9. Love

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«Questa è la posizione base.»

Mormorò Kageyama, mentre muoveva il corpo di Hinata indicandogli come mettersi, gli fece alzare una mano e mettere il piede sinistro avanti.

«La tua mano dovrebbe rimanere così, con questo angolo. Poi, salta più in alto che puoi portando il braccio indietro e colpisci la palla.»

Il rosso guardò il suo amico con gli occhi pieni di ammirazione, immagazzinando ogni sillaba che esso diceva.

«Prova, ora ti alzo una palla, okay?»

Hinata annuì energicamente.

Provarono e riprovarono, finché il più basso colpì la palla in modo perfetto e impeccabile.

«Ce l'ho fatta Kageyama!»

Disse, sorridendo verso l'alzatore Che ricambiò il sorriso.

«Bravissimo. Ti va se d'ora in poi venissimo qui ad allenarci? Magari al pomeriggio?»

Hinata lo guardò stupito, ma felice.

«Certo!»

Entrambi tornarono a casa, in silenzio. Shoyo si divertiva a calciare un sassolino, mentre Tobio era avvolto nei suoi pensieri.

Stava pensando a come fosse la sua vita prima che arrivasse lui, Hinata. Aveva sempre pensato a se stesso, perciò non aveva mai sperimentato l'amore verso qualcuno. Ora invece era diventata un'abitudine, faceva tutto quello che poteva fare per far sorridere il più piccolo.

Arrivarono a casa, andando a lavarsi per poi cenare. Purtroppo, nel giardino dell'abitazione, Kageyama aveva dovuto far tornare il suo amico nella sua forma da pulcino, mettendoselo poi su una spalla e correndo in camera sua. Andò a farsi una veloce doccia, dopo di che raggiunse i genitori al piano di sotto, mangiando. Torno su nella sua stanza, portando all'uccellino qualche pezzetto di pane che apprezzò volentieri, esprimendo i suoi ringraziamenti in rumorosi cinguettii.
Tobio non ci fece molto caso, anzi, li apprezzò.
Fece qualche noioso compito, per poi coricarsi a letto e addormentarsi come un sasso.
Hinata svolazzò dalla sua scatola al letto, zampettando sul cuscino e accoccolandosi nell'incavo del collo del moro.

Kageyama si svegliò nel cuore della notte, sentendo il braccio intorpidito. Quando aprì gli occhi si ritrovò davanti al naso il viso di un bellissimo ragazzo, dai lineamenti dolci, i capelli folti e arancioni, le labbra morbide e il volto in un espressione rilassata.

"Come è diventato umano? Probabilmente mi avrà baciato mentre dormivo."

Pensò, guardandolo.

"Beh... Non c'è niente di male se..."

Avvolse un braccio attorno alla sua vita, attirandolo più a se e abbracciandolo, nascondendo il viso tra i suoi ciuffi profumati. Non lo baciò, non voleva che tornasse un pulcino, voleva che quella notte rimanesse così com'era: nudo e tranquillo, già.

Qualche giorno dopo:

«Senti, Hinata, stavo pensando...»

Iniziò Kageyama, fermando la palla prima di tirarla al rosso.

«Mh?»
«È okay se rimani così. Intendo... Va bene se non cambi forma.»

Hinata sorrise avvicinandosi a lui.

«Ma no Kageyama, camera tua è piccola e non puoi raccontare ai tuoi di me.»
«Posso invece, e la mia camera non è un problema. Non serve che torni pulcino... Preferisco quando sei così.»

I loro sguardi si incrociarono e Tobio unì le loro labbra in un gesto non nuovo fisicamente, ma nuove sensazioni invasero entrambi.
Subito si staccò, agitandosi sul posto.

«Scusa. Non volevo... Perché non sei un pulcino?»

Chiese inclinando leggermente la testa, confuso.
Hinata si guardò la punta delle dita con un gran sorriso sul volto.

«Kageyama... È finita...»

Sussurrò ridacchiando e notando come le parti più esterne dei suoi arti stessero diventando trasparenti.

«Ho finito, la mia prova è terminata. Ho passato il test!»

Tobio lo guardò, non sapendo che dire mentre due paia di ali piumate nere spuntavano dalla sua schiena.

«Cosa...?»

Hinata gli accarezzò un ultima volta il viso, sentendo gli occhi inumidirsi per la commozione.

«È grazie a te Kageyama, mi hai amato, ti ringrazio!»
«Che... Che succede ora?»

Disse il moro, iniziando a sentire una nota di malinconia.

«Devo tornare su...»

Guardò verso il cielo, sbattendo leggermente le ali e fluttuando in aria.

«Questa è la fine, dobbiamo salutarci Kageyama...»
«No! Non puoi! Non puoi andartene e abbandonarmi così!»
«Non ti preoccupare, non ti ricorderai di me... Ma ora che ho superato la prova, sono certo che ci rincontreremo in futuro!»
«Non andartene...»

A Tobio non importava del futuro, lo voleva affianco a se ora, non domani. Lo guardò svanire con il sorriso sulle labbra, cercando di imprimersi in testa quell'immagine ma, non appena scomparì del tutto, il ragazzo si guardò attorno confuso.

"Che sono venuto a fare qui...?"

Guardò la palla, chinandosi per prenderla e trovando al suo fianco una piuma nera.

Gotcha [KageHina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora