Fa...fa male, il buio, quel buio, prima così caldo e accogliente è diventato una prigione soffocante, stretta, sembra quasi l'esoscheletro di una cicala, troppo piccolo per l'insetto, l'insetto lo apre, l'esoscheletro esplode; insetto, esoscheletro; esoscheletro, insetto, parole vuote, senza senso, suoni inarticolati, non sa cos'è un insetto, non sa cos'è un esoscheletro, non ancora. Riprende a salire, o a scendere, non esiste lo spazio non esiste il tempo in quell'oscurità, si limita ad avanzare, piano, piano, senza fretta, lento e inesorabile, cauto. Dolore! Qualcosa, qualcosa lo ha afferrato, quasi lo strangola poi, veloce come era venuto, quel qualcosa scivola via lasciando però un' altra parola, un' altra emozione: la paura. Ha paura, paura di andare avanti, o di tornare indietro, paura di rivivere il dolore, la paura lo circonda, la sente col naso, con la lingua, ode il suo lugubre sussurro, la vede nei neri lampi di buio che attraversano l'oscurità, ha paura di rimanere fermo in quel inferno caldo e soffocante. Scopre che la paura fa più male del dolore, il dolore è veloce, passeggero, magari potente, ma la paura, oh la paura ti serpeggia nell'animo, ti ghermisce con dita gelide il cuore, ti fa sentire il freddo vero, quello che neanche il calore opprimente della sua prigione riesce a scacciare, è terrorizzato. Fugge, tenta di allontanarsi da quell' insopportabile situazione di stallo, quel braccio di ferro tra emozioni, scivola via. Ha appena conosciuto indecisione e istinto, piacere, anzi no, scopre che indecisione è la sorella di paura e che, generalmente, strisciano assieme, l'una avvolgendosi attorno al cervello, l'altra attorno al cuore; istinto è invece quella forte ondata che ha sentito salire dallo stomaco ed esplodere nel petto, è per istinto che non si è perso tra le spire di paura e indecisione, è per istinto che continua ad avanzare. Curiosità, è un lampo improvviso, scopre la curiosità, perché istinto mi suggerisce di avanzare? Che cosa mi succederà? Indecisione si fa avanti nuovamente, invitata da questa domanda, pronta di nuovo a torturare, a intrappolare, ma istinto la respinge. Dolore! Sentendosi ignorato e dimenticato fa udire nuovamente la sua voce, ma ormai si sa che il dolore è passeggero, che si può sopportare; incurante del dolore, seguendo i consigli di istinto, continua ad andare avanti. Perché fa così caldo? Perché mi manca l'aria? Perché? Perché? Perché? Scopre che curiosità può essere sì la migliore delle amiche, ma anche una nemica dannosa quanto paura e indecisione, frastornato si ferma nuovamente. Istinto protesta, ma ormai il seme del dubbio è germogliato, perché devo fidarmi di istinto? E perché devo avanzare? E, un'altra volta, che mi succederà? Istinto si difende debolmente ma è sempre più fievole, moribondo. Dolore! Questa volta è più forte, spazza via tutto, e tutto svanisce in quell'interminabile attimo di...Dolore! Non c'è più dubbio, non c'è più curiosità, non c'è più indecisione, non c'è più istinto, non c'è più paura, Dolore! Si accuccia, si raggomitola cercando protezione a quel bombardamento, istinto alza la testa "Vuoi rivivere un'esperienza del genere? No? Allora seguimi!" riprende a muoversi. Freddo, una luce accecante, rumori che prima arrivavano ovattati alle sue orecchie ora gli giungono nitidi e chiari, sono delle urla, urla inframmentizzate a parole di cui non conosce ancora il significato. Gli odori dolciastri, gli odori acri, gli odori, gli odori che prima non sentiva ora lo colpiscono con la potenza di un maglio. Istinto ha compiuto il suo dovere ed è scomparso, paura e indecisione, non più impedite dalla sua presenza, si fondono, diventano un unico gigantesco serpente dalle zanne verdi di veleno. Panico! Che con il suo rosso sguardo di fuoco fa impazzire la gente, Panico! Che con la sua lingua forcuta sibila tremende parole alla mente e al cuore. Sente tra tutti i nuovi odori uno vecchio e familiare, come un naufrago vi si aggrappa per sfuggire alle spire di Panico, ci riesce. "E' un maschio, signora, come lo chiamerete?" fa l'ostetrica, quasi annoiata, rispettando la routine. Pur essendo abituata ai parti non riesce a non emozionarsi al sorriso stanco della novella madre "Ogni bambino è curioso, affronta con coraggio le sfide proposte dalla vita, non si arrende mai, si rialza sempre con quel guizzo astuto che anima gli occhi, ogni bambino è come Ulisse, no, ogni bambino è come Ulisse, e Ulisse è ogni bambino, e questo sarà il nome del mio, del mio Ulisse". Prima di addormentarti esausto del tuo viaggiare fai la conoscenza di altri due personaggi: uno è amore che ti ha strappato dalle grinfie di panico, e l'altro sei tu, il tuo nome, quello che ti accompagnerà e vestirà per tutta la tua vita, Ulisse.
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chi è Ulisse
Short StoryEsploratori, avventurieri, vincitori, lo siamo tutti, nel nostro piccolo, dopo uno dei più importanti viaggi che si possano affrontare.