⚠Dormitorio Ovest⚠

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"DUECENTOSETTE" esultó Jimin esausto aggrappandosi alla penultima porta del corridoio con le poche forze che gli rimanevano. Si trovava al secondo piano del dormitorio ovest della Busan Arts University dove studiava danza ormai da tre anni. Lanciò una rapida occhiata alle due enormi valigie dietro di lui e si chiese per quale assurdo motivo l'ascensore dovesse essere fuori uso proprio all'apertura dell'anno scolastico, quando sarebbe dovuto servire per trasportare i bagagli degli sciagurati che, come lui, si portavano appresso l'intero guardaroba.
A niente erano servite le sue braccia forti e allenate; quelle valigie pesavano quanto due elefanti e più di una volta mentre le trascinava su per le scale aveva sperato che li spuntassero le ali e volassero direttamente in camera.

Sospirò e si concentrò sulla porta color mogano a cui era appoggiato. Era rimasto turbato quando mezz'ora prima la signorina della segreteria gli aveva consegnato le chiavi di una stanza del dormitorio ovest (il più lontano dagli edifici scolastici) e non solo perché sapeva che avrebbe dovuto trascinarsi i suoi bagagli immensi per tutto il campus. Tra i quattro dormitori del campus quello aveva guadagnato una reputazione particolare che lo aveva reso famoso anche nelle altre università del paese. Quel luogo, dal quale si era sempre tenuto a debita distanza, era conosciuto per la gran massa di casinari di prim'ordine che lo abitavano e che solevano organizzare feste e altri eventi al limite dell'assurdo come le corse nudi per il campus e varie cacce al tesoro che si concludevano sempre in modi disastrosi. Sembrava inoltre esserci un tacito accordo tra i dirigenti che, pur di lasciare intatta la sede storica della scuola, a cui erano annessi gli altri tre dormitori, avevano deciso di spedire i "pericoli distruttivi" in quel dormitorio, costruito all'estremo occidentale del campo.
Jimin, che nei primi due anni aveva avuto la fortuna di alloggiare nel dormitorio est si era sempre tenuto a debita distanza da quel luogo che suscitava in lui una strana inquietudine. E ora, dopo tutto i suoi sforzi per essere uno studente modello e mantenere una vita calma e tranquilla, era finito a dovere abitare per un anno intero nel covo del "dio della distruzione" dove si tenevano le feste più "esplosive" di mezza Korea.
E la cosa non lo rendeva affatto tranquillo.

Infilò la chiave nella toppa e dopo un paio di mandate la porta si aprì rivelando l'interno della camera agli occhi del ragazzo che, afferrate le sue enormi valigie, vi entrò richiudendosi poi la porta color mogano alle spalle. Si fermò un attimo ad ammirare la stanza stupito domandandosi se fosse nel posto giusto. Ampia e con un soffitto altissimo faceva sembrare le camere del dormitorio est dei piccoli tuguri angusti. Le pareti bianche e le ampie vetrate permettevano alla luce di illuminare alla perfezione la stanza e i moderni mobili al suo interno. Abbandonò le valigie in un angolo e si concentrò sulla cosa che più gli premeva da quando si era svegliato dieci ore prima: il letto. La regola per l'assegnazione dei letti nei dormitori universitari era semplice: "Chi primo arriva meglio alloggia"
E nei due anni precedenti Jimin era arrivato tardi trovando sempre Taehyung già ben piazzato sul letto migliore.
Invece quell'anno ce l'aveva fatta.
Era il primo ad arrivare e poteva quindi scegliere se occupare il letto singolo appoggiato alla parete o il matrimoniale vicino alla finestra.
"UN MATRIMONIALE?!"
Mai nella sua vita aveva immaginato di poter trovare letti matrimoniali nelle stanze di un dormitorio universitario. Pensò che doveva esserci stato un qualche tipo di errore con gli ordini, d'altronde i mobili ikea hanno dei nomi impossibili sia da leggere che da scrivere. Pensó che la cosa fortunatamente non lo riguardasse e si lanció sul letto singolo per marcarlo come "suo".

Afferrò il cellulare che fino a quel momento era stato silenzioso nella sua tasca notando diverse notifiche. Sua madre gli raccomandava di stare calmo, di divertirsi e di conoscere qualche ragazza/o carina/o in quei due giorni che precedevano l'inizio delle lezioni. Jimin non sapeva esattamente a che tipo di divertimento la madre alludesse anche se immaginava si riferisse ai famosi festini universitari che lui aveva sempre avuto cura di evitare. Non prendeva parte a una festa del genere dal quarto anno del liceo e ripensare alla sua ultima festa gli faceva ricordare il perché non avrebbe più preso parte a eventi del genere. Riprese a leggere i messaggi ricevuti.
Taehyung, il suo migliore amico, lo informava che era arrivato anche lui e chiedeva se potevano incontrarsi per cenare insieme alle 20 alla caffetteria del campus. Erano solo le 15 ma Jimin moriva di sonno. Si era svegliato alle cinque e per tutto il viaggio in auto non era riuscito a chiudere occhio. Nonostante ciò rispose affermativamente e appoggió il cellulare sul comodino. Per la prima volta da quando era entrato alla Busan non sarebbe stato in camera con il suo migliore amico e questa cosa lo preoccupava ulteriormente. Era stato abituato a dividere la stanza con lui negli ultimi due anni ed essere catapultato in quel luogo sconosciuto con dei nuovi compagni di stanza lo disorientava non poco. Chiuse gli occhi per fare un pisolino e speró che i suoi nuovi coinquilini fossero silenziosi e lo lasciassero dormire. Ancora non aveva idea di cosa lo aspettasse.

"Don't wanna be lonely. Just wanna be yours"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora