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Alla fine la mia punizione è stata pulire l'intera biblioteca.
Ho fatto di peggio; mi é andata sicuramente meglio che ai cinque cretini della rissa: pulire l'intero parco.

Buona fortuna idioti.

Il parco è tre volte il castello per dimensioni, e già il castello é enorme.
Non ce la faranno mai.

Sono qui da quattro ore, per di più di sabato pomeriggio.

Mi manca da pulire ancora metà biblioteca, ma posso finirla anche domani, perciò me la prendo con calma.
Per fortuna mi ero già avvantaggiata con i compiti durante la settimana, così non dovrò studiare di notte.

Sto pulendo un ripiano in cima ad una libreria, prima di rimettere al loro posto i volumi, quando sento bussare alla porta.

Mi fermo e mi giro verso l'ingresso, che intanto si apre.

Cacchio.

Entrano Victor ed Axel.

Si guardano un po' intorno, scioccati dal disordine, per poi rivolgersi verso di me.

- Serve una mano? - chiede Victor.

Faccio segno di no con la testa, tornando a guardare i ripiani da pulire.

- Non ce n'è bisogno. Posso farcela da sola senza problemi.

Sento i ragazzi muoversi nella stanza, evitando libri e mobili antichi.

- Non ne dubitiamo, ma con il nostro aiuto finirai più in fretta. - Axel prende un volume dal tavolo e lo guarda con interesse.

Avrà mai visto un libro in vita sua?
Probabilmente starà pensando a quanto sia normale trovare un libro del genere.
Lui è ricco, avrà un'intera biblioteca piena di volumi di inestimabile valore.
Per lui, questo, sarà estremamente normale.

- Non serve, davvero. - rispondo, scendendo la scala per andare a prendere i vari libri da sistemare - È la mia punizione e devo farla da sola. Inoltre, se finisco troppo presto, poi non saprò cosa fare. Ho finito i libri da leggere.

Ridono.

Distinguo due tipi di risata.
Quella di Victor è più spontanea, vera.
Quella di Axel, invece, è più composta, da nobile.

- Davvero? - domanda Axel - Ne sei circondata.

Sorrido, mio malgrado.

- Battuta non voluta. - ammetto.

Dopo qualche minuto di silenzio, in cui sono arrivata di nuovo in cima alla scala, Victor ricomincia a parlare.

- Sai, è stato coraggioso ciò che hai fatto per quella ragazza.

Sta cercando di adularmi, o sbaglio?

- Non è stato coraggioso, ma giusto. - rispondo, senza distogliere lo sguardo dai libri - Nessuno la aiutava, restavano solo lì a guardare. Odio le persone così.

Silenzio.
Loro non c'erano.

Ma, se avessero visto, sarebbero intervenuti o sarebbero rimasti a guardare?

Li sento muoversi tra gli scaffali, mettendo al loro posto volumi appena spolverati.

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Passano le ore, e noi continuiamo a sistemare i vari libri in silenzio.
Fuori si è fatto buio.
Tra poco sarà ora di cena.

Ho passato tutto il sabato pomeriggio a pulire un'enorme biblioteca ma, stranamente, non mi sento per nulla stanca.
Anzi, sono piena di energie.

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