Un pomeriggio uggioso,nuvole incollate a modi batuffolo all'apice dei monti,un aria Fresca,frivola ma colma di suggestione, di riverberi umidi e solleticanti. Meglio stringersi la sciarpa attorno al collo,e forse, mettere addosso una giacca più pesante per poter poi percorrere all'esterno la langua via campagnola, irta di pozzanghere, sovrastata solo dallo spasmodico rumore del vento, simbolo di sinistri presagi per i fumatori come il sottoscritto. Un passo costante, tra i corridoi e gli spazi miseri di un abitazione,equilibrati solo dal fatto del premio,il premio. Una mano apre un frigorifero, dove all'interno giace con estrema e siffatta onestà un bottiglia di peroni da 66,la matrona della digestione,la signora dei canti mistici di Bacco,la figlia della dea luppolo e di sua madre Gaia. Fresca e bagnaticcia al tatto,inodore e vitrea,soave leccornia di tutti i tempi umani. Da vita al sogno,mentre con leggiadria e disinvoltura accingo la bottiglia nel mio porta speranze,altri passi,porte che si aprono e infine, chiavi che chiudono. La sciarpa va adagiata meglio attorno alla gola, si sente il brivido della freschezza mentre il passo diventa sempre più automatico, un auto pilotaggio estremo, verso i boschi nei meandri senza sogni. Ghiaia e pozzanghere non mi fermeranno, non saranno mai capaci di disabilitare la mia formula, l'istinto primordiale sopra la coscienza,sopra l'essere un essere,sopra il brivido del chiedersi una risposta. La meta e in prossimità,una capanna di legno,simbolo di attaccamento e di armonia, con all interno un umile panchina, simbolo del sedersi e piantarla di armoneggiare il tutto. Ci sono, sono seduto. Sfilo leggiadro come una faina la birra dalla sacca e con un gesto deciso, dinamico, i miei molari sderenano quello che un tempo era un tappo. Fumi di soddisfazione e un tintinnio metallico,danno inizio al primo ed inimitabile sorso di birra. Un sorso corto ma pieno di amore e sentimentalismo. Il cinguettio degli uccelli,l'umiltà delle formiche sempre in costante movimento,la sciagura e L ansia alla vista di un ragno... il movimento delle foglie sibilanti e L abbaiare frenetico di un cane in lontananza. La costanza nelle azioni del mondo, come il mio portare alla bocca la bottiglia di Bacco,non mi deficita. Ma apre la mia mente al concetto primordiale, al sentirmi come un topo al caldo nella sua tana invernale. I sogni, le divergenze dei nostri pensieri e il ciclo dell essere, l'essenza della preda e del cacciatore... sono sinonimi di un unica frase,di un unico concetto. Nulla è reale, tutto è lecito.
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La risposta
Short StoryOgniuno ha dei rituali da compiere, ogniuno deve scegliere principalmente un rituale.