Capitolo 3

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Le giornate andarono avanti così per qualche giorno, normali e tranquille.
Con il nuovo cameriere nessun progresso, molto timido e troppo riservato. Parlare con lui mentre mi serviva era impossibile, troppo concentrato sul lavoro, al bancone non lo trovavo mai, quindi una vera e propria conversazione non c'era mai stata.
L'opportunità venne un sabato mattina, ero andato lì prima dell'inizio del mio turno, eh già nei week-end si lavorava tutto il giorno e le "donne di intrattenimento" avrebbero fatto solo il loro lavoro principale e non si sarebbero occupate di servire i tavoli. Il locale apriva alle 10 quindi ne avevo approfittato per andare lì a fare colazione. Stranamente fu lui ad aprire la conversione dopo che ebbi ordinato un cappuccio.
<<ti vedo spesso qui, cliente abituale da molto tempo?>>
<<direi di si, sia casa mia che il posto dove lavoro sono qui vicino, potrei dire che ci sono cresciuto in questo locale, ci vengo dalla sua apertura, invece tu sei nuovo, come ti trovi?>>
<<Adesso bene, la prima impressione che avevo avuto si è rivelata errata, pensavo fosse un posto molto incasinato e data la zona anche poco tranquillo dal lato diciamo criminale, ma invece si è rivelato molto tranquillo e i miei colleghi sono molto gentili>>
<<comunque, piacere Yūichirō>>dissi porgendogli la mano.
<<piacere mio Mika>>mi rispose stringendomi la mano. Era morbida e calda, molto curata, non sembrava proprio la mano di un ragazzo costantemente al lavoro con le mani tra tazze, bicchieri, piatti e acqua.
Dopo queste mie argute costatazioni lo salutai e mi diressi verso il locale, a breve sarebbe iniziato il mio luungo turno.
La mattinata passo tranquilla tra un cliente e l'altro. Ma già nel pomeriggio incominciarono i problemi.
Erano circa le due quando arrivò il solito cliente in vena di giochi, però era strano, non era il classico seme che dominava in tutto e per tutto. A lui piaceva dominare ma gli piaceva anche prenderlo in culo. Mi spogliò completamente e mi legò al letto a gambe e braccia divaricate con delle manette. Poi andò a cercare qualcosa nell'armadio dei giochi, tornò da me con in mano un vibratore enorme. Era lungo quasi quanto un avambraccio e con un diametro di circa 5 cm se non di più, infine si spogliò anche lui e si posizionò a cavallo sopra di me.
<<questo bellissimo giocattolino serve per far godere anche te, non posso essere l'unico a divertisi e a provare piacere>>
Lo disse con un tono che voleva essere attraente, seducente, ma risultò essere solo agghiacciante.
In men che non si dica era già pronto a infilarmelo dentro. Iniziò a inserirlo lentamente e fu un dolore atroce, l'istinto mi diceva di chiudere le gambe, ma non potevo, l'istinto mi diceva di stringere forte qualcosa con le mani ma anche questo mi era impedito, mi era concesso solo reclinare la testa all'indietro e urlare dal dolore, anzi poco dopo mi fu impedito anche di urlare perché due sue dita mi si infilarono in bocca e si misero a giocare con la mia lingua. E nonostante il dolore il mio corpo di sua iniziativa si eccitava, l'uomo intanto inserì gli ultimi centimetri dell'enorme vibratore con una poderosa spinta, lo sentii addirittura nelle mie viscere talmente tanto era andato in profondità.
Completato il lavoro ri-andò a posizionarsi sopra la mia vita, finalmente sfilò lei sue dita dalla mia bocca e con queste andò a preparare la sua entrata, io intanto ero libero di riprendermi un minimo. Ma non durò molto, lo vidi sfilare lei sue dita dal suo interno e posizionarsi sopra il mio pene già eretto e con un unica rapida mossa impalarsi. Fu una sensazione strana, era la prima volta che penetravo qualcuno ed era strano, quasi piacevole, lo sarebbe stato ancora di più sé non avessi avuto quel coso enorme nel culo e non fossi stato legato. Una volta arrivato fino in fondo inizio a muoversi a destra e a sinistra, avanti e indietro per posizionarsi meglio e per abituarsi alla presenza. Quando fu soddisfatto stranamente non iniziò a montarmi ma portò una mano al vibratore e lo azionò, fu una cosa orrenda, se guardavo verso il mio stomaco potevo vederlo muoversi sottopelle a un'intensità tremenda. Solo poi il tipo iniziò a muoversi. Passammo una ventina di minuti così, poi lui venne sopra di me, stavo per venire anche io quando si bloccò togliendosi da sopra di me.
<<eh non caro mio non puoi venirmi dentro, così mi contamini tutto, però puoi fare altro sé vuoi, tipo qualche bel lavoretto con la tua bellissima lingua>> Non avevo minimamente capito cosa volesse, ero ancora in preda al dolore per via del vibratore che continuava a scuotemi le viscere e per l'orgasmo mancato, quando improvvisamente mi ritrovai il suo cazzo in bocca. Ora avevo capito, il tipo voleva un pompino, fui costretto a muovere la testa per farglielo, anche se fu alquanto difficile con lui a schiacciarmi il petto. Leccavo e succhiavo, avanti e indietro, dentro e fuori, continuammo così per un po fino a quando non sentii che stava per venire, ero pronto e sfilarmelo dalla bocca ma lui prontamente con una mano mi affermò malamente i capelli e tirò la mia testa verso di lui, venendomi poi in gola e soffocandomi.
Dopo tutto ciò non era ancora soddisfatto, dopo riessersi messo le mutande ritornò da me e sovrastandomi mise al massimo la potenza del vibratore e mantenendolo dentro di me a forza, dato che l'intensità delle vibrazioni era talmente forte da farlo fuoriuscire lentamente. Non avevo quasi più voce per urlare e mi sentivo come spezzato a metà, poi non ce la feci più preso dall'orgasmo talmente potente strinsi con forza il culo e il vibratore fu eiettato fuori, lasciando l'uomo esterefatto. Stavo cercando di tornare a respirare normalmente quando sentii una nuova presenza farsi spazio in me ma molto più grossa di quella di prima. Allarmato e terrorizzato alzai in fretta il capo e con orrore scoprii che lo stronzo aveva deciso di penetrarmi con il suo pugno. Per questo non c'era logicamente spazio e procedeva quindi al mio interno molto lentamente, inserí il suo braccio fino quasi al gomito. Anche il suo pugno, come il vibratore, si vedeva chiaramente arrivare quasi al mio stomaco. Iniziò ad aprire e a chiudere la sua mano per dilatarmi ulteriormente, era un dolore lancinante, insopportabile e lo diventò ancora di più quando iniziò a pompare con il braccio, le spinte erano talmente forti da farmi quasi spostare, quasi perché ero ancora legato e questo era un male, mi stavo quasi slogando le spalle. Rimbalzavo sotto i suoi colpi. Non so per quanto andò avanti, ma dopo quelle che a me parvero ore svenni e il buio mi circondò.

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