Parte 35 CONFRONTI

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La voce di Mario, flebile, ha il potere di arrestare la sua furia e lo fa precipitare al suo fianco.

In ginocchio, senza avere il coraggio di toccarlo, esamina il suo corpo alla ricerca di danni nascosti; il respiro affannoso, come dopo una lunga corsa, si distacca su quello silenzioso di Mario.

"Non stare impalato, aiutami a risollevarmi. Dov'è sparito quel bastardo?"

La domanda lo riscuote dal suo intontimento; Claudio si guarda attorno, lo sguardo vigile, ma non nota nulla di sospetto.

La notte gli restituisce solo silenzio e buio.

Come ha potuto abbassare la guardia? Avrebbe potuto riprovarci di nuovo e approfittare della sua disattenzione.

Riporta lo sguardo su Mario e cerca di individuare cosa fare, certo che lui non gli darà molto spazio per decidere anche per lui.

Gli passa un braccio dietro le spalle e, con molta cautela, lo aiuta a sollevarsi, nel mentre cerca di individuare le conseguenze dei colpi ricevuti.

"Non ti preoccupare, sto bene. Quel bastardo voleva rapinarmi, fortuna che sei arrivato in tempo."

Come ha potuto pensare che fosse meno presente a se stesso solo per l'aggressione subita?

La cosa più grave è che non si è reso conto della pericolosità di quanto è successo.

Non può permettere che sottovaluti l'aggressione subita per cui si siede sui talloni e lo guarda fisso negli occhi mentre, con tono fermo, gli dice "Cosa non ti è chiaro Mario? Sei stato aggredito e picchiato selvaggiamente. L'aggressore ti ha colpito con una mazza da baseball e poi ti ha preso a calci."

Lo sguardo immediatamente vigile, Mario inclina la testa, mantenendo fisso lo sguardo nel suo.

"Non è stata una rapina o un tentativo di furto... guardati, non ti ha preso nulla. Scommetto che hai ancora il cellulare."

Mario controlla la tasca del giubbotto; portafogli e cellulare sono al solito posto, l'Iwatch è ancora al suo polso.

"Questo sta solo a significare che non ha avuto il tempo sufficiente per..." Claudio non gli consente di obiettare.

"Potrai dire quello che vuoi quando saremo al sicuro, non ora. Adesso troviamo un modo per andare via di qui e raggiungere il pronto soccorso più vicino."

"Stai scherzando, vero? Io non ci vado in ospedale. Immagina cosa succederebbe sui social..."

Per l'ennesima volta Claudio pianta il suo sguardo in quello di Mario, deciso.

"Io me ne frego dei social; a me interessa verificare che tu non abbia nulla di serio... e se qualche fanatica ci vede in Ospedale, pazienza! Lo vuoi capire che potresti avere una lesione interna e non essere in grado di rendertene conto?"

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