L'ultimo gesto d'amore

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I mitici anni ’60 come spesso molti amano definirli, hanno rappresentato il decennio caratterizzato dal più importante rinnovamento generazionale che il secolo scorso abbia mai conosciuto. Sono gli anni contraddistinti dalla dolce vita, consacrati dalla famosa pellicola del regista Federico Fellini. Alla radio nasce “Tutto il calcio minuto per minuto”(1960) con la mitica voce di Sandro Ciotti.”

La radio risveglia ricordi sopiti, nella mano la fotografia di una donna sorridente che accarezza un pancione tondo, sotto un vestito giallo paglierino. I suoi lunghi capelli neri incorniciano un viso di porcellana che ricorda il cielo di marzo nelle sue giornate migliori. Occhi vivaci di una giovane età piena di energia.

L’uomo sospira, una volta ancora e nei suoi occhi non ci sono lacrime. La schiena ricurva  avvolta dalla giacca di lana sgualcita e morbida sui pantaloni di taglio classico. sbiaditi dal tempo. Nella tasca destra un rigonfiamento altera  la forma del suo fianco.

“Presto potremmo abbracciare il nostro bambino. Sei felice?”

Tutto aveva un senso se riflesso nel suoi sguardo.

Le giornate si susseguivano sempre uguali, ma lei faceva apparire tutto speciale.

Macchie scure sulla mano rugosa che passa fra i capelli diradati e grigi.

Si toglie gli occhiali e li posa sul tavolo della cucina insieme alla fotografia.

Lentamente si alza e trascina il suo corpo stanco vicino al frigorifero, dove prende un mazzo di chiavi appese a una piccola bacheca di legno bianco con su scritto sweet home.

I piedi nelle pantofole di velluto nero si muovono incerti come se il terreno fosse deformabile, ogni suo passo sprofonda e riaffiora a fatica, trascinato dal suo percorso.

“Quando torni ricorda di metterle al suo posto, altrimenti non le troviamo più”

Si volta guardando il vuoto, sorride a quella visione femminile che le butta un bacio leggero e lo lascia ancora una volta senza respiro.

“Il 1963 è l’anno del tragico avvenimento che sconvolse l’opinione pubblica mondiale e l’assetto politico americano: l’assassinio di John F. Kennedy. Mentre in Gran Bretagna (1964) imperversavano i  Beatles e i Rolling Stones.”

La radio continua indifferente il suo soliloquio e cattura la sua mente con il medley sonoro che ha incorniciato i migliori anni del loro amore. Beatles e Rolling Stones quanti sogni d’amore, lunghe ore ad organizzare il futuro, il loro matrimonio, la famiglia che desideravano insieme, il loro bambino.

“Mi dispiace, il bambino è nato morto”

Quelle parole così brutali avevano segnato per sempre il loro destino.

Un piccolo attimo di esitazione lo trattiene dalle sue intenzioni, poi prosegue il suo cammino.

La scala che porta allo scantinato è sempre più ripida per le sue gambe indebolite dall’età e dai risentimenti che pesano sulle sue spalle.

Lo scorri mano di legno è sempre più instabile, da anni ormai nessuno ha più voglia di aggiustarlo.

“Me ne vado, non posso più stare con te. Siamo stati felici insieme, ma quel tempo è passato”

Le valigie erano pronte vicino alla porta d’ingresso, i capelli raccolti sotto al cappello di lana marrone . Chiusa nel suo cappotto di cachemire con i guanti di pelle ancora fra le mani sottile e dalle unghie curate e laccate. Lo guardava apatica, senza più nessun sentimento che ricordasse il loro amore. Invidiava quella forma fisica perfetta che aveva superato il dolore del lutto e aveva lasciato alle spalle i loro anni insieme seguendo nuovi orizzonti.

La piccola porta della cantina è chiusa a doppia mandata, anche se le assi logore non permettono una chiusura perfetta. L’odore stantio di cibo avanzato e di marcio filtra attraverso le travi. Si ferma per infilare meglio la ciabatta del piede sinistro. Si allaccia la giacca lisciandola, per  renderla più presentabile, alcuni bottoni sono stati ricuciti con il filo di un altro colore, sorride pensando che nella sua vita nessuno mai gli aveva insegnato a farlo.

Solleva un po’ le spalle per sembrare più alto e con un passo sicuro varca la soglia.

Due occhi stanchi lo fissano dal basso del pavimento, il corpo femminile coperto di stracci è segnato dalle ecchimosi e ha consumato tutta la muscolatura, lasciando solo la pelle grigiastra a ricoprire le ossa. I capelli neri lucidi, un tempo imbevuti di vita, hanno lasciato il posto a fragili capelli bianchi, sporchi e diradati dalla sofferenza del suo sequestro in quel seminterrato.

Manette di metallo la fissano allo scafale di legno, dove giacciono alcune bottiglie vuote dimenticate e ricoperte di ragnatele.

A terra, nel vassoio, avanzi di cibo rosicchiati dai topi, una caraffa trasparente a metà di acqua e del pane ammuffito.

“Tanti anni insieme . . .”

La donna si scuote in un sussulto di paura

“Quanto ti ho amato.”

Ritrae le gambe arricciandosi il più possibile nella sua posizione fetale.

Lui si avvicina e la libera dalle fredde manette. I polsi ricadono a terra senza forza.

“Non potevo vivere senza te”  -  dall’alto dello scafale prende un mucchio di indumenti ben ripiegati e richiusi in una busta trasparente, poi lo posa vicino alla donna.

“Non potevo permetterti di andare via.” -  le porge gentilmente il cappotto di cachemire e il berretto di lana.

Una lacrima scende dagli occhi di lei, ma subito si asciuga esanime, senza speranza.

“Ora ho capito cosa è meglio per noi.”

Le gira le spalle per allontanarsi di un paio di metri, poi si posiziona davanti a lei in modo che la sua vista possa coglierlo in tutta la sua forma.

Senza più esitare estrae una pistola dalla tasca dei pantaloni. La donna non riesce ad emettere nessun grido, non ha né la voce né la forza per farlo, ma il terrore dilaga in tutto il suo organismo, in ogni atomo e neurone del suo corpo.

Alza l’arma puntandola verso lei. Quella piccola canna nera ha una direzione precisa.

“Questo è il mio ultimo gesto d’amore.”

Il gomito ripiega il braccio dell’uomo, la pistola si posa sulla sua vecchia tempia.

Un sordo rumore echeggia nel silenzio, una serie di piccoli schizzi rossi, neri e giallastri s’irradiano intorno dipingendo un tramonto primaverile sul muro stinto, dall’intonaco graffiato.

La voce della radio rimbalza sulle pareti:

“Dopo questo meraviglioso medley lasciamo i favolosi anni sessanta per tornare al presente con le notizie di oggi, 15 dicembre 1992 e le previsioni del tempo”

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 14, 2014 ⏰

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