Un laghetto, un solo destino.

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Era una giornata come le altre, o almeno cosi' pensavo.

Arrivo a casa, mia mamma mi sgrida per aver preso un altro brutto voto, io vado in camera, penso cosa posso fare questo pomeriggio; non mi viene in mente niente da fare, ne' della serata, ne' della mia vita.

*squilla il telefono*

Guardo lo schermo del mio infallibile Motorola comprato dal marocchino sotto i portici; E' Martina, la mia tipa. Vorrei rispondere ma all'improvviso spunta la mia Mamy, che sbattendo la porta della mia cameretta fa cadere il poster di Rosario Muniz dal comodino di fianco ai fazzoletti di carta e alla crema per le mani in gel.

Mamma:" Vai a comprare l'anatra all'arancia per la cena di sta sera, per favore?"

Io non avendo lo sbatti di farlo (scusate la parola brutta) risposi con un sarcastico ed un po' maleducato:''YESSSAAAAAAAAAAAAAAAH!".

Poco prima di uscire e di mettermi il cappotto di Hello Kitty la mia Mamy mi disse che se avrei fatto il bravo bambino mi avrebbe comprato gli orecchini uguali a quelli di Veronicaq abbinati al cappotto; Ne fui cosi' contento che appena oltrepassata la porta mi misi a cantare le canzoni di Cristina d'Avena saltellando copiosamente. Feci pochi metri, per poi finire a terra rovinandomi il mascara di Clio Make Up. Mi misi a piangere, ma per fortuna davanti a me spunto' una figura maestosa, mascolina e con evidente prurito ai capezzoli: Era Cosminovic.

Avevo gia' sentito di lui, sapevo che faceva coppia fissa con Ludvic e che amava grattarsi i cappezzoli, ma niente piu' di questo.

"Che cosa ci fa qui?!" pensai, ma era troppo tardi per stare fermo perche' lui mi aveva gia' teso la mano per carcare di alzarmi da terra.

Cosminovic:" Come ti chiami tesoro?"

Cercai di rispondere ma niente usci' dalla mia bocca, perche' non feci in tempo a dire una sola parola che Cosminovic mi aveva gia' messo il suo enorme caz....AHA, VOLEVI BIRBA BIRBA!

Purtroppo penso che questa rimarra' solo una fantasia, aime'.

Comunque, passando alla triste realta'. Cosminovic mi alzo' da terra, come avrebbe alzato un sacco della rumenta. Questa cosa mi piaceva.

Io con voce fiebile ringraziai e chiesi dove posso trovare  un buon ristorante cinese, che facesse anche l'anatra all'arancia. Mi indico' un ristorante dall'altro capo della strada, -che stupido che sono a non averci pensato prima-. Attraverso la strada, cammino ancora un po' e arrivo davanti al ristorante di cui mi aveva parlato Cosminovic. L'insegna indicava "Se liesci a plenderlo, mangialo!''.

L'insegna mi piaque molto', mi incuteva qualita' e prezzo abbordabile.

Entrai e vidi subito una signorina asiatica che prendeva le comande, mi avvicinai con 5 euro in mano, e forse vedendo la considerevole quantita' di SOLDIH che la mia Mamy mi lascio' mi chiese subito, come se fossi venuto solo per quello:"Tu volele Gucci, tu fare parte di gucci gang?"

Io non sapendo a cosa si stava riferendo, scossi il capo e lo puntai verso la pietanza di plastica che tenevano esposto nella vetrina.

Come per magia ebbi subito la mia anatra all'arancia, e visto che non era ancora l'ora di mettermi i tacchi e andare in tangenziale mi guardai in torno in cerca di uno svago. Mi salto' subito all'occhio un barbone che mio faceva l'occhiolino, ma non scelsi lui perche' addosso aveva la maglia di Hello Bunny, ma dico cos'e' sta poraccitudine?!

Mi guardai ancora un po' in torno e vidi un cartello che indicavano un laghetto non troppo lontano.

Camminai per un po', fino ad arrivare a pochi metri dal cancello che delimitava il laghetto. Faceva freddo quindi per ovviare alla cosa tirai fuori dalla borsa un paio di guanti rosa che facevano pandan con il cappotto di H.K., li infilai e attraversai il cancello.

Mi guardai un po' intorno, il sole stava calando ed io ero stanco quindi decisi di dormire li'. Mi feci un lettino fatto con escrementi di capra e le arance poste sopra l'anatra comprata prima. 

Quando mi svegliai l'anatra non c'era piu', probabilmente l'avra' mangiata qualche povero in cerca di una Lambo a buon prezzo.

Mi guardai intorno: Era l'alba, mi alzai dal mio letto fatto di escrementi e arance che con il mio peso si erano schiacciate fino a diventar poltiglia; Mi alzai in piedi e pensai subito, guardandomi le mani, che quei guanti mi stavano davvero un amore. Stetti ancora in piedi un attimo, il tempo di fare la pipi' che mi venne in mente una cosa: Quella notte non ero andato a lavoro.

Cercai di non pensarci a lungo; mi sedetti, e guardai l'alba. Tutti i miei pensieri e le mie preocupazioni scomparvero quando La vidi. Era lei, la protagonista di questa storia.


P.S. -Ho messo gli apostrofi perche' ho gli accenti a battere in  strada al postodel protagonista della storia. 

-Se ci sono degli errori (apparte l'ignoranza) non fatevi scrupoli a segnalarmeli; tanto non li correggo, ma fa piacere sapere che qualcuno se ne accorto.

La storia, anche se scritta in prima persona non parla di me.


PAPERELLA GAY, LO SO CHE MI VUOI!!!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora