere tutti a cena; del resto sono le 19:30.
Non voglio andare in mensa stasera.
Non me la sento di affrontare tutti i mormorii e gli sguardi pietosi e curiosi.
Di solito riesco ad ignorarli facilmente, ma stavolta non credo di riuscirci.
Non dopo oggi.
Non dopo aver rivisto dal vivo quel colore.Così decido di far fondo alla mia scorta di schifezze nascoste nell'armadio.
Le regole della scuola impediscono di tenere cibo e bevande in camera e non potendo uscire dal castello è difficile procurarsi qualcosa di non salutare.
Ma se conosci le persone giuste è tutta un'altra storia.Entro in camera e mi chiudo la porta alle spalle, appoggiandoci la fronte.
Sospiro profondamente.Che giornata del cavolo.
Oggi è stata dura restare glaciale.
Già da questa mattina, il solo pensiero di William mi ha fatta crollare.
Il vedere quegli occhi, poi, mi ha fatto definitivamente perdere la ragione.Ed è una cosa che non dovrà più succedere.
Mai più.Non ho nemmeno più lacrime da buttare fuori.
Mi giro verso la mia stanza singola, aprendo lentamente gli occhi.
Il buio avvolge il mio spazio privato.
Dalla finestra, con le tende scure aperte, arriva una flebile luce: il sole che tramonta.Accendo la luce della stanza.
Vedo un biglietto sul mio comodino.
Rimango sorpresa.Chi diavolo ce lo ha messo?
Nessuno può entrare nella mia stanza, eccetto me e Veronica.
E quando sono fuori la chiudo sempre a chiave.
Quando sono tornata era ancora chiusa.Ma come..?
Prendo il biglietto e lo leggo:
"Serenity, so che sei stata male oggi. Vieni in mensa quando esci dall'infermeria. Devi parlarmene.
Veronica."Maledizione.
Dimenticavo come le voci corressero veloci, qui.
Credo mi tocchi andare in mensa.
L'idea di raccontare a Veronica quello che ho visto durante la corsa non mi entusiasma per niente, ma non posso evitarlo stavolta.
É una delle poche regole che mi ha dato.
Da noi, i tutor possono dare regole specifiche ai propri protetti in base ai loro caratteri, e queste regole sono sacre.
É un modo per imparare a gestirsi da soli, perché se gli adulti ti dicessero di seguire delle regole tu non lo faresti mai.
Veronica me ne ha date pochissime, molte meno di quante le erano state consigliate dagli insegnanti.
Una delle più importanti: se mi succede qualcosa legato al mio passato DEVO dirglielo.
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Never Give Up
RomanceSerenity, 17 anni e un passato tragico da superare. Un collegio in un castello nella campagna italiana. Un sogno per chiunque, ma non per lei. Solitaria e glaciale, riuscirà a battere il suo passato? A far tornare i suoi demoni, due nuovi studenti:...