Sono nervosa e decisamente stressata.
È ormai un'abitudine essere così agitata.
Devo calmarmi.
È il mio primo giorno di lavoro in questa rivista.
"New York sotto i riflettori"
I miei occhi leggono attentamente la scritta rossastra di questo edificio enorme.
Prendo un lungo respiro.
È il fratello della mia migliore amica,ho passato con lui anni della mi infanzia,non c'è nulla di preoccupante.
Credo.
Non lo vedo da ben dieci anni,è partito per l'Università ed eccolo ora,a New York a gestire una grande rivista.
Guardo il mio maglione bordeaux e la gonna a giro nera.
Passo la mano sopra essa,nervosa.
Entro con un passo lento,se continuo cosi non arriverò più.
-Buongiorno,lei è la Signora Stewart?-dice un uomo molto elegante.
Ha i capelli neri e gli occhi verdi,un accenno di barba e un dolce sorriso.
È molto carino,affascinante.
-Signorina,-puntualizzo-si,sono io-.
Si scusa per l'errore e esibisce un altro dei suoi bellissimi sorrisi.
-Sono Noah,-mi porge la mano che stringo per poco-Noah Jefferson, sarò il tuo collega-.
Gli sorrido calorosamente,un collega figo,proprio come quello dei libri o serie tv.
-Ti accompagno dal Signorino Montgomery-. Quel cognome.
Mi sale immediatamente l'ansia,vedo le mie gambe tremare.
Segui Noah che,di tanto in tanto,fa qualche battutina diverte o si gira a vedere se sto al suo passo.
Qui è immenso.
Rischierei di perdermi.
È tutto molto formale,tutto un po' troppo grigio.
Aggiungerei un bel colore a tutte le pareti e cambierei tutti i mobili.
Sale la tristezza a vederli così.
Arriviamo davanti una grande porta,è più definita rispetto alle altre.
Noah batte due colpi e sentiamo un avanti.
Entriamo in silenzio nella camera enorme e il cuore mi sale in gola.
Ethan,Ethan Montgomery è davanti a me.
Il fratello della mia migliore amica,sempre considerato anche un mio fratello.
È così tremendamente bello.
Ha gli occhi ghiaccio, i capelli biondi perfettamente alzati e una postura da modello.
È in giacca e cravatta,il tutto blu.
È cambiato tantissimo ma il suo sorriso,non appena mi vede,è uguale a quello di dieci anni fa.
-Noah,puoi andare- dice,ovviamente lo ascolta e lo vedo scomparire dietro di me.
-Accomodati,Signorina Stewart-mi fa cenno verso la poltroncina nera che ha davanti.
Mi si secca la gola.
Non mi riconosce? Non ricorda nulla della nostra infanzia?
Ero 24 h su 24 a casa sua,vestita,in pigiama e da bimba mi ha anche vista con solo mutande.
E ora non si ricorda di me?
Deglutisco e chiudo la porta lasciata aperta da Noah e mi siedo.
-Buongiorno Sign. Montgomery-
E gran pezzo di figo,aggiungerei.
-Ally,non chiamarmi così-dice,sono confusa.
Un attimo prima mi chiama con il cognome e ora?
Vede il mio sguardo confuso.
-Mi ricordo di te,Allie Stewart.
Sei stata a casa mia e nel mio letto troppi anni.
Volevo capire se fossi tu.
Ti vedo in gran forma-la sua voce è sempre roca,mai titubante,sempre lo sguardo serio.
Lo vedo anch'io in grandissima forma,eccome.
Si ricorda di me.
Mio padre era ubriacone e non avendo la madre il mio unico rifugio era la mia migliore amica.
Dormivamo tutti e tre nello stesso letto.
Il suo era a baldacchino con le coperte di cars.
Lo ricordo perfettamente,il profumo di lavanda delle coperte e di lui.
-Pensavo non ti ricordassi di me,ti vedo anch'io in gran forma-rispondo con sincerità, il suo sguardo si addolcisce.
-Oh Ally,non potrei.
Adrianne parla sempre di te.
Mi fa piacere che voi siate ancora unite-
Adrianne è sua sorella,la mia migliore amica dai tempi del pannolino.
Avrei voluto rimanere anche con lui.
Era un mio fratello,era anche come un padre per me.
Era geloso quando mettevo le gonnelline,quando parlavo con un bambino e ricordo le minacce che fece al mio primo ragazzo.
Si ricorda di me solo perché Adrianne gliene parla.
-Quando inizio a lavorare, Et?-
Et,il mio primo nome da bambina.
Gli rimase così, a vita.
-Ethan,Ethan- mi correggo,lo vedo respirare profondamente.
-Siamo soli,puoi chiamarmi Et,ma ricorda che sono il tuo capo ora-
Annuisco.
Ha perfettamente ragione.
-Inizi domani mattina.
La prima pagina della rivista parlerà della nuova moda qui a New York.
Come ti trovi qui?-
-Bene,mi piace-sorride.
Non sorridere così, dio mio,mi vuoi morta?
È il mio capo.È il mio capo.
-Com'è andata la tua vita?fidanzata?sposata?tuo padre?-
Mi fa così tante domande,ci siamo persi definitamente per troppo.
-Single,mio padre?è morto lo scorso anno-sussurro,non mi piace parlare di lui e lo capisce in fretta.
-Sono fidanzato da cinque anni,conviviamo da due-dice indicandomi una foto.
Vi è lui e una ragazza bellissima,sembra una modella.
Ha i capelli neri fino sotto al seno,liscissimi.
Gli occhi verdi e un corpo mozzafiato, stanno ridendo in questa foto.
Mi sento un nodo alla gola che mando subito giù.
-Sono molto felice per te,Et,è bellissima-sorride,è ovvio che è bellissima,sta con lui.
Si apre la porta,è Noah.
-Capo,il suo appuntamento è tra tre minuti- Et guarda l'orologio e spalanca gli occhi,mi guarda e mi congeda stringendoni la mano.
Come due estranei.
Esco dalla porta,sospiro.
-Ti va un caffè?-Noah.
-Si,ci vuole proprio-
E andiamo a prendere il caffè.
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Come due estranei
Romance-Sei sexy quando scrivi un capitolo della tua rivista-. Alzo lo sguardo dal mio pc e lo vedo d'innanzi a me,arrossisco. -Anche quando arrossisci-sussurra pensando che non l'avessi sentito. Anche lui è molto sexy,lo è sempre. Calmati,è il tuo capo ed...