Tutto nasce, tutto cambia, tutto muore.
Ci terrei a focalizzarmi sulle ultime due parole: "tutto muore".
Non esiste frase più vera e rappresentativa per questo mio periodo. Tutto è morto dentro e fuori. Cerco tra la gente quel senso di spensieratezza che mi portavo dentro e che irradiava me stessa e chi mi stava intorno.
Carlo mi passa una sigaretta, che è d'obbligo, dice, dopo il caffè. Io questa cosa non l'ho mai capita.
Per me è nato prima il piacere per la sigaretta, poi il piacere, se così lo vogliam chiamare, per il caffè. Che poi nemmeno lo gusto a pieno. È amaro, dà un sapore alla bocca indescrivibile ma non per questo irrinunciabile.
A Napoli, il caffè è un'istituzione e guai ad ordinare un caffè ginseng, perché non è considerato manco un vero e proprio caffè.Siamo seduti fuori al solito bar, vicino piazza Arenella. È uno di quei bar dove i ragazzi non vanno spesso ma per due come noi che vivono di locali poco affollati è l'ideale.
Carlo, fuma e guarda distrattamente le notizie sportive al telefono, sperando in quella schedina vincente che non arriva mai. Almeno non per quanto vorrebbe lui.Il cielo oggi è grigio e mette quella tristezza addosso che la domenica già trasmette. Siamo da cinque anni insieme, c'è chi li definisce una vita, chi invece il traguardo della stessa.
"Cosa hai pensato per questa sera? Ti va di fare qualcosa?".
Questa è la domanda che mi fa da almeno due mesi.
"No, non ne ho idea. Qualsiasi cosa tu voglia fare, a me va bene."
Mi guarda con quell'aria di chi non comprende ma poi lascia stare. Sono mesi che guardo il suo viso arrendersi di fronte al mio che non da segni di vita.
Il fatto è che non provo più niente, né nei suoi confronti, né nei confronti della vita e nemmeno nei confronti di me stessa.Non esiste un vero e proprio momento per la felicità. Io invidio a morte chi dice di vivere in estrema assoluta felicità, come se fosse questa uno stato d'animo, come se fosse sempre un traguardo da raggiungere lontano. Quando ho conosciuto Carlo, nel modo più banale al mondo, eravamo o dovrei dire, ero, una diciottenne alla ricerca di passioni e robe nuove da fare e sperimentare.
A quei tempi avevo un' amica, "Jessica". Lei era una tipa tosta, di quelle sveglie, che sanno sempre come farti divertire e tirarti sù il morale.
Io ero appena uscita da una frequentazione con un tipo molto strano e quando intendo strano, intendo dire strano davvero.
In quel momento non mi andava di sperimentare altro, volevo solo stare da sola e divertirmi.
Caso vuole, che il suo ex ragazzo fuori scuola viene a prenderla con Carlo e da quel momento, inizió a suo modo a corteggiarmi. Non sapevo come sarebbe potuta andare in quel momento, ma di certo non mi sarei aspettata una cosa come quella in cui mi ritrovo adesso.Carlo è sempre stato quel tipo di ragazzo che tutti vorrebbero al proprio fianco. Ha da sempre messo me stessa al primo posto, prima di ognuno. Mi ha sempre riempita di sogni ad occhi aperti e regali mozzafiato. Uno dei più belli è stato il nostro viaggio a Parigi dove ho pensato veramente di essere imbattibile passeggiando mano nella mano sulla "Rive Droit" affacciati alla Senna.
Questi ricordi meravigliosi hanno lasciato spazio alla noia. Hanno lasciato spazio a chiunque. È come se ci fosse un lasciapassare scritto a penna sulla mia fronte. Non l'avevo ancora appreso del tutto, è bastata un'estate e qualche giornata libera coi pensieri per capirlo appieno.N/A:
Ciao a tutte/i.
Sono felicissima di essere qui e di aver sperimentato questa mia idea. Questa per me è la prima volta su wattpad ma già conoscevo la piattaforma. Spero di ricevere vostri pareri, sinceri, sia positivi che ne negativi ovviamente e spero al contempo di ricevere anche dei suggerimenti.
Questo è solo l'inizio, volevo introdurre il dramma che sta vivendo Eugenia. La sua vita è apparentemente normale ma nessuno sa quanto l'ultima estate l'abbia cambiata dentro.
♥️
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Il posto che non c'è
ChickLitÈ la storia di Eugenia. La storia di chi come lei ha perso la strada di casa e non ci sarà un gomitolo a salvarla. Non ci saranno briciole sparse per strada. Solo lei. Perché è così. Con noi stessi, per quante persone ci possano contornare ci siamo...