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Rufius inizia a prendere i regali dal mucchio ben fornito posto sotto l'albero illuminato, nonostante il numero esiguo di studenti.

Dice il nome di una ragazza seduta davanti a lui, allungandole il suo regalo.

Guardandola, mi accorgo che è la ragazza che ho salvato dalla rissa, qualche tempo fa.

Sono felice di vederla così allegra, nonostante tutto.

Lei, tutta contenta, comincia ad aprire il suo pacchetto, scartando un quadernino rosa con un lucchetto dorato e le chiavi per aprirlo.

Si gira verso l'amica, seduta accanto a lei, e la abbraccia con un enorme sorriso sulle labbra.

Mi fanno tenerezza.
Sono così innocenti.

Il Babbo Natale improvvisato continua a distribuire i vari regali, alcuni destinati anche a insegnanti e cuoche.

Guardando la gioia sui volti di chi riceve i doni ricordo quando io e William scartavamo i nostri regali insieme, con Jake che ci guardava dopo aver aperto i suoi.

I migliori erano sempre quelli che ci facevamo tra noi.

Quelli di mamma e papà erano giocattoli o, diventando più grandi, qualcosa di moderno come un cellulare o un computer.

Ma i nostri erano semplici: una penna colorata che si illuminava quando scriveva, una molletta per capelli brillantinata, un braccialetto con dei ciondoli, la macchinina tanto desiderata.

Amavo i giorni di festa per vedere le espressioni sorprese e gioiose dei miei fratelli quando scartavano i miei regali: erano sempre i migliori.
Conoscevo i loro gusti come i miei.

- Guarda guarda, c'è un regalo per la nostra Serenity. - dice Rufius, riportandomi alla realtà.

Cosa?

Un regalo per me?
Ma, chi?

Guardo Rufius, sorpresa.

Dalla sua espressione chiaramente capisce che non mi aspettavo nessun regalo.

E come potrei: non ho parenti.
Non ricevo regali da due anni.

Vado verso di lui con cautela, quasi temendo sia uno scherzo.

Arrivatagli davanti, Rufius mi porge una piccola scatola incartata con una carta regalo nera e un fiocco argento: la adoro.

Alcuni la guardano con sospetto: chiaramente non sono colori tipici per un regalo di Natale ma chi l'ha fatto sapeva come mi sarebbe piaciuto.

Prendo la scatolina che mi porge il preside, insieme ad un bigliettino.

Restando in piedi, apro con curiosità il foglio piegato in due e spalanco gli occhi:

"Buon Natale. I tuoi coinquilini".

Non ci possono credere.

Mi hanno fatto un regalo di Natale.

Dopo come li ho trattati dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, dopo ciò che ho detto loro, mi hanno fatto un regalo.

Sento gli occhi bruciare.
Le lacrime escono dai miei occhi prima che riesca a fermarle.

Ma sono dolci, stavolta.
Non sono lacrime di dolore, come quelle che sgorgano da due anni.

Per la prima volta da quella notte, sono grata di essere viva.

Mi accorgo che nella sala è calato il silenzio.

Decido di aprire la scatola.

Dentro c'è un foglietto rettangolare: un biglietto aereo.

Mi giro verso Axel e Victor.
- Un biglietto aereo per Londra?

Axel alza le spalle.

- Noi siamo cugini. - spiega - Viviamo entrambi a Londra. Con quello, la prossima volta che torneremo a casa, potrai venire con noi e passare una vacanza in famiglia, anche se non è la tua.

L'idea di conoscere una famiglia mi scalda il cuore.

Vedere l'amore dei genitori che proteggono i figli, fratelli che giocano e litigano, facendo pace subito dopo perché si vogliono troppo bene.

Non riesco a credere che abbiano capito in così poco tempo cosa mi manca di più, cosa mi ha resa glaciale come mi descrivono.

Corro verso di loro, ignorando i respiri dei presenti che si bloccano, forse temendo un mio scatto d'ira.

Cado in ginocchio davanti a loro e li abbraccio entrambi, piangendo.

Si irrigidiscono per la sorpresa: é raro che io tocchi qualcuno, eccetto per picchiare, ma ancora più strano che abbracci così affettuosamente.

- Grazie. - dico tra le lacrime.

Si riprendono dalla sorpresa e mi abbracciano a loro volta.

Nella mia testa si forma un pensiero strano.

Sento un calore che non ha a che vedere con la temperatura.

Mi sento bene, come se fossi al sicuro.
È da tempo che non mi sentivo così.

Nonostante stia così sorprendentemente bene nel loro abbraccio, mi obbligo a staccarmi, guardando di nuovo quel biglietto.

Forse sarà un nuovo inizio.
Forse riuscirò a ricominciare.

"Non puoi ricominciare.
Non lo meriti.
Loro sono morti per colpa tua.
Non meriti di essere felice.
Non meriti di vivere."

Mi irrigidisco.

Di nuovo quella voce.

Si presenta ogni volta che penso di riuscire a ripartire da zero, riportandomi alla realtà.

So che quella voce così familiare ha ragione.

Non posso ricominciare.
Non ne ho il diritto.

Mi sistemo di nuovo fra Axel e Victor, mentre Rufius, contento come un bambino, continua a distribuire regali.

Guardo quel morbido tappeto su cui sono seduta, perdendomi nei miei pensieri mentre la festa continua.

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Un regalo di Natale inaspettato.
Serenity userà quel biglietto?
O darà ascolto a quella vocina nella sua testa?

Al prossimo capitolo!

Kiss Kiss
Areshadow 🖤

Never Give UpDove le storie prendono vita. Scoprilo ora