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Dopo il sabato indimenticabile insieme a Yoongi, tornare alla monotona vita a base di studio, fu per Hoseok una tortura. Aveva ventisei pagine da studiare, e ciò lo aveva costretto a segregarsi in casa tutta la domenica pomeriggio, lasciando fuori dalla sua stanza addirittura Jin che gli aveva portato il pranzo. Saltare i pasti era per Jin la cosa più irrispettosa che potesse fare nei suoi confronti, e offeso era tornato in salotto a poltrire. Ma con sé portava ancora il forte desiderio di avere il suo ragazzo accanto. Gli mancava come l'aria, e non vedeva l'ora di vederlo la mattina dopo. Guardò l'orologio, con ormai le palpebre pesanti che minacciavano di chiudersi da un momento all'altro. Le sette di sera. L'aria della malinconia che portava la domenica incombeva su tutta la casa, finché non sentì suonare al campanello.
"Jin? Chi è?" urlò aprendo un po' la porta per farsi sentire. Silenzio. Non quel tipo di silenzio che serve a rassicurare una persona.
"Jin" insistè, arrivando in salotto. Un ragazzo, alto più di lui, era appoggiato allo stipite della porta. I capelli di un insolito viola scuro, le labbra spesse che ogni tanto si inumidiva, guardando Jin, rimasto immobile davanti al ragazzo sconosciuto. Sembravano parlarsi con lo sguardo, e Hoseok si sentì decisamente di troppo. Delglutì e cercò lo sguardo del coinquilino, che si era spostato sul parquet.
"Saresti?" il castano guardò lo sconosciuto, non più così sconosciuto dopo averlo guardato meglio: era uno dei ragazzi delle foto di Yoongi, lo riconosceva bene per la sua carnagione scura e le labbra grandi.
"Namjoon, sono un amico di Jin"
"Non sei mio amico"
"Se me lo permetti potremmo esserlo di nuovo" spalancò le braccia e lo guardò con sguardo supplichevole, mentre il biondo tenne lo sguardo basso altrove. Non voleva avvicinarsi, non doveva. Non gli avrebbe mai dato tale soddisfazione.
"Mi hai abbandonato. Come tutti gli altri. E non voglio vederti" disse infine, alzando la testa. Hoseok per loro due non esisteva più, parlavano come se lui non ci fosse, non si curavano del ragazzo in piedi poco distante che li ascoltava.
"Io non ti odio Jin" sussurrò dopo poco, ormai rassegnato ad ogni tipo di possibilità per potergli parlare.
"Io sì"
"Guardami mentre lo dici" sorrise quel Namjoon con un sorriso dolce sul viso mostrando delle fossette sulle guance. Jin lo fissò negli occhi, con le labbra serrate: non poteva, non doveva guardare negli occhi il ragazzo che non aveva mai smesso di amare e dirgli una cosa simile. Si lasciò solo sfuggire una lacrima solitaria che asciugò prima che potesse notarla. Ma non funzionò.
"Non piangere" bisbigliò e afferrò i polsi del biondo, ora troppo vicino per poter evitare di guardarlo. E quando tutto sembrò prendere una piega più romantica, Hoseok girò i tacchi e tornò nella sua stanza sorridendo tra i baffi. Probabilmente loro due dopo Yoongi e Jimin erano stati quelli che più di tutti ne avevano risentito del litigio. Il nome del suo ragazzo comparve sul display distogliendolo dai suoi pensieri. Gli aveva mandato una sua foto. In piedi, davanti allo specchio, con la felpa rossa che mi aveva prestato per dormire la notte prima.

Stava molto meglio a te. Mi manchi oppa :(

Andò in estasi per il nomignolo affibbiatogli e rispose che se avesse voluto avrebbe indossato quella felpa ogni volta che voleva. E passò la sera a parlare con lui, anche al telefono.
"Devo andare al letto piccino, sono stanco morto" sbadigliò Hoseok, pronto a dare la buonanotte a Yoongi.
"Ti amo"
"Anche io"

Il prossimo capitolo è l'epilogo, hihi

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