ANIME MACCHIATE
"Certe affinità non hanno una logica,
in un attimo si crea un ponte
fra due anime e senza farsi domande
ci si ritrova a percorrere insieme
il viale dell'amicizia...
Ma accade solo con persone speciali."
- Mena Lamb
È appena finita la seconda settimana di lezioni e sono già tutto un dolore. <<Ahi!>> esclamo mentre finisco di medicarmi il piede martoriato dalle scarpette. Quando ero piccola guardavo affascinata le più grandi che ballavano sulle punte e sognavo il momento in cui anche io le avrei potute indossare: il fisico che diventa come d'incanto allungato; le linee appaiono sottili e la danza leggera. Ma già dalla prima volta che le indossai mi resi conto dell'enorme cazzata che fosse il volerle usare: i piedi si sbucciano, senza parlare delle dita che, se non viene scelta la scarpetta giusta, si storgono. Ma la passione per la danza fa sopportare qualsiasi tortura, prima, durante e dopo, o almeno così pensavo. Adesso, che la danza non riesce più a salvarmi come una volta, mi domando se non sia soltanto un dolore inutile. <<Vuoi venire con noi?>> mi domanda di punto in bianco Alison mentre finisce di truccarsi. <<No, credo che chiamerò le mie amiche>> mento. In realtà non ho assolutamente voglia di uscire con loro. Non ho nulla contro Alison, anzi, il problema sono i ragazzi. Dal giorno in cui hanno assistito alla mia scenetta con Diego cerco di evitarli. Non so perché lo faccio, ma è più forte di me. Ho evitato tutte le uscite che mi hanno proposto, non li raggiungo nella saletta comune quando sono li a fare due chiacchiere e non pranzo più con loro. In mensa vado con Cyndi, me l'ha proposto lei un giorno e per avere la scusa pronta con gli altri ho accettato. Non ho avuto il coraggio di chiedere ad Ali se per lei fosse un problema, ma siccome non mi ha detto nulla continuo a farlo. E poi, qualsiasi cosa sia successa tra di loro, non è affar mio. <<Sicura? È più di una settimana che non esci>> osserva voltandosi. Le faccio un debole sorriso. <<Sicura>>. Mi guarda per un istante poi torna a fare quello che stava facendo.
Mi giro e rigiro il telefono tra le mani indecisa se mandare o meno un messaggio alle mie amiche. <<Probabilmente staranno dormendo...>> borbotto tra me e me. Quando l'ho usata come scusa con la mia compagna di stanza, non ho tenuto conto che loro sono sei ore avanti. Ormai sentirci è diventata un'impresa epica. Loro hanno le loro lezioni, io le mie, ognuna di noi ha i propri impegni e di mezzo ci dobbiamo anche mettere un cazzo di fuso orario diverso. Sbuffo e lancio il telefono sul materasso. Penso che potrei chiamare Emma, ma poi per dirle cosa? È venerdì sera e sicuramente ha di meglio da fare che stare al telefono con me. Guardo l'ora e mi rendo conto che quella di cena è passata da un bel pezzo. Sento lo stomaco fare i capricci, ma sono troppo pigra per decidere di andare a prende qualcosa con cui nutrirmi. Invece, decido di fare un bel bagno caldo. Ho scoperto la vasca in uno dei tre bagni, e da quando l'ho vista non vedo l'ora di immergermici. Prendo la pochette con i prodotti per la doccia, un asciugamano ed il mio iPod con l'intento di rilassarmi un po'. Occupo l'ultimo bagno ed apro l'acqua attendendo che la vasca si riempia. Non mi preoccupo di quanto tempo passerò qui dentro, tanto so che non c'è nessuno. Alison, Kevin ed Aaron so che sono usciti, e so la stessa cosa di Cyndi e Libby (l'altra studentessa che occupa questo dormitorio) perché anche loro mi avevano chiesto di uscire. Butto un'abbondante dose di bagnoschiuma nell'acqua che si tinge immediatamente di viola. Il profumo della lavanda mi invade le narici mentre immergo una mano e la agito creando della schiuma. Quando sono soddisfatta del numero di bolle e dei gradi dell'acqua mi spoglio e mi immergo. Emetto un piccolo gemito e chiudo gli occhi godendomi il calore dell'acqua che mi rilassa all'istante. <<Mi ci voleva proprio un bel bagno caldo>> mugolo. Indosso le cuffiette dell'iPod e metto in play la musica. Poso la testa contro il muro e chiudo gli occhi mentre le note di una canzone mi riempiono le orecchie ed i pensieri. Tengo sempre gli occhi chiusi mentre la testa oscilla a ritmo di musica. "E' stato indimenticabile. Voglio farlo ancora..." recita la canzone dei Cheat Codes, Sex. Non so perché ma nella mia testa si materializza il volto di Aaron: le sue labbra carnose, i suoi lineamenti delicati, i suoi occhi magnetici. "Parliamo di sesso, tesoro. Parliamo di te e me. Parliamo di tutte le cose belle e delle cose cattive che potrebbero esserci..." dice il ritornello. "Ti mangio come un cannibale. Sei dolce come la cannella. Raccontami tutti i tuoi sogni e le fantasie più oscure..." a questo verso mi ritrovo a mordermi il labbro inferiore, ad immaginare che sapore abbia lui...ovunque. "In qualsiasi modo tu lo voglia, puoi averlo..." sento un fremito tra le gambe. "Parliamo di sesso, tesoro. Di farlo sul tavolo, faremo l'amore per ore. Parliamo di sesso. In qualsiasi modo tu lo voglia, puoi averlo. Parliamo di sesso, tesoro. Di farlo sotto la doccia...". Mentre la canzone sta giungendo al termine mi ritrovo ad avere la mano sul basso ventre. Sfioro la mia femminilità, mentre sento un desiderio cocente crescermi dentro. Mi tocco immaginando che siano altre mani esperte a farlo. L'acqua ormai è diventata fredda, ma è quello che serve al mio corpo in fiamme. Mi accarezzo il clitoride e serro gli occhi per vederne un paio nocciola-verdi. Sempre con la fantasia ritorno al mio primo giorno qui, a quando l'ho visto senza maglietta... ai pantaloni della tuta che gli cadevano molli sui fianchi... Emetto un piccolo gemito mentre lascio cadere l'iPod sul pavimento. Sento di esserci quasi. Infilo un dito, poi un altro. <<Aar...>> <<Oddio! Cazzo! Scusa!>>. Bum! Questo è tutto ciò che sento mentre vengo invasa dall'orgasmo e dalla vergogna. Apro gli occhi di scatto mentre il cuore mi esplode nel petto. Non ho chiuso la porta?! Non avevo chiuso quella cazzo di porta?! Impreco tra me e me. E poi non erano tutti usciti?! Esco velocemente dalla vasca e mi copro con l'asciugamano. <<Non ci posso credere! Che figura del cazzo!>>. Guardo il mio riflesso di sfuggita. Il viso a preso il colore dei miei capelli e non so se è per l'orgasmo o per la vergogna. Forse per la rabbia! Vorrei che il pavimento si aprisse e mi inghiottisse all'istante. <<Non posso crederci! Non posso crederci! Non posso crederci!>> continuo a ripetere come se ciò potesse cancellare quello che è appena successo. Raccolgo la mia roba ed esitante esco dal bagno. Quando non lo trovo li fuori emetto un sospiro di sollievo. Mi avvio nel piccolo corridoio quando una porta alla mia destra si apre di scatto. Sobbalzo e per poco non mi cade asciugamano. <<Cazzo!>> esclamo stringendolo al petto. <<Scusa, non volevo spaventarti>> mormora Aaron uscendo dal primo bagno. Non lo guardo, è troppo imbarazzante! Mi schiarisco la voce. <<am...ok>> balbetto. Faccio un passo nello stesso istante che lo fa lui e quasi ci scontriamo. Lo faccio dall'altra parte e lui fa lo stesso. Mi esce un piccolo grugnito di esasperazione che lo fa ridacchiare. Alzo lo sguardo su di lui. Se continuo a non guardarlo credo che potremmo passare tutta la notte così: a fare avanti e indietro. Ha uno strano luccichio negli occhi e la guance appena arrossate. Le mie, devono essere in fiamme invece! Vi prego potete accendere dell'aria condizionata? Un ventaglio? Buttarmi addosso un secchio di ghiaccio?! Dopo avermi fatto un mezzo sorriso, che fa apparire la sua adorabile fossetta, si fa da parte lasciandomi passare. Abbasso nuovamente lo sguardo e lo supero. Vado spedita alla mia stanza sentendo i suoi passi dietro di me. <<Scusa per prima>> mormora quando la mia mano sfiora la maniglia della mia camera. Una nuova ondata di calore mi investe. <<Però ti avevo già raccomandato di chiudere la porta a chiave>> continua con un tono leggero, forse per smorzare la tensione. Mi faccio coraggio e lo guardo. <<Ero quasi sicura di averlo fatto...e poi credevo che non ci fosse nessuno!>> mi giustifico. <<Beh, anche io>> ammette. <<Non sei andato con Alison e Kevin...>> osservo. Annuisce. <<Vado a suonare>> mi informa. Sento una strana euforia allo stomaco. <<Nel locale dell'altra volta?>> chiedo. <<Si>> dice con un sorriso. <<Ci suono più o meno una volta al mese>>. <<Bello>> mormoro. Bello? Sul serio? Mi ammonisco mentalmente. Il suo sorriso si allarga. <<Tu come mai non sei uscita con Alison e Kevin?>>. Nel suo sguardo leggo più che altro la domanda: "Come mai sei sparita?". <<Non mi andava>> ribatto semplicemente. Non potevo di certo rispondere "Perché stavo cercando di evitarti dopo l'imbarazzante teatrino che ho fatto con il mio ex". Si, perché la realtà dei fatti è che non cercavo di evitare Kevin, ma cercavo di evitare lui. <<Quindi ora non ti andrebbe di uscire?>> domanda dopo essersi passato la mano tra i capelli. Mi ripeto nella mente la sua domanda cercando di capire cosa intende. Gli faccio un'espressione interrogativa alla quale replica con una risatina nervosa. <<Mi chiedevo se ti andava di venirmi ad ascoltare...>>. Distoglie lo sguardo. Sento una strana sensazione allo stomaco. <<Certo!>> le parole mi escono di bocca da sole, ed anche un po' troppo eccitate. Punta i suoi occhi nei miei mentre un sorriso si allarga sul suo volto. <<Allora ci vediamo qui tra mezz'ora?>>. Annuisco per poi entrare nella mia stanza. Chiudo la porta e mi ci poso contro. Sento il cuore battere forte nel petto. <<Mi ha chiesto di uscire?>> mormoro. <<Nah! È solo stato gentile!>>. Mentre parlo da sola mi asciugo ed indosso della biancheria pulita. Mi domando se non si sia accorto di quello che stavo facendo nel bagno, o se semplicemente è troppo gentiluomo per parlarne... vorrei tanto che fosse la prima ipotesi, ma qualcosa mi dice che è più propenso per la seconda. Sento la faccia andare in fiamme. <<Stavo pure per gemere il suo nome!>> esclamo scuotendo la testa. <<Forse ho bisogno di una scopata!>> borbotto mentre indosso dei jeans skinny neri. Sento tutta la tensione annidarsi sul retro del mio collo. Forse mantenere i contatti col figo della discoteca non sarebbe stata una cattiva idea... sesso senza impegno... Scuoto la testa ed indosso una canotta bianca. Mi metto un filo di trucco, un cardigan senza bottoni gridio ed infine degli stivali Ugg. Gemo quando i miei piedi mal ridotti entrano in contatto col pelo morbido degli stivali alla "Goku". Non mi sono mai piaciuti molto, ma i miei piedi la pensano diversamente! È come stare dentro delle pantofole ma la gente non ti guarda male se ci esci di casa!
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3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglio
ЧиклитVOLUME III Quando Marta, al quinto mese di una gravidanza non programmata, subisce un aborto si sente il mondo cadere addosso. Non aveva mai desiderato quel piccolo fagiolino che cresceva dentro di lei, ma sin dal primo momento in cui sentì battere...