Capitolo 3

450 43 5
                                    

La ragazza dai lunghi capelli biondi sembrava soddisfatta di sé stessa. Sorrideva orgogliosa, continuando a puntare la sua pistola contro il mio viso. Troppe volte il pensiero di morire in missione mi aveva sfiorato. Lasciare la mia vita per il mio lavoro, dare me stesso per la salvezza di altra gente a cui non sarebbe affatto importato se fossi morto oppure no. Ormai mi ero abituato a questa sensazione di disagio «pensavo fossi più astuto, Harry Styles.» sibilò avvicinandosi a me con la sua Glock puntata al centro del mio petto. «Per avere soli 20 anni, si dicono grandi cose su di te. Invece devo dire che tu mi abbia davvero deluso.» sbuffò annoiata, giocherellando con la collana che portava al collo. Un ciondolo apribile, il quale avrebbe sicuramente contenuto qualche foto. Era quel tipo di oggetto da cui difficilmente riesci a separarti.

«Ho altre carte nelle maniche.» risposi sicuro, sospirando per la poca astuzia di lei.

«tipo?» chiese curiosa, alzando un sopracciglio e guardandomi stranita. Capii quasi subito che fosse quel genere di persona che non dubitava mai di sé stessa e dei propri piani. Una persona molto egocentrica, a quanto pare.

Sorrisi nuovamente, facendo apparire quelle due fossette che mi davano un'aria dolce - cosa alquanto contrastante rispetto al vero me -, e alzando le spalle.

«tipo me. » disse Louis puntando la sua amata Beretta M9 contro le spalle di una Keira alquanto sorpresa. «Lo so, sono arrivato tardi per unirmi a voi. Come è andata, Harry? » mi chiese malizioso Louis, mentre la ragazza alzava gli occhi al cielo.

«Le critiche alla fine, amico mio.» sorrisi a mia volta «Così, Keira, cosa hai voglia di fare?» guardai la bionda guardarsi intorno per trovare una via di fuga. «Le opzioni sono solamente due, sfortunatamente: venire con noi oppure aspettare che vengano altri agenti.» presi una foto incorniciata dal comodino di fianco a me e la guardai bene. In essa erano stati immortalati Keira con la persona che più odiavo al mondo, identica a me per qualsiasi aspetto fisico. Solo una cosa ci differenziava: la nostra anima. Mio fratello era una persona crudele, vendicativa, menefreghista. Avevo solo uno scopo nella vita ed io, con tutte le mie forze, non gliel'avrei lasciato portare a termine.

«Senti se proprio vuoi rimanere in contatto con me per vederci ancora, ti potrei dare io mio num » non feci neanche in tempo a finire la frase, che la ragazza si era catapultata verso la finestra, sullo stretto balcone del 20esimo piano. «Louis porca puttana!» rimproverai il mio amico, che non aveva fatto in tempo neanche a sparare per ferirla, e la seguii di fuori. L'altezza non era mai stata un mio punto forte. Fin da quando ero piccolo e salivo sugli alberi di mele per raccogliere i suoi frutti, l'altezza mi era sembrato uno di quegli ostacoli che non puoi superare del tutto, perché riuscirà sempre a farti capire che tu sei più debole. Che sei il nulla in confronto a lei.

Keira era già sul cornicione dell'hotel quando io mi misi spalle alla parete, iniziando a camminare senza guardare giù. Sotto di me, le tante macchine percorrevano la Vauxad Bridge Road a velocità impressionanti.

«Ce la puoi fare, Harry. Non guardare giù.» mi dissi tra me e me mentre accorciavo le distanze tra me e Keira, che era sul punto di arrivare al balconcino seguente. «Keira fermati o moriremo entrambi.» le urlai, quando vidi che il muro andava a stringersi sempre di più. Potevamo cadere da un momento all'altro. «Keira ti prego, ascoltami.» le dissi ancora, notando che si stava allontanando sempre di più dallo spazio necessario per mettere i piedi. Mi aggrappai ad una sporgenza del muro, facendomi forza sulle braccia e riuscendo ad arrivare su un altro balcone di qualche stanza. Mi fermai per riprendere fiato, l'altezza mi lasciava senza fiato.

«Non mi concederò mai a voi teste di cazzo » sputò aggressiva, mentre mi guardava con i suoi occhi neri pieni di rabbia «Io amo tuo fratello, non lo tradirò mai. Sai, pensavo fossi come lui: bello, attraente, misterioso. Invece sei solo un ragazzino che gioca a fare l'eroe. Unisciti a noi Harry, unisciti alla tua famiglia!» esclamò, iniziando a ridere istericamente per non saprei dire quale motivo. Fu un attimo, e la cosa peggiore fu assistere a quella scena da lì su.

Keira poggiò male un piede e perse l'equilibrio. Un momento prima era stabile sul cornicione, l'attimo dopo stava precipitando nel vuoto.

Ecco cosa mi spaventa dell'altezza: il vuoto che c'è prima di arrivare al suolo e che ti avvolge completamente. In quel momento tu non sei più niente.

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora