Rivoluzione

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Sono passati quattro mesi da quando me ne sono andata. Seraphiel non si è più fatta viva da quel giorno nella foresta ma Cassiel riceve molte visite da un certo Uriel. Non ho ben capito chi sia ma in questi mesi è stato molto di compagnia. Ho imparato a padroneggiare i miei poteri. L'odio in me è diminuito e la sete di potere è lentamente scomparsa, anche se non del tutto. Tra pochi giorni ci sarà l'Incoronazione di Lucio e io non ci sarò. Pensavo di riuscire a risolvere tutto prima di quel giorno. Evidentemente mi sbagliavo.
«Lilith tu sei pronta, non mentire a te stessa. Sei tu che non vuoi tornare al Palazzo.» Afferma Cassiel comparendo alle mie spalle.
«E sai anche il perché.»
«Non potrai avere paura per sempre Lilith. La paura non è tua amica. Sai controllare ogni parte di te non devi avere alcun timore.»
«Io sarò anche in grado di controllarmi, ma cosa mi assicura che Lucifero non provi a manipolarmi come l'ultima volta?»
«Non lo farà.»
«E tu come fai ad esserne così sicura?» Chiedo.
«Ti ricordi di Uriel?»
Annuisco e lei mi fa cenno di seguirla.
«Lui è il Destino. Sa cosa succederà nel futuro, o meglio, sa quel che succederà in base alle scelte che noi prendiamo.» Spiega.
«E?»
«Non hai nulla da temere. Lucio a Palazzo ha sistemato tutto.»
«E tu come lo sai?»
«In questi mesi Lucio si è tenuto in contatto con me. Ha capito che la tua fuga non è stata una cosa da prendere alla leggera. Ha vegliato da lontano su di te, tramite me. Uriel mi portava notizie dal Palazzo. Ora sta arrivando qui.»
«Lucio sta venendo qui?» Chiedo e lei annuisce.
«Lui sta venendo qui.» Sussurro incredula.
«Si. Sarà qui a momenti quindi è meglio se vai a prepararti.» Afferma.
«Ma tra pochi giorni sarà Re. Avrà già trovato la sua Regina.»
«Proprio non capisci eh? Ha posticipato l'Incoronazione per poterti trovare. Non ha ancora la sua regina perché sta venendo a recuperarla.»
Non posso credere alle sue parole. Cassiel mi fa cenno di andare a prepararmi e torno nella mia stanza. Prendo l'unico abito regale che mi è rimasto e vado a fare una doccia.

«Lilith ti serve una mano?» Chiede Cassiel entrando cautamente in camera e mi trova a litigare con i miei stessi capelli.
«Le abitudini regali ti hanno quasi abbandonata eh? Come darti torto. Hai vissuto per quattro mesi in una caverna.» Afferma prendendo la spazzola dalle mie mani.
«Come sarà ritornare?»
«Non lo so Lilith. Ti mentirei se ti dicessi il contrario.» Afferma e inizia a lisciarmi i capelli. Resto in silenzio e osservo le abili mani della Saggia mentre cerca di aggiustare i miei capelli e falli apparire decenti.
«È questo il vestito?» Chiede indicando il lungo vestito verde scuro sul mio leggo. Annuisco e lei me lo passa.
«Indossa queste.» Afferma porgendomi delle scarpe alte bianche.
«Manca ancora qualcosa.» Afferma ed esce dalla stanza. Io inizio a vestirmi facendo attenzione a non rovinare i capelli e il trucco della Saggia.
«Siediti.» Afferma Cassiel entrando di nuovo nella stanza. Mi siedo sulla sedia e vedo che ha dei fiorellini bianchi tra le mani.
«È il fiore di loto, considerato anche come il fiore della rinascita.» Afferma e posiziona i fiori nella treccia.
«Adesso sei pronta.» Afferma guardandomi. Guardo la mia immagine allo specchio. Sembra essere passato così tanto tempo dall'ultima volta che sono stata così agghindata. Il panico inizia a impossessarsi di me. So che non ho nulla di cui temere ma il solo pensiero di rivederlo dopo quattro mesi mi fa andare in panico.
«Lilith guardami.» Ordina Cassiel e la guardo.
«Andrà tutto bene, vedrai. Ricorda che la paura è tua nemica.» Mi rassicura e annuisco con un lieve sorriso. Fuori dalla caverna sentiamo il trotto dei cavalli. Non sapevo che all'Inferno ci fossero dei cavalli.
«Sono arrivati.» Sussurro e la Saggia mi guarda per incoraggiarmi.
«Questa non posso perdermela.» Afferma una voce da un angolo buio della stanza.
«Uriel! Da quanto sei lì?» Chiede la Saggia al Destino.
«Quanto basta per poter capire cosa stia succedendo.» Sghignazza l'ibrido. Non ci credo.
«Ora sarà meglio che andiamo cara prima che possa pentirmi delle mie azioni.» Afferma la Saggia lanciando un' occhiataccia al Destino che sorride comodamente appollaiato sul comodino della mia stanza. Non so quanto possa essere comodo quel mobile ma se è felice lui mi va bene così. Esco fuori dalla caverna seguita da Cassiel e Uriel.
«Lilith.» Sussurra Lucio vedendomi. Si avvicina lentamente e mi poggia una mano sulla guancia. Il suo tocco mi fa rabbrividire. Sembra ancora un sogno.
«Oh e forza! Baciala!» Esclama Uriel come un bambino che aspetta impaziente la sua scena preferita del film. Gli mancano solo i popcorn.
«Hai ragione Principessa. Mi dicono spesso che somiglio a un bimbo.» Afferma Uriel e tra le sue mani compra un pacchetto di popcorn. Non posso crederci. L'ibrido mi guarda sorridendo poi il suo sguardo si sposta su Lucio e i suoi occhi vengono attraversati da una scintilla.
«Lucio carissimo, che piacere rivederti.» Afferma l'ibrido.
«Uriel, che peccato non poter dire lo stesso di te.»
Qui non scorre sicuramente buon sangue. Arrivata a Palazzo chiederò a Lucio di spiegarmelo. I due restano a guardarsi negli occhi. Lucio sembra quasi che stia per partire all'attacco mentre Uriel non sembra molto preoccupato dal Principe e dalle sue intenzioni. Come dargli torto. Anche se volessimo non potremmo torcergli un capello. Lui è il Destino, non può morire prima di aver dato un Erede che, non potendo avere figli, deve scegliere tra uno dei due Regni. Stessa cosa per il fratello Adriel, la Morte.
«Lucio andiamo?» Sussurro al demone che, dopo avermi guardata per qualche secondo annuisce e mi aiuta a salire sul cavallo infernale. Non ci avevo fatto caso prima. Il cavallo è interamente fatto di brace.
«Questi cavalli sono morti. É solo ciò che resta dei loro corpi bruciati.» Spiega Lucio e rabbrividisco.
«Pensavo che gli animali andassero in Paradiso.»
«Non tutti. Come dovrebbe arrivarci un cavallo in Paradiso? Gli angeli non riuscirebbero mai trasportarlo fino alle Porte Argentate.»
Non ha tutti i torti. E poi gli angeli cosa dovrebbero farsene dei cavalli quando hanno le ali?
«Grazie di tutto Cassiel.» Affermo prima che Lucio faccia partire il cavallo. Il vento mi sferza il viso e mi fa sentire libera. Metto le braccia intorno alla vita di Lucio e poggio la mia guancia sulla sua schiena beandomi del suo profumo misto a quello della natura.

Il profumo dell'InfernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora