Sono a casa. La luce della mia camera è accesa. Chi l'ha accesa? E' la prima cosa che mi viene in mente, alzo lo sguardo e vedo la parete color crema del mio armadio letto, il mio letto è in un grande armadio potremo dire, ho sempre avuto paura mi cadesse sopra mentre dormivo. Ci sono ancora attaccate le figurine che tanto amavo da piccola: un lupo, due, tre quattro lupi... gatti, orsi e BALENE. Mi piacevano anche le balene, chissà perché. Sulla parete alla mia sinistra ho attaccato tutte immagini di Allen Walker di D.Gray Man, Juzouu Suzuya di Tokyo Ghoul e Shogo Makishima di Psycho Pass. Sono bellissimi sia dentro che fuori anche se sono in 2D. Ahh vero c'è anche Guzman, quello lasciamo stare. Se non si fosse capito ho una grande passione per gli anime, manga e videogiochi. Sono una sfigata, frequento il quinto anno di superiori e ho diciannove anni quasi venti il 16 gennaio, e si, sono stata bocciata e non è una cosa di cui amo parlare. Parlare con me stessa. I miei monologhi interiori, sono più lunghi della Storia Infinita. Credo di aver parlato più con me stessa che con chiunque altro, a volte gli altri pensano che io sia muta. A volte non ho proprio voglia di parlare e invece quando faccio discorsi lunghissimi non ho più la voce, non sono allenata come le altre ragazze loro la bocca, la sanno usare in tutti i sensi. Mi giro a pancia in giù e guardo la stanza, c'è una persona sul letto vicino al mio, quello per gli ospiti. Ma quello in teoria non lo è, o meglio, quella. Sul letto degli ospiti è seduta una ragazza che conosco, forse sì forse no, non la conosco profondamente insomma. E' una ragazza del convitto in cui vado perché la scuola è lontana, ma che ci fa lì? La squadro un po', è come la ricordavo, porta sempre gli stessi vestiti e ha una corporatura robusta, come le balene che mi piacevano tanto. Il suo viso è dolce, carnagione olivastra e vispi occhi color pece, ad un tratto si gira a fissarmi ed inclina la testa, non dice nulla. Dalla tasca dei suoi jeans color beige prende con cautela due boccette con del liquido rosso, rosso. Il rosso mi piace, è un bel colore se lo vuoi associare all'amore. Ma è anche terribilmente brutto, rosso è anche il sangue che ci scorre nelle vene, il rosso viene associato anche alla rabbia. Ancora non dice nulla. Sono così depressa che non mi interessa se è qui per uccidermi, non mi chiedo perché lei sia qui. Le cose mi vanno male anche se agli altri sembra che io mi sia ripresa dal mio coma da depressione. Non è così ... NON E' COSI'. La ragazza mi porge una fialetta con il liquido rosso, anche se è rosso non sembra sangue, è molto più cristallino.. Si avvicina a me, piano. Si accovaccia vicino a me, mi guarda e fa segno di far brindisi. Lo faccio insieme a lei ed esclamo:<<Cin cin!>>. Non parla ancora. Avvicina il suo viso al mio e sorride. La beve. Ne bevo metà, la guardo, si sta addormentando forse. Finisco la mia fialetta con lo strano liquido e sorrido beata. Io so cos'è quel liquido. Veleno. Il veleno del diavolo, mi addormento lentamente. Dico solo grazie sottovoce. Non penso più a nulla, non sento nulla, non sono nulla.
[Immagine inizio capitolo: https://78.media.tumblr.com/812d89934759b824db360680632dd69e/tumblr_orap3z9vQZ1w1zw4do1_500.jpg]
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Comatose
Paranormal"Cos'è questo mondo?" "Cos'è? E' il purgatorio. Hai deciso tu di morire. Ora lavorerai per noi." "Lavorare anche dopo la morte? Bene. Portatemi all'inferno!". Immagine di copertina: https://feetinarmsout.files.wordpress.com/2012/03/589323_orig.jpg