"..mai na gioia.."

1 0 0
                                    

Harry:

Il giorno seguente andó un pó meglio. Se così si puó dire.

Ero appena entrato a scuola, ovviamente in ritardo Perchè ero talmente pigro da non voler dare  ascolto ne alla sveglia delle 6:30, ne a quella delle 6:40, ne tanto meno a quelle delle 6:50, figuriamoci a quella delle 7.

Poi peró arrivava mia madre e quella si che dovevo ascoltarla, perchè o la ascoltavi, o te la dovevi vedere con la cucchiaia e giuro che sono cazzi amari.

Fatto sta che l'ora era iniziata già da 15 minuti abbondanti e non mi sembrava più il caso di entrare. Tanto l'avrei saltata comunque quell'ora, senza o con il ritardo. Non ero proprio di umore per della poesia a primo mattino.

Iniziai a vagare per la scuola senza una meta ben precisa. Non so bene come, ma mi ritrovai a girovagare per la parte della scuola che è completamente inutilizzata.

Un grandissimo spreco a parer mio, insomma, aule e lavoratori nuovi di zecca, lasciati ancora nell'involucro.

La nostra preside non era delle migliori, anzi, credo proprio che fosse parecchio fuori. Spesso, al posto di parlare con i professori, parlava con gli armadietti, oppure con le macchinette poste nei corridoi.

Era esilarante vederla rincoglionire perchè non riceveva risposta da nessuno.

Poi arrivava qualche professore guastafeste che la portava via.

Mi ritrovai davanti ad una scalinata così iniziai a salire e man mano che andavo in alto, la luce si abbassava fino a diventare tutto completamente buio.

Avevo un po' di paura, insomma, sembrava la scena perfetta di un film horror.

Presi il telefono e accesi la torcia per cercare un interruttore e dopo svariate ricerche e tentativi di suicidio involontari, riuscì finalmente a trovarlo. L'unico problema fu che non funzionava.

Provai e riprovai ma nulla.

"Ma perchè sono un mai na gioia perenne?" Iniziai ad imprecare contro me stesso, poi mi venne un illuminazione dal cielo.

Dovranno pur esserci delle finestre no?

Iniziai a perlustrare tutte le mura e notai che le finestre c'erano, ma erano tutte completamente sigillate e le persiane erano abbassate completamente. Non permettevano nemmeno ad un raggio di sole di passare, così mi misi di impegno e iniziai a tirar su tutte le persiane.

Piano piano la stanza inizió ad illuminarsi. Riuscivo finalmente a vedere il pavimento e quando tirai completamente su tutte le perisane, riuscì a vedere il contenuto di quella stanza misteriosa.

La prima cosa che vidi fu una chitarra. Una classica chitarra che si usava negli anni a dietro e inizió a battermi forte il cuore a quella vista.

Amavo suonare la chitarra, me lo insegnó mio padre prima di lasciarci, e anche se ero rimasto molto deluso dalla sua scelta, non potei negare di volerli comunque bene, nonostante non lo abbia visto ne sentito da quando avevo 7 anni.
Effettivamente mi mancava un po'.

Mi avvicinai a quello strumento e appena lo presi in mano, una coperta di polvere si alzó e inevitabilmente iniziai a tossire.

Le corde erano ricoperte di polvere e così tutta ció che mi circondava.

Iniziai a strimpellare un po' con la chitarra ma mi resi subito conto che non era cosa.

Era completamente scordata, e anche se avessi voluto accordarla, la campanella suonó e fui costretto a tornare di giù.

Pensai che sarebbe stato bello tornare più spesso lì.

_________
Louis:

Quel giorno ero rimasto a casa. Non me la sentivo proprio di andare a scuola, ne tanto meno di uscire. Figuriamoci di vedere le persone.

Solo al pensiero un brivido mi percorreva tutta la schiena.

La sera passata l'appuntamento con Eleanor era andato piuttosto male, per non dire che non era andato proprio, o almeno non con me.

Non avrei mai sopportato di trovare Eleanor e Luke a flirtare nel bel mezzo del corridoio.

Non avrei retto mentalmente e avrei avuto una crisi di nervi.

E fidatevi, non era proprio una bella scena.

In casa non c'era più nessuno. Mia madre era andata a lavoro. Lottie e le gemelle a scuola. E fizzie aveva dormito a casa di un'amica.

La casa era completamente vuota e si incominciava a sentire un silenzio assordante.

Iniziai a pensare a come sarebbe andato il mio appuntamento se solo quel coglione non mi fosse venuto addosso, poi iniziai a pensare a come invece fosse andato l'appuntamento tra Luke e Eleanor e lì iniziai ad impazzire.

Insomma, erano quattro fottutissimi anni che provavo ad uscire con lei e per una volta che mi aveva detto di sì, tutto mi viene rovinato. Non posso ancora crederci.

Decido di andare a prendere il computer per andare un po' su Twitter e vedere le ultime tendenze.

Ovviamente sempre le solite stupidaggini, niente di irrilevante. Così andai su Facebook per vedere dei video divertenti e per un po' andó così.

Io sommerso dalle coperte a guardare gatti obesi che non riescono a saltare da un letto all'altro.

Ero sereno e per un po' non pensai più a nulla.
Poi mi apparse una foto di un certo Liam Payne. Non avevo la minima idea di chi fosse e non sapevo nemmeno perchè si trovava nella mia bacheca, poi iniziai a passare in rassegna le persone presenti in quella foto e notai subito zayn affiancato da un biondino affiancato a sua volta da un giappocoreano(?) non ne avevo la più pallida idea.

Al suo fianco un ragazzo con i capelli marroni che suppongo sia Liam(dalla foto che profilo)e poi c'era lui.

Il ragazzo che aveva mandato a puttane il mio sogno. Quello che, anche se non lo sapeva, mi aveva completamente distrutto.

Schiacciai sull'icona del tag per vedere il suo nome e Harry Styles.

Schiacciai su quel nome e mi si aprì davanti una pagina la cui immagine di profilo era un ragazzo con i capelli ricci di profilo, sorrideva e ai lati delle labbra aveva delle fossette.

Come primo istinto mi venne voglia di segnalarlo. Non so perchè, forse mi avrebbe fatto stare bene.

Non lo feci, anche se avrei tanto voluto farlo. Sarebbe stato tutto inutile, insomma, in realtà lui non l'aveva fatto apposta, peró ció non toglieva il fatto che mi stava comunque sul cazzo.

Deciso che anche Facebook non era una buona scelta per passare il tempo, decisi di scendere in salotto e suonare un po' il piano. Almeno quello non mi avrebbe portato brutti pensieri.

Little Things |Larry Stylinson|Where stories live. Discover now