Momento della verità

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POV Riccardo

"Dobbiamo parlare"
La mia voce è dura, può sembrare anche fredda forse, Emma l'ha notato, ma solo così mi escono queste poche parole. Non sono arrabbiato, ma deluso, per il momento e il modo in cui l'ho saputo dalla bocca di un altro, Simone. Sono consapevole che questa per lei e per chiunque altro che la faccia, sia una di quelle esperienze imperdibili, sarei un folle a dire il contrario. Ma a così poche settimane dalla partenza...il suo silenzio, mi sembra assurdo.
È sorpresa di vedermi, forse credeva che fossi sparito così nel nulla, ma chi mi conosce bene sa che io affronto qualsiasi situazione.

Mentre ci si sistemiamo nel suo soggiorno, mi accenna al fatto che stava giusto per venire da me a chiarire questa faccenda. L'ascolto a malapena, forse perché non credo che non ci sia una scusa plausibile da parte sua o forse è semplicemente la poca fiducia che nutre nei miei confronti.

"Perchè non mi hai detto nulla?" Diretto e dritto al punto, non ho voglia di perdere altro tempo.

"Te ne avrei parlato presto, solo che non ho mai trovato il momento adatto..." Dice dopo un lungo silenzio, titubante, e attorcigliando con un dito una ciocca di capelli.

"Momento adatto...certo, e allora quando l'avresti fatto? Quando saresti stata quasi sull'areo per l'Australia!? Beh così Riccardo non mi impedirà di partire... come se io del resto fossi capace di arrivare a questo."

Qualcosa in lei scatta tanto che si alza dal divano e mi punta il dito contro
"Che razza di persona credi che io sia!?"

"Sinceramente non so più cosa pensare dire te."

"Che bello sapere questo dal proprio ragazzo. Eh certo tanto sono io la stronza che cercava di trovare il momento perfetto per dirtelo..."

"Sai che non è quello che volevo dire Emma! E che davvero non me l'aspettavo e peggio ancora venirlo a sapere da altre persone." Sono sincero, non sono arrabbiato semplicemente, solo che avrei voluto me lo dicesse lei.

"Ora che lo sai cosa cambia?" Mi osserva impaziente di una mia risposta, forse si aspetta delle mie scuse, ma non sono io a doverle fare, ma lei.

"Davvero non capisci?"

"Capire cosa? Non è una tragedia! Parto per l'Erasmus e non sarà nemmeno per così tanto tempo, cosa saranno sei mesi alla fine?" È chiaramente infastidita.

"Avrei voluto che me l'avessi detto tu, è per questo che eri così strana in queste settimane. Non hai ancora fiducia in me dopo tutti questi mesi?"

Prima di rispondere fa una risatina ironica e poi mi indica con il dito una seconda volta.
"Io? Tu piuttosto, sei sempre così evasivo e assente negli ultimi tempi. So che hai discussioni frequenti con tuo padre, ma non ti confidi mai, tu di me sai tutto dalla cosa più stupida a quella più seria. Mi fa male e non sai quanto..."

"Ti ho già detto una centinaia di volte che sono problemi di famiglia importanti e che non volevo parlartene per non farti preoccupare. Già conviverci non è bello e non avevo intenzione di mettere anche in mezzo la mia ragazza." Sono questioni di cui non voglio parlare, mi sembra sciocco continuare a metterci il naso.

"Ti amo e sono io a volerci entrare forse così ci capirei di più. Riccardo voglio aiutarti a stare meglio anche solo per quel poco che posso, ma tu ti devi fidare di me." Dice prendendomi entrambe le mani e cercando il contatto visivo, forse per convincermi che tutto ciò lo pensa sul serio.

L'amore esiste, ma è complicato. (Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora