Prologo

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Lascia che ti dica una cosa praticamente ovvia.
Ti sbagli di grosso se pensi che i bambini non possano fare nulla.
Ti sbagli di grosso se pensi che i bambini non possano avere un coltello nelle loro mani.
Ti sbagli di grosso se pensi che i bambini non possano sparare alla cieca.
Ti sbagli di grosso se pensi che i bambini ... non possano uccidere i nemici.
Sparerò.
Ucciderò definitivamente i miei nemici.
Non perdonerò mai quelli che hanno ucciso il mio fratello maggiore.
E, un giorno, sarò purificata. Avrò la mia vendetta. Solo dopo potrò morire.
- Lei ha vissuto quel tipo di sogno incoerente. -
Naoto, io, ti vendicherò.

[Distretto di Shinjuku - Tempo imprecisato]

"Fratellone! Fratellone!"
"Hey Kallen, che succede?" - Naoto appoggiò la sua mano sulla testa della piccola Kallen - "Quando diventerò grande, voglio girare il mondo con te. Britannia è davvero cattiva, non mi piace più vivere qui!"
- Naoto sorrise - "Come mai questa domanda così a bruciapelo? Ahah, hai ragione sorellina. Sappi che... farò di tutto per far realizzare questo tuo sogno." -Kallen si arrampicò sulle spalle del fratello. -
Erano molto legati. Nessuno avrebbe potuto separarli, o così sembrava.

Io ero felice. Ero orgogliosa di mio fratello. Lui... lui era il mio eroe.
Ormai sono quasi una donna adulta.
Ho 17 anni compiuti. Ora, ora è il momento che entri in gioco io.
Sognavo la felicità, sognavo la libertà... adesso è il momento di realizzare i miei sogni.
Ancora adesso ricordo quel giorno.
Quel fatidico giorno... dove lui morì per questo paese.
Io ero qui, a casa mia, ad aspettare il suo ritorno, come ogni giorno.
Lui, però, non ritornò. Ricordo che, quel giorno, vidi mia madre in cucina a piangere. Le sue lacrime non smettevano di scendere. Le chiesi se fosse successo qualcosa. Lei mi rispose che aveva cucinato le cipolle e che quindi le lacrime erano causate appunto, dalle cipolle. La solita e stupida frase che si usa per nascondere qualcosa.
All'epoca ero ancora troppo piccola per capirlo. Fatto sta che, dopo tre giorni, iniziai a preoccuparmi per Naoto. Lui, dopotutto, era uno dei ribelli giapponesi che volevano andare contro Britannia. Il rischio di morte era alto, non potevo farci nulla.
Provai a fermarlo e a chiedergli di lasciare perdere, ma i suoi ideali e la sua voglia di salvare questo paese era troppo forte. Allora mi rassegnai, gli sorrisi, e continuai a sperare che non gli succedesse nulla.
Tornando al discorso di prima, dopo tre giorni dalla scomparsa di Naoto, corsi da mia madre e le chiesi la verità.

"Mamma... mamma... dov'è Naoto? Dimmelo. Continui a piangere da giorni. Non prendermi in giro. Voglio solo la verità.
Sono ancora piccola, ma certe cose posso capirle."

Mia madre si avvicinò a me. Le lacrime scendevano velocemente, ancora di più di tre giorni fa.

"Kallen... figlia mia"

La mamma mi abbracciò. Le sue braccia erano calde e accoglienti. Non dimenticherò mai quel momento.

"Naoto... tuo fratello... è morto tre giorni fa, mentre combatteva contro l'Impero di Britannia. Il suo corpo è stato portato insieme a tutti i caduti in battaglia in un capannone non lontano da qui. Mi dispiace figlia mia, mi dispiace. Non so più cosa fare..."

A quel punto, mi cadde il mondo addosso. Non seppi più cosa fare e cosa pensare. Non mi misi neanche a piangere. Non potevo mettermi a piangere. Dovevo essere forte, dovevo combattere e superare tutti i momenti bui e di tristezza... proprio come mi aveva detto Naoto.

"Mamma... posso... vederlo? Posso? Mamma, ti prego"
"Kallen, non è il caso io non-"
"Mamma, ne ho bisogno. Voglio rivedere mio fratello."

Mia madre si alzò e si asciugò le lacrime. Capì, finalmente, che non ero una bambina come le altre. Capì che ero determinata.
Lei mi prese in braccio e insieme uscimmo fuori di casa, dirette verso il luogo dove si trovava mio fratello.

Dopo una decina di minuti arrivammo a destinazione.
Ci trovammo davanti a un grande capannone con una grande serranda chiusa che fungeva da entrata.

"Mamma... è questo il posto?"
"Sì..."
"Entriamo."

La mamma bussò tre volte e sussurrò delle strane parole. Io non capì perché e cosa esattamente fossero quelle parole ma, evidentemente, era un modo per farsi riconoscere.
Un uomo ci vedette dallo spioncino e ci lasciò entrare.
La serranda si aprì.
Dentro c'erano un mucchio di persone, tutte giapponesi.
L'uomo che ci fece entrare era il capo di tutti, ma non solo. Era anche un grandissimo amico di Naoto.

"Voglio... no... cioè... vorremmo vedere Naoto."
"Seguitemi."

Al fondo del grande capannone c'era una porta. Era facilmente visibile fin dall'entrata dato che esso era praticamente vuoto, a eccezione di due Knightmare e decine di persone sparse in giro.
Io e mia madre entrammo nella stanza.
Era pieno di barelle con decine di soldati caduti in battaglia. Subito notai Naoto.
Era in fondo. Capelli rossi, divisa nera... era proprio lui, era impossibile non riconoscerlo.
Mi avvicinai alla barella e presi la sua mano. Chiesi a mia madre di lasciarmi sola un attimo.
Iniziai a sfogarmi. Ero arrabbiata. Piansi e piansi ancora, anche se mi ero promessa di non farlo.
A quel punto lasciai andare mia madre da Naoto, mentre io decisi di andare fuori a prendere un po' d'aria.
La vidi uscire 10 minuti dopo. Piangeva ancora, proprio come i giorni precedenti.
La mamma mi prese per mano e insieme tornammo a casa.
I mesi, i giorni e gli anni successivi non furono una passeggiata, ma ora so... so che posso farcela.
Anche senza mio fratello, andremmo avanti.
Proteggerò io la mia famiglia... ora è il mio turno.

[Circa 10 anni dopo - Distretto di Shinjuku]

Come ogni mattina mi alzai e feci colazione.
Era l'ora di andare a scuola.
Mi misi la mia uniforme, l'uniforme della Ashford, con il cartellino al collo, con su scritto il mio nome sopra. "Kallen Stadtfeld".
Ho sempre odiato questo nome.
"Stadtfeld" non mi si addice affato. Io mi considero giapponese, non britanna, nonostante io sia mezza giapponese e mezza britanna.
Prima di uscire, tornai in camera mia e fissai la mia vera uniforme, l'uniforme da Red Knight dei Cavalieri Neri, a servizio di Zero, per sconfiggere Britannia.
Sorrisi, e nella mia mente pensai,
"Guarda Naoto, la mia uniforme è uguale alla tua."

*Spazio autore*
Wow, mi è mancato scriverlo lolol.
Comunque, I'm back.
Mi scuso se sono sparito per quasi un anno intero, ma -dico la verità- non avevo più voglia di scrivere.
Nel corso di questo anno ho scoperto l'anime che adoro veramente, Code Geass.
Fin da subito mi piacque Kallen, ma non pensavo che mi sarebbe piaciuta così tanto.
Quindi eccomi qui, a scrivere una storia su di lei.
Le informazioni tecniche della storia sono nella descrizione quindi, se siete interessati, trovate tutto lì.
Non so con quale cadenza verranno pubblicati i capitoli, dato che per questo ho impiegato molto tempo.
Mi scuso in anticipo se ci sono errori di battitura, nonostante abbia riletto il capitolo 2 volte, potrebbe essermene scappato qualcuno.
Vabbè, al prossimo capitolo~

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2018 ⏰

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Code Geass: Red Knight - Kallen KozukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora