Prologo

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Dian, re degli uncorni, si accasciò al suolo, facendo tremare la terra. -SIRE!!- urlò disperata Marianna, la sua più fedele discepola. - Sire, no, voi non potete arrendervi, cosa ne sarà di Cloudy? Cosa ne sarà degli unicorni senza di voi?- Dian aprí a fatica un occhio dorato - gli unicorni se la caveranno anche senza di me, Marianna, ma non senza cuccioli, va nel mio palazzo di nebbia, prendi il mio cucciolo, Fortuna, appena nato, e custodiscilo nella tua mente, dove sarà al sicuro fin quando altri custodi nei secoli avvenire riporteranno la pace a Cloudy. Porta con te i tuoi fratelli e affidagli un cucciolo, và, il destino di Cludy è nelle tue mani, ora.-
Marianna si asciugò una lacrima dalla guancia, accarezzó per l'ultima volta la criniera di quello che un tempo era il
più magnifico degli unicorni, e poi
partí, alla volta del palazzo di nebbia.

Le due neonate, figlie del dio della distruzione e del caos, Scorpius, l' artefice di tanto dolore e sofferenza, erano sedute sul tavolo della cucina, gattonando e sgambettando.
Nella stanza accanto, i loro genitori erano nel pieno di un' aspra conversazione.
- Ti rendi conto del male che stai provocando? Della distruzione e della sofferenza?- urlava Elsa, la giovane moglie di Scorpius contro il marito.
- Non capisci, Elsa? Bevendo il sangue degli unicorni potremmo essere immortali, noi e le nostre splendide bambine potremo vivere felici per il resto della nostra vita!-
La donna però non voleva sentire ragioni, e così, in preda ad un impeto di rabbia, fece per prendere le sue bambine e scappare, ma il marito, adirato e sopratutto deluso da sua moglie, le lanciò un incantesimo per esiliarla nel monte Nulla, l'ultima cosa che vide fu il volto terrorizzato di sua moglie, prima di accasciarsi al suolo, svenuto.

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