A headstrong man and his head henchman

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Genere: Drammatico.

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Esistono persone che sceglierebbero di farsi tagliare il collo su di una rotaia anziché accettare di aver fallito in qualcosa. Gli atti estremi sarebbero in grado di conferire carattere a chi non ne ha e di donar loro ammirazione dalla parte del mondo putrida e ignobile. La mancanza di personalità è la prima causa di insuccesso.

Uno più dell'altro trovava piacere nello sfidare il malocchio prendendoli persino in giro, questi individui.

È senz'altro una questione di sorte quella di perdere o di vincere, perché, anche se nessuno mai riuscirebbe a crederci, non è colpa di chi ci prova. Piuttosto, c'è chi preferisce mettere il dito nella piaga, un dito con un'unghia lunghissima e acuminata, poiché impaziente di veder cadere chi sale su.

<< Butta giù, vai, butta giù >>

Quanto fa male vomitare? Sentire gli occhi uscire dalle orbite, la materia grigia esplodere fra le tempie e sbrodolare fuori dalle orecchie, il cranio spaccarsi in due e lo stomaco al posto dei polmoni. Non si usano i polmoni mentre si vomita, proprio come quando si ingoia un boccone amaro, o come quando si bacia con la foga di un innamorato. Si suda per l'agitazione fisica e spirituale e non importa quanto si possa essere temprati dall'esperienza, nonostante le aspettative sarà sempre uno strazio.

<< Ugh. Che schifo... >>

Comunque gli esseri umani sono così, non riescono a smettere di guardare se è una cosa che fa parte di loro stessi, neanche quando fa veramente schifo.

Uno più dell'altro, quello che più adorava prendere in giro coloro che sono ingiustamente definiti "gli anelli deboli", in suddetto momento parlava a raffica, teneva col palmo della mano il capo del suo compagno, che pareva stesse per cadere nella tazza del water da un momento all'altro, e gli tirava indietro i capelli, diventati a poco a poco umidi per la fatica.

Non aveva capito ancora che c'era un perdente nelle sue grinfie?

<< Ok, adesso fatti pulire un po'... >>

L'aveva ritenuta la cosa più rivoltante del mondo quando era sua mamma a pulirgli il musetto sporco di vomito e adesso che era al suo posto non si fece davvero tanti problemi. Credeva che semmai avesse fatto tutto ciò che sua madre fece per lui quando era piccolo, presumibilmente sarebbe finito col rigurgitare sangue e morire venti anni d'anticipo.

Non è mai successo.

Il belga e il suo vomito facevano parte di lui.

<< Ho fatto una cazzata >>

Dunque, il belga aveva gli occhi chiusi e il respiro debole, ma riuscì perfettamente a scandire la frase che fece sgranare gli occhi al conclamato cinico fra i due – lui non lo aveva intuito fino ad allora il motivo per cui si fosse ridotto in questo stato.

C'è anche una notevole dose di masochismo nell'animo degli uomini e costui non voleva affatto trascurarla. Aveva pronunciato siffatte parole perché conosceva il suo compagno meglio di quanto conoscesse se stesso; lo sapeva benissimo che sarebbe variato l'itinerario, che non lo avrebbe più assecondato e che sulla base del suo razionalismo e della sua devotissima coerenza, gli avrebbe ripetuto a sua volta ciò che meritava di sentire in quel momento.

Lo conosceva talmente bene da sapere che lo avrebbe trattato come si tratta un pezzo di merda dopo aver compiuto un atto disgustosamente immorale e che lo avrebbe fatto solo perché lui aveva scelto di eseguire il gesto massimo nel decalogo dei senza palle. E che, infine, lo avrebbe abbandonato.

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