L'UOMO CON LA VALIGETTA - LA GRANDE DELUSIONE

51 0 1
                                    


PRELUDIO

E' finita.

Ora e per sempre dopo ventisei anni di tira e molla, di lascia e prendi, di silenzi e consensi; il capitolo è chiuso.

L'uomo con la valigetta si è dimostrato peggio di altri nel liquidare con due righe un rapporto apparentemente "speciale ed inossidabile nel tempo", meno chiaro del gladiatore e contraddittorio nel modo di esprimersi e nel gestire la relazione fantasma che mi legava a lui.

Questa è la mia percezione, la mia modesta opinione, il mio punto di vista, la mia considerazione, ciò che di getto mi viene da vomitare digitando in maniera istintiva su questa tastiera.

Per i primi giorni dopo la fine della nostra relazione mi sono sentita spaesata, con la testa piena di punti interrogativi; camminavo per strada stranita tra i miei mille pensieri, cercando un nesso di coerenza tra le sue parole ed i fatti che dicevano ben altro.

Ho ripercorso punto dopo punto ogni momento della nostra storia, riportando a galla espressioni e frasi dette, sottintese o fraintese.

La mia purezza ed ingenuità mi hanno condotto all'illusione di poter sostenere un rapporto d'amicizia con colui che ancora amavo, che essendo più forte ed assennato di me, avrebbe dovuto troncare sul nascere, invece di trascinare avanti ciò che non sentiva più suo.

Mi sono meravigliata di averci messo così tanto a capire quanto per lui l'intera faccenda fosse di minima valenza ed importanza ed a prendere coscienza di un legame che doveva essere interrotto da anni, una assuefazione malata che avrebbe portato me e la mia vita all'annientamento ed alla solitudine.

Ma, la spiegazione del mio attaccamento era lo stato d'estasi e d'innamoramento che nutrivo nei suoi confronti, che non mi permetteva di essere lucida, razionale e che mi faceva perdere di vista la realtà e la mia quotidianità spesso monotona e scontata.

L'avevo idealizzato infatuandomi della percezione che lui fosse diverso da tanti altri, che fosse più sensibile e che mi valutasse come persona e non nel modo in cui avevano fatto molti uomini in passato, come "un buco che cammina", senza cervello ed emozioni.

Qualcuno una volta ha scritto: "non cambierai la tua vita finché non cambierai qualcosa che fai tutti i giorni" ed aveva proprio ragione.

Finché non chiudi una porta non puoi pretendere di dimenticare, cancellare, annullare la dipendenza da qualcosa che ti fa star bene al momento, ma che ti distrugge per il resto della tua esistenza.

Quindi, finalmente l'ho fatto. Ho cancellato il suo numero dalla rubrica del cellulare, l'ho bloccato su ogni piattaforma social e ho disinstallato il programma tramite il quale ci si teneva in contatto.

Questo racconto non vuole essere un tomo sdolcinato, sentimentale, pieno di rimpianti o di accuse, bensì una guida per le donne che come me si sono trovate o si trovano in situazioni ambigue, clandestine, sbilanciate e morbosamente inopportune e non riescono ad uscirne; una sorta di manuale o vademecum di consigli basati sulla mia esperienza, sui miei errori e su confidenze di amici, per sopravvivere o per evitare di intrappolarsi in simili circostanze, riconoscendo le caratteristiche di soggetti inadatti ed evitandoli argutamente come in una corsa ad ostacoli.

Noi donne abbiamo risorse che nemmeno sappiamo di possedere.

Abbiamo una marcia in più che ci consente, col cuore frantumato, di riorganizzare la nostra esistenza e di riportare ordine persino in una stanza piena di minuscoli corallini sparpagliati sul pavimento.

Lungi da me sostenere che in tutto questo macinare di pensieri e sentimenti, non ci si possa lasciar andare a sfoghi d'ira, pianti isterici fino a farci gonfiare gli occhi come il più grande campione di pugilato della storia, o ad intasare con messaggi vocali la chat della nostra migliore amica, che assume in codesti momenti la sembianza di una spugna da bagno intrisa d'acqua.

L'UOMO CON LA VALIGETTA II PARTE - LA GRANDE DELUSIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora