Mirrors

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"Aren't you somethin' to admire, cause your shine is somethin' like a mirror
And I can't help but notice, you reflect in this heart of mine
If you ever feel alone and the glare makes me hard to find
Just know that I'm always peering out on the other side"
Justin Timberlake-Mirrors

Harry entra in casa con l'asciugamano al collo mentre si asciuga le ultime gocce di sudore sulla fronte e si ferma sui suoi passi quando lo trova nell'ultimo posto in cui si aspettava di trovarlo, la cucina.
Lo osserva per qualche istante.
È seduto sullo sgabello, i piedi non toccano il parquet e quel piccolo dettaglio provoca nello stomaco di Harry un vortice di tenerezza che gli fa inclinare la testa e sorridere come un imbecille.
Lui ha il capo nascosto dal ciuffo che sta pian piano tornando alla sua lunghezza naturale, ed è tutto intento a smanettare col telefono imprecando tra sé e sé.
"Stai cercando di mandare a fuoco la cucina?"
Lui sobbalza.
"Hey..."
Gli basta uno sguardo per capire.
"Lou..."
Louis abbassa lo sguardo, il volto illuminato dallo schermo del telefono.
Non vuole guardarlo, non vuole vedere tutto quello che non è, non vuole la pietà di nessuno men che meno quella del suo ragazzo.
"Guardami."
Louis è testardo lo sa, sa che non alzerà il capo, sa che continuerà a far finta che nulla possa intaccarlo.
"Guardami."
Insiste Harry, perché dopo tutto questo tempo ha imparato ad essere testardo come lui.
"Perché? Vuoi vedere la mia faccia di merda?"
Dice con voce quasi impassibile.
Quasi.
Perché Harry ne conosce ogni sfumatura, ogni spigolo, ogni incrinatura.
"Louis, ho detto guardami."
Gli sfila l'oggetto delle sue attenzioni dalle mani che restano vuote, come sospese in aria.
"Harry è okay, va bene, non mi interessa quello che hanno da dire sulla mia faccia, o sui miei capelli o-o su quello che cazzo vogliono, sono a posto così!" Sbotta.
Beh, se le cattive non funzionano Harry ci darà dentro con le buone allora.
Harry gli posa due dita sotto il mento, nella barba morbida e lo costringe ad alzare il capo.
Per un minuto buono si guardano e non pronunciano parola, o almeno non lo fanno con la bocca.
"Vieni con me." Harry gli offre la sua mano.
"Dove andiamo?"
"Ti fidi di me?"
Louis gli afferra la mano in segno di assenso, a piedi scalzi sul parquet e lo segue a testa bassa fino alla loro camera da letto.
"Lo vedi quello specchio, Lou?"
"Mmm"
"Se ho insistito così tanto per averlo in camera non pensi ci debba essere stato un motivo?"
Lou a quello non ha mai pensato, anzi quando si sono trasferiti lì a lui bastava che ci fosse anche solo un materasso in quella stanza, ma gli era piaciuto troppo vedere Harry eccitarsi per quel tappeto rosa peloso o quella lampada cinese e quindi lo aveva lasciato fare.
"Mmm perché sei un narcisista e adori provarti tutta la collezione di Gucci prima ancora che esca sul mercato? Non che io mi lamenti sia chiaro."
Harry scuote la testa e alza gli occhi al cielo.
"Sono serio, tesoro." Carica quell'ultima parola di infinita dolcezza.
Lou si lascia trasportare davanti allo specchio mentre Harry gli tiene una mano sul fianco e una sulla spalla.
E si guardano attraverso lo specchio.
Si osservano per un tempo che nessuna clessidra è in grado di definire.
Un tempo che esiste solo nei loro respiri.
"Guardati"
E Harry traccia con gli occhi tutta la figura di Lou nello specchio, infila un paio di dita sotto la felpa per toccargli la pelle lasciata scoperta sul fianco che prima stringeva.
"Non sono niente di che oggi, solita tuta e soliti capelli. Ashley-Ash-quella tipa probabilmente aveva ragione."
Harry punta di nuovo lo sguardo in quello di Lou, come un animale pronto a combattere per difendere i suoi piccoli.
"Sei bellissimo."
Gli soffia sulla pelle del collo.
"E tu sei di parte."
La mano sinistra di Harry raggiunge l'altra sotto la maglietta, scivolando sulle pelle calda.
Harry si lecca le labbra, e Lou osserva il movimento accattivante come se fosse nuovo a questo gioco.
"Milioni di ragazzine sono di parte quindi?"
E lecca con la punta della lingua il collo di Lou indugiando nel punto che sa a lui piace tanto, e lo vede tremare nella superficie lucida dinanzi a loro come preso in contropiede.
"Okay forse non sono tutte di parte, ma sono gusti."
"Beh Tomlinson, non so se te l'ho mai detto ma tu sei il mio gusto preferito."
Accompagna le parole infilando una mano nei pantaloni della tuta sapendo che lo troverà già duro per lui.
E Louis è combattuto, davvero, perché vorrebbe spingersi contro le dita affusolate di Harry ma vorrebbe anche spingersi contro di lui, il che lo lascia un momento piacevolmente confuso.
E un sorriso divertito si impadronisce delle labbra rosse di Harry, e l'oro fuso del sole che sta scomparendo dietro le finestre non aiuta affatto a calmare gli ormoni di Louis quando si sofferma su quelle fossette pronunciate.
"Har-arry."
"Mmmh sei bellissimo e-io-amo-la-tua-faccia-il-tuo-corpo-amo-ogni-singolo-centimetro-di-te"
Supera con le dita il tessuto dei boxer di Louis, il quale finalmente si decide a spingersi contro la sua mano.
Abbandona la testa sulla spalla di Harry, un piccolo gemito strozzato sul collo del riccio.
"Pensi che tutto questo-"
Harry si spinge contro di lui, facendogli sentire tutta la sua presenza contro le sue forme.
"-sia perché sono di parte, Louis?"
"Io non sono te."
"Come scusa?"
"Lei ha detto che io non sono Harry Styles."
"Ha detto così?"
Harry lascia dei piccoli baci lungo la sua mandibola e spinge i pantaloni della tuta di Louis contro i suoi polpacci tonici per avere un migliore accesso.
"Sì... "
"Mente."
I movimenti della sua mano si fanno più decisi e il sospiro che fuoriesce dalle labbra di Louis si scioglie come miele lungo la sua spina dorsale.
Harry china il capo e colma la distanza raggiungendo le labbra di Louis.
Lo bacia con fermezza, come se attraverso uno scambio così intimo gli voglia trasmettere quello che non riesce a dire a parole, quello che non gli ha ancora cantato.
Si sofferma sul labbro inferiore, lo lecca, ne richiede l'accesso come se dopo tutti questi anni ce ne sia ancora bisogno.
Louis lo lascia entrare e sente il sapore dolce della lingua di Harry scivolare contro la sua, sciogliersi come una caramella.
La mano di Harry si stringe sulla sua lunghezza, il pollice ne traccia la punta bagnata, i movimenti accompagnano il bacio che è diventato una ammasso scoordinato di morsi, gemiti e amore.
Louis sta letteralmente andando a fuoco, Harry è benzina.
"Mente."
Ripeté Harry contro le sue labbra.
"Perché?"
"Io sono Heathcliff."
Louis riconosce la citazione solo perché Harry gli avrà fatto vedere quel film come minimo cento volte dopo che si era rifiutato di leggere il libro.
"Io sono te?"
"Lo sei."
"Ma-"
"Dio Louis vorrei che ti vedessi in questo specchio come ti vedo io."
Accelera i movimenti della mano, Louis si sente come una bomba ad orologeria.
"Guardati Louis, guarda cosa mi fai, guarda quanto sei perfetto, guarda quanto sei magnifico."
La voce di Harry roca contro il suo orecchio, bassa come se gli stesse rivelando un segreto che solo lui è tenuto a conoscere.
"Guardati Louis, ci siamo detti così tante volte in così tanti modi diversi cosa siamo l'uno per l'altro, ma ora io so di essere te perché tu sei me, perché io ti appartengo e tu mi appartieni, perché non c'è un "noi" ma un io che sei anche tu e un tu che sono anche io."
Louis apre gli occhi e si vede.
Si vede e per un secondo gli pare di riuscirsi a vedere con gli occhi di Harry.
Lui è Harry.
E viene nella sua mano.
Harry lo tiene stretto a sé mentre si porta un dito alle labbra.
"Decisamente il mio gusto preferito."
Il suo respiro si calma.
Sorride.
Mormora un "ti amo".

"My reflection, in everything I do
You're my reflection and all I see is you"

Un grazie speciale va a Lizzy che mi ha dato il coraggio di provarci ancora.
Grazie a Fede(amore) per la copertina (un giorno la convincerò a fare manip Larry), per quella parte che chiama scioglilingua ma che ci rappresenta così tanto, per noi.
Grazie a Julia per il betaggio, ma soprattutto per essere tornata da me.

Edvige 💚💙

Mirrors// OS Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora