Capitolo 36°

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Un po' più tardi,ci svegliammo, sotto lo sguardo fisso della valigia...
"Quella valigia che ci fissa è inquietante"dissi contro il suo collo.
"Vado a finirla" mi rispose tristemente dandomi un bacio sulla tempia.
"Cavolo Mel...scotti"
"Eh?"
"Sicura di non avere la febbre?"
"In effetti sento un po' caldo,ma non credo..."
"Dov'è il termometro?"chiese interrompendomi...
"Lí.."dissi indicando il condomino.
In men che non si dica iniziò a buttare in aria tutte le cose che c'erano dentro per poi tirar fuori finalmente il termometro. Tornò sulla poltrona da me e delicatamente poggiò la aggeggio freddo sotto la mia ascella.
Dopo un paio di minuti,mi tolse il termometro,eh si, avevo un bel po' di febbre.
"Cavolo,38 e mezzo...Vado a prenderti qualcosa"
Uscí dalla camera per poi ricomparire con un bicchiere d'acqua e una tachipirina,dopo trenta secondi.
Presi le medicine e lui si stese di nuovo accanto a me.
"Dovresti allontanarti, ti farà male starmi vicino...potrei contaggiarti"
"Invece starti vicino è l'unica cosa che mi fa star bene, e poi se mi viene la febbre,chi se ne frega?! Sarebbe una scusa per non partire..."disse alla fine ridendo.
Arrivò poi mia madre a controllare e mi portò altre medicine. Successivamente arrivò Margot che cercava in tutti i modi di sollecitare il figlio a muoversi, ma lui non era molto collaborativo.
"Tra un'ora dobbiamo essere in aereoporto per il check-in...E tu non hai ancora finito la valigia..."disse sua madre.
"A questo proposito stavo pensando una cosa...In realtà è da un po' che ci penso" le rispose lui.
"È tardi, sbrigati per favore"rispose Margot uscendo dalla stanza prima  di bloccarsi,alla domanda del figlio, che in realtà spiazzò anche me.
"E se restassi qui?"
Margot si immobilizzò e tornò indietro. Entrò nella stanza di nuovo e dalla sua faccia si capiva che conosceva il figlio così bene da sapere che probabilmente lo avrebbe fatto.
"Ho quasi diciotto anni...Vivrei qui, con Melany e sarei la persona più felice al modo"continuò lui.
"Sei impazzito? Lasceresti davvero tutto per stare qui? Ci sono cose più importanti che ti aspettano, come la tua famiglia,la tua casa, la tua scuola,i tuoi amici,la tua vita...Credo che in questo momento stai perdendo di vista le cose realmente importanti!" Rispose la madre.
"Invece non mi sono mai state così chiare...Poteri finire gli studi qui e diplomarmi,potrei inziare l'università qui e di certo qui ho tanti amici, ho una persona speciale,con la quale potrei già dire di avere una famiglia e potrei avere anche una casa. Sarei felice, e questo sarebbe per me vivere davvero la vita"
"So che è difficile...che sei affezionato a questo posto e a "determinate persone",ma non puoi chiedermi di lasciati in un altro continente per vivere un amore che non si sa quanto durerà..."
"Non è da mettere in dubbio, durerà, e questo lo sappiamo tutti. Ma il fatto è che qui ho passato le due migliori settimane della mia vita, non posso tornare indietro"
"Ti capisco e mi dispiace,ma non posso lasciatelo fare,non puoi fare una scelta così azzardata solo perché adesso sei in un momento di estrema felicità...chi ti dice che non sia passeggero?"
"Nessuno,non me lo dice nessuno,perciò so che è così. Non sono mai stato così sicuro come ora. Tornando in America perderei troppo, l'ho già perso una volta e non sarei capace di riperderlo,ora  è mio tutto ciò che ho sempre desiderato"disse rivolgendo lo sguardo a me,accarezzandomi la guancia,tenendo sempre gli occhi fissi sui miei.
"Capisco quello che vuoi dire, ma non è possibile che tu resti qui da solo."
"Non sono da solo...Resto qui"rispose senza mia staccare gli occhi dai miei.
"Non ci pensare neanche lontanamente, ti voglio tra mezz'ora giù con la valigia"
Nello stesso momento,il padre si affacciò dalla porta.
"Papà?"
"Per me va bene figliolo, se è questo che vuoi...Credo che tu sia abbastanza maturo per carpire ciò che vuoi e ciò che non vuoi,potrei provare a fare un paio di telefonate e trovarti subito una casa..."disse il padre con calma, prima che la moglie lo ammonisse.
"Phillip non mettere strane idee in testa a nostro figlio, non può e basta...Verrà con noi,se vuole potrà tornare qui per le vacanze"
Uscirono dalla stanza e rimasi da sola con Dylan e la sua voglia di spaccare qualcosa con le lacrime agli occhi...

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