Libertà

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Mi sveglio con un forte mal di testa. Mi alzo a sedere e tutti ancora dormono. Ne avranno bisogno. Mi avvicino a Lucifero e, facendo attenzione, gli tolgo le bende. Il sangue ha smesso di scorrere. Pulisco la ferita e la avvolgo con altre bende pulite. Non so da quanto tempo siamo qui. In questa stanza non riusciamo a distinguere il giorno dalla notte. Lilith non fa altro che dormire, anche se male. Si sveglia urlando anche durante la notte. Sente ancora le risate e le mani di quei luridi bastardi. Io e Sarah cerchiamo di aiutarla ma invano. Non è una ferita facile da curare. Ci vorrà tempo. Noi più che darle consigli e supportarla non possiamo fare nulla. Quando Lucio ha saputo dell'aggressione e del tradimento di Azazel si è infuriato. Ha cercato di uscire dalla Sala del Perdono per andare ad uccidere il demone con le sue stesse mani. Nemmeno Abrael è riuscito a trattenerlo e l'ho dovuto bloccare sigillando la porta d'ingresso. Inutile dire che mi ha più volte urlato di lasciarlo uscire, ma poi si è calmato.
«Come sta?» Mi chiede Lilith avvicinandosi.
«Sta guarendo. Lentamente, ma sta guarendo.» Le rivelo e lei annuisce rimanendo in silenzio. Posso solo immaginare quanto stia soffrendo in questo momento. Un marito ferito e portato quasi alla morte, un figlio che si sente impotente.
«Solo tu puoi placare la rivolta Principessa» Sussurra Lucifero tenendo gli occhi ancora chiusi.
«Sta delirando.» Affermo toccandogli la fronte.
«Ha la febbre alta. Non sa cosa sta dicendo.» Continuo poggiandogli una pezza umida in fronte.
«No Lilith. Lui ha ragione. Solo tu hai la capacità di rimettere tutti in riga. Lo farebbe lui stesso ma saremo già morti prima ancora che si risvegli.» Afferma Lilith prendendomi le mani.
«Ma io non so come fare.»
«So che troverai un modo insieme a Lucio.» Afferma e si allontana da me rimettendosi a dormire. Sembra che le stia passando, o almeno lo spero. Torno a guardare il demone inerme accanto a me.
«Per favore se mi senti fammi un cenno. Cosa devo fare?» Chiedo al demone.
«L'Incoronazione deve avere luogo il prima possibile. Tu sei Lilith, Principessa dei Cieli e futura Regina dell'Inferno. Una demone nata in Paradiso con più poteri di quanto avesse voluto. Ciò ti rende unica e speciale agli occhi dei demoni che vogliono impossessarsi del mio Trono. Per loro sei una minaccia, più di quanto lo sia mari stato io. E hanno ragione.» Sussurra il demone spalancando gli occhi. I suoi ghiacciai incontrano i miei e sembra pregarmi di salvare il suo Regno.
«Lo farò.» Sussurro e lui richiude gli occhi lentamente dopo avermi fatto un segno riconoscente. Incoronazione. Solo Lilith può incoronarci Re e Regina. Ma con Sarah e Michael come si fa? Da tradizione i due Principi devono essere Incoronati contemporaneamente insieme alle rispettive Regine. Michael è in Paradiso e al momento uscire dall'Inferno è tutt'altro che sicuro. Forse Lucifero si sbaglia. Forse c'è un altro modo. Devo solo riuscire a capire quale sia. Improvvisamente qualcuno bussa al Portone. Lucio apre di scatto gli occhi e si alza immediatamente.
«Abrael svegliati!» Scuoto mio fratello cercando di svegliarlo.
«Che succede?» Chiede assonnato.
«Sono arrivati.»
«Che si fa?» Chiede Lily che è stata svegliata dalle mie urla nel tentativo di svegliare Abrael.
«Nulla.» Affermo e tutti mi guardano come se fossi impazzita. Guardo Lucifero disteso a terra. Sembra che mi stia incoraggiando a fare la cosa giusta.
«Voi restate qui.» Affermo e richiamo l'acqua dalla fontana a me mentre li spingo contro le pareti.
«Non te lo lascerò fare.» Afferma Lucio.
«Lo so ed è per questo che mi servono loro.» Affermo facendo cenno ai getti di acqua che li immobilizzano. Cercano di liberarsi ma con scarsi risultati. Creo una bolla difensiva attorno a Lucifero, Lilith e Sarah.
«Perché lo fai?»
«Perché così mi è stato detto.» Rispondo al Principe guardando il padre disteso a terra.
«Ti ha parlato.» Sussurra stupito e annuisco chinando il capo.
«Poco fa, mentre gli cambiavo la benda. Solo io posso fermarli. Ha parlato di Incoronazione anticipata e ho capito. Senza Michael l'incoronazione non può avere luogo ed è per questo che c'è una soluzione alternativa. Io sono Lilith, Principessa dei Cieli e futura Regina dell'Inferno. Una demone nata in Paradiso e, se non fosse stato per la mia natura demoniaca, Erede al Trono angelico. Posseggo capacità che nessuno ha. Solo io posso fermarli.» Affermo. Mi guardano tutti stupiti ma non capisco il motivo.
«I tuoi capelli.» Sussurra Lily.
«Cos'hanno che non va?» Chiedo e mi avvicino allo specchio d'acqua. Sono ritornati lisci. Peccato, ricci mi piacevano di più. Guardo Lucio che mi sorride e mi avvicino a lui lasciandogli un bacio sulle labbra.
«La mia Principessa coraggiosa.» Lo sento sussurrare mentre mi dirigo al Portone aprendolo con un gesto della mano. Mi fermo a parecchi metri da loro e gli faccio cenno di entrare. Azazel, insicuro, spinge una delle guardie all'interno aspettandosi di vedere un piccolo mucchietto di cenere al suo posto. Rimane invece stupito nel vedere la guardia ancora viva che si scaglia contro di me. Con un solo gesto della mano l'acqua della fontana lo colpisce imprigionandolo in una palla d'acqua. Il demone cerca di combattere contro quella forza più grande di lui ma muore annegato.
«Il prossimo?»
L'esercito entra nella Sala. Alcuni cercano di ferire Lucifero venendo elettrizzati. Decine di soldati cadono morenti tutt'intorno senza che io alzi un solo dito.
«Non toccate Lucifero e le due donne distese a terra! Sono bolle angeliche! Ma come?» Esclama Azazel per poi voltarsi incuriosito verso di me.
«Tu chi sei?» Chiede.
«Davvero non sai chi io sia? Eppure sono all'Inferno da molto.»
«Ah giusto. La Principessa fuggitiva.» Ghigna.
«O per meglio dire la Principessa che adesso ti farà il culo.» Lo corregge Lucio. Azazel, che non lo aveva ancora notato, si volta verso di lui e comincia a camminare nella sua direzione.
«Almeno avrò il piacere di eliminare l'Erede al Trono.»
«Se io fossi in te non le toccherei. Quell'acqua proviene dal Paradiso. Le persone con intenzioni tutt'altro che pentite possono solamente morire al contatto con quell'acqua.»
«E io dovrei crederci? L'acqua è a contatto anche con Lucio eppure è ancora vivo mi sembra.»
«Io ti ho avvertito Azazel. Sei tu che hai scelto di non credermi.»
«Che stai facendo Lilith!» Urla Lily ma la zittisco.
«Azazel!» Irla qualcuno dal Portone. Ilara.
«Mia dolce Ilara a quanto vedo hai cambiato idea e hai portato anche il tuo esercito con te.» Afferma Azazel avanzando verso la demone a braccia aperte.
«Davvero lo pensi? Le tue guardie dovrebbero esserti fedeli giusto?» Chiede la demone.
«Certo. Ripongono la loro fiducia solo in me.«
«E allora come lo spieghi questo?» Chiedo indicando i demoni alle mie spalle.
«Molti demoni erano degli infiltrati. Ilara è riuscita a convincerli di stare dalla nostra parte, la parte vincente.»
«Come sapete che vincerete?"
"Perchè noi abbiamo lei.» Afferma Ilara indicandomi.
«Lei? Davvero? La Principessa codarda scappata dal suo Destino per ben diciassette anni?» Ride il demone.
«Se fossi in te non riderei così tanto.» Afferma Lucio guardandomi. Azazel si volta verso di me e rimane terrorizzato. Le corna sono spuntate, gli occhi iniettati di sangue, le ali spalancate.
«Non sono scappata. Mi hanno mentito per diciassette anni. Poi me ne sono andata per rafforzarmi e credimi, se prima ero pericolosa, adesso lo sono molto di più.» Affermo e il demone inizia a correre verso l'uscita ma trova Ilara e le sue truppe a bloccarlo.
«Catturatelo. Che sia rinchiuso nelle segrete e torturato ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e ogni singolo secondo per il resto della sua inutile esistenza.» Affermo e le guardie lo catturano portandolo via.
«Io ritornerò! E quel giorno sarà la fine per tutti voi!»  Continua ad urlare. Libero Lucio e gli altri che cadono a terra esausti. L'acqua non li ha uccisi, è vero, ma gli ha portato via parecchie energie. Abrael si avvicina a Ilara e la abbraccia.
«Va tutto bene?» Chiedo a Lucio che, senza rispondermi, mi bacia.
«Sei unica.»
«Lo so.» Ridacchio e mi lascia un altro bacio sulle labbra.
«Ti amo, non dimenticarlo.»
«Ti amo.»
«Come hai fatto a tenercelo nascosto? E soprattutto come hai fatto a riportare tutti questi demoni dalla nostra parte?» Chiede Abrael avvicinandosi a noi tenendo Ilara per mano.
«Senza Ilara sarebbe stato impossibile. Mentre voi dormivate, io e lei ci incontravamo in segreto, anche per questo non ha avuto problemi nell'entrare qui.»
«E le lettere?» Chiede Lucio confuso.
«Una volta corrotte delle guardie abbiamo pensato che fosse più sicuro così. Una volta stavano per scoprirci.» Spiega la demone e i due ci guardano strabiliati.
«Mitiche.» Sussurra Abrael.
«No. Fantastiche.» Lo corregge Lucio e non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
«Lilith!» Tuona una voce alle mie spalle. Mi volto sapendo già cosa mi toccherà subire.
«Ti avevo dato ordini ben precisi!» Tuona Lucifero.
«Si ma...» Inizio ma mi blocca con un gesto della mano.
«Non ho finito. Mi hai disubbidito. Ha messo la mia famiglia e me in pericolo per l'ennesima volta e...» Comincia il demone e mi preparo al peggio.
«Ci hai salvati tutti.» Conclude con il volto sereno come se fosse una cosa da poco. Guardo il demone sbalordita.
«Che c'è? Fare complimenti è strano?»
«Fatti da te si padre.» Si avvicina Lucio e mi cinge la vita.
«Senza i tuoi deliri non ce l'avrei fatta Lucifero.»
Il demone sorride consapevole dell'importanza del suo ruolo e alzo gli occhi al cielo. Poi si volta verso il figlio.
«So che è un po' tardi Lucio, ma tanti auguri figliolo.» Afferma e stringe il figlio in un abbraccio. Lilith dorme ancora. Mi avvicino per svegliarla. Sarà felice per il risveglio del marito.
«Lasciala dormire Lilith. Ne ha passate tante.» Afferma Lucifero e prende in braccio la sua sposa.
«Ci vediamo nella Sala del Trono per la cena.» Dice prima di uscire dalla Sala del Perdono con la Regina incosciente tra le braccia.
«Auguri per cosa?» Chiedo guardando Lucio confusa.
«Quando siamo entrati qui dentro era il 3 di Maggio, giusto?» Chiede e io annuisco.
«Allora probabilmente avremo passato così tanto tempo qui che siamo arrivati al 31 maggio. Il giorno del mio diciottesimo compleanno.» Afferma e trattengo il respiro. Abbiamo passato quasi un mese qui dentro e nessuno se n'è reso conto. Nessuno tranne Lucifero. Ovviamente.
«Auguri!» Esclamo saltandogli al collo e lui mi cinge la vita facendomi volteggiare.
«E l'Incoronazione?» Chiede Lily.
«Se oggi è 31, vuol dire che qualche giorno fa Michael ha compiuto 17 anni. É in età giusta per essere incoronato. Dobbiamo solo sistemare l'Inferno. Penso che basteranno due settimane per organizzare tutto.» Afferma il Principe e annuisco.
«Ci vediamo di sotto ragazzi.» Affermo e lasciamo i quattro demoni da soli. Sarah dorme ancora accanto a Lily che la accarezza delicatamente. Riguardo Abrael e Ilara, che dire, sono impegnati a lasciarsi baci sdolcinati.
«Mancano quattro ore prima della cena. Cosa hai intenzione di fare?» Chiedo a Lucio mentre scendiamo lentamente le numerose rampe di scale.
«Non saprei. Potremmo ritagliarci del tempo e fare qualcosa che non fai da tanto.» Propone.
«Una passeggiata per la città come i vecchi tempi?» Chiedo e lui mi bacia delicatamente.
«Lo prendo come un si.»
Mi accompagna in camera mia e, dopo avermi salutata con un elegante e raffinato baciamano, va a prepararsi. Entro nella cabina armadio e inizio a rovistare tra i vestiti. Alla fine afferro un jeans nero a vita alta e una felpa verde smeraldo corta che mi lascia il ventre scoperto con le Vans per completare il tutto.

Qualcuno bussa alla porta e vado ad aprire.
«Pronta Principessa?» Chiede Lucio porgendomi la mano e io annuisco afferrandola. Usciamo dall'Inferno ed entriamo nella limousine fatta preparare dal demone.
«Ricorda: semmai dovessimo incontrare i nostri vecchi compagni di classe dovremmo usare il tuo vecchio nome. Dobbiamo anche trovare una scusa che possa spiegare la nostra sparizione in questi ultimi mesi.»
«Potremmo dirgli che siamo partiti per un viaggio e siamo lì solo di passaggio.»
«Pensi che ci crederanno?» Chiedo insicura al demone.
«Sono umani. Non sono così intelligenti.»
«Intanto Dante è riuscito ad entrare nel vostro Regno.»
«Davvero credi che ci sia riuscito?»
«No?» chiedo.
«Mio padre non avrebbe mai permesso a un semplice poeta in pena d'amore di trovare l'ingresso per il suo Regno. Non lo permetterebbe mai a nessuno.» Spiega il Principe e annuisco poco convinta dall'affermazione del demone.
«Siamo arrivati Vostre Altezze.» Afferma l'autista parcheggiando l'auto di fronte alla mia vecchia casa. Scendo dall'auto senza togliere gli occhi dall'abitazione. Sembra così vuota. I vetri delle finestre sono tutti completamente distrutti. Chissà quante ne avrà viste negli ultimi mesi. Mi sembra solo ieri di essere lì con Sam e Jack. Riesco ancora a vederci correre per la casa.
«Non vedevo questa casa dal giorno del mio diciassettesimo compleanno. É assurdo pensare quante cose siano cambiate nel giro di pochi mesi. Di quanto io sia cambiata. Ero solo un'ingenua ragazzina, orfana di entrambi i genitori. E ora mi ritrovo fidanzata e futura Regina di un Regno che pensavo non esistesse.» Affermo ripassando tutta la mia vita.
«Sai che sarai la Regina più giovane che l'Inferno abbia mai avuto?» Chiede Lucio per distrarmi e annuisco. La madre aveva già parecchi millenni quando è diventata Regina sebbene ne dimostri diciotto esteticamente.
«Non ti manca tutto questo a volte?» Gli chiedo e lui annuisce.
«Ogni singolo secondo. Erano gli unici momenti in cui non sentivo il peso del mio Regno sulle spalle. L'incoronazione mi sembrava così lontana. Forse anche perché non avevo una Regina accanto a me. Nessun Principe può salire al Trono senza aver prima convolato a nozze. Tranne ovviamente mio padre e Michele. Sono stati loro a immettere questa legge per salvaguardare i Regni e la loro discendenza.»
«Ragion per cui ha cercato di tenerci separati.»
«Si. Ma non poteva fare molto. Anche i tuoi genitori non sono riusciti a tenere lontani Michael e Sarah. Quando l'amore è puro e sincero, nulla può tenere gli amanti separati.» Afferma a malincuore.
«Per fortuna invece hai incontrato me. Altrimenti mi avresti dovuta aspettare per millenni probabilmente.»
«Già.» Sorride guardando l'abitazione.
«Ma adesso basta con i rimpianti e con la tristezza. Siamo venuti qui per una ragione e non è sicuramente quella di ritornare all'Inferno tristi e depressi.» Affermo e mi guarda.
«Allora Principessa, dove avete intenzione di portare un povero demone come me?»
«Un paio di idee le avrei. Seguimi!» Affermo iniziando a correre. Lucio mi viene dietro e mi affianca in men che non si dica.
«Dove andiamo?» Chiedo.
«Lo vedrai.»

Dopo aver svoltato a destra e a sinistra per qualche isolato arriviamo al parco dove i miei genitori mi portavano sempre da bambina.
«Venivo sempre qui quando ero bambina. Io ero sempre sull'altalena mentre i miei genitori umani si sedevano su quella panchina e mi guardavano sorridendo. Non hanno mai avuto timore della mia vera natura. L'hanno accettata. Passavamo le ore qui al parco e, quando arrivava il momento di andarcene, io iniziavo a piangere. Mi sono sempre sentita libera qui. Sentivo di poter essere me stessa. Non c'erano altri bambini. C'eravamo solo io e i miei. Gli altri genitori capirono che ero diversa e tenevano i loro figli a debita distanza da me. Il diverso spesso non è simbolo di apprezzamento.» Affermo sfiorando con le mani le catene dell'altalena.
«Tu non sei diversa. Sei speciale e lo sai.» Afferma Lucio lasciandomi un bacio sul capo.
«E ora siediti.» Mi ordina.
«Ma come. Qui davanti a tutti?» Chiedo guardandolo a bocca aperta e lui annuisce con l'espressione di chi non vuole un no come risposta. Mi siede sull'altalena e Lucio inizia a spingermi da dietro. Sento il viso sferzato dal vento, i capelli che si scompigliano e un senso di libertà mi pervade. Lucio mi guarda sorridendo. So che farebbe qualsiasi cosa per me e questa è l'ennesima prova.

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