Chi diede ascolto alla notte
sentì lamenti, udì il suono di
mille parole, mai dette,
chi, Signore maledetto,
devo io diventare?Un eroe?
L'armatura grava
come macigno,
Ogni grillo son frecce
mille, ed una
sul mio costato.Un lavoratore?
Lavorare stanca,
la sera, camminando curvi,
pensare a niente.Signore mio,
prenda il secchio
e cancelli ogni mio candore!Le chiedo di tanto in tanto
che se questo è l'avvenire
che Odisseo vide,
qual motivo,
quale vento
gli imponne
di non abbandonarsi
tra le dolci sirene.Mi dica Signore
perché
io
annoio
me stesso?Alle tre, esatte,
un uomo lacero
cieco
si alza dalla sua fossa
e chiede,
se sia ora,
se sia l'ora,
se il tempo non abbia voglia
di abbassare il sipario.E io le chiedo,
onorevole Signore,
se non sia il tempo
dopo mille secoli,
di aprire le fauci
a noi miseri
e pronunciar risposte.Ma se è la notte,
se io non fiato,
se presto attenzione,
sento lamenti.
STAI LEGGENDO
Di questi giorni orrendi come aguzze baionette #Wattys2016
PoetryStudente, giovane, senza certezze e quindi ribelle. Incazzato, insuscettibile di ravvedimento, ecco chi scrive questi versi.