Quel 16 giugno

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Jean si guardò intorno.

Era notte fonda, tutti stavano dormendo.

La stanza era illuminata solo da un raggio argenteo di Luna che filtrava debolmente tra le imposte.

Guardò il letto accanto al suo. Vuoto.

Sentì un nodo alla gola.

Nonostante si trovasse nella base del Corpo di Ricerca, gli sembrò di essere tornato a quella notte, la notte dopo il falò

Chiuse gli occhi, ma si trovò davanti il suo volto sorridente.

Cercò per un po’ sotto il cuscino.

Provò a spiegare il foglio che teneva tra le mani, ma non ce la fece.

Affondò la testa nel cuscino e pianse.

Aveva paura di svegliare qualcuno, così si alzò e uscì nel cortile.

La Luna piena faceva brillare i suoi occhi imperlati di lacrime.

Portò le ginocchia al petto e finalmente trovò il coraggio di guardare il foglio.

Un foglio ingiallito, ancora sporco di sangue, il suo sangue.

Lo vide: il volto sorridente, le lentiggini delle guance, i grandi occhi scuri e l’espressione innocente, come quella di un bambino.

In basso a destra la data: 16 giugno 8…

L’anno era coperto da una macchia di sangue.

Jean scoppiò a piangere.

<<Marco… ricordi quando te lo regalai, il giorno del tuo compleanno? Eri così felice, non te ne separasti mai… Marco… perché mi hai lasciato solo?>> disse stringendo al petto il disegno.

Si ricordò di quel giorno.

<<Jean, è bellissimo, grazie!>> gli aveva detto Marco, poi lo aveva baciato.

Jean riusciva ancora a sentire le labbra calde e morbide di Marco sulle sue.

Era quasi l’alba.

Strinse tra le mani il disegno piegato accuratamente e rientrò.

Erano già tutti svegli, e casualmente sentì Connie parlare con Armin.

<<Ogni giorno è più infernale del precedente. Non so per quanto resisterò. Ho perso anche la cognizione del tempo. Non ricordo neanche che giorno è oggi per quanto le spedizioni sono terribili>> diceva.

<<Oggi è il 16 giugno>> rispose Jean con voce fredda, occhi arrossati e occhiaie scure.

Guardò fuori dalla finestra.

<<E oggi sarebbe stato il suo diciassettesimo compleanno>> aggiunse a bassa voce.

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Angolo autrice

Sorratemi, dovevo fare troppo questa cosa depressissima.

Non so se è più triste questo o quello su Death Note.

Va beh, lascio a voi la parola (se KiraGaster commentasse ogni tanto e mi dicesse qualcosa mi farebbe un gran favore).

Cos'altro devo dire?

Ah, sì.

La storia sull'Ereri.

Forse scrivo al volo un capitolo e lo pubblico.

Questo è più per MiryChan:
Arriveranno i capitoli smut, sempre se non mi metterò a ridere come una foca in calore mentre li scrivo. Arriveranno, ma ci vorranno un po' di capitoli.

Ho detto tutto, ciao

Quel 16 giugnoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora