Josh tirò fuori il telefono e digitò il mio numero di telefono con estrema velocità e precisione nel comporre quei numeri faticosi alla pronuncia. Il mio telefono vibrava come la coda di un serpente alle 4.00 di notte. Lo presi e risposi. Era Josh. Mi chiedeva di vederlo in quel istante sotto casa mia. Scesi e lui, prendendomi dal polso, mi disse "sei mia". Non pensavo provasse qualcosa per me; credevo fossi l'unica ad amarlo e non credevo lui provasse attenzioni per me. Dopo quel <<sei mia>> io sprofondai in un lago di pensieri: cosa faccio "si" o "no"? Sapevo solo per certo che era il momento giusto per condividere i nostri sentimenti quella sera e che non me ne fregava niente dei miei genitori e della loro furia dopo essere venuti a conoscenza di quella sera. Mi svegliai come se fosse un sogno e quando vidi i miei e i suoi vestiti buttati a terra capì che se lo fosse stato un sogno, sarebbe stato il più bello.