Capitolo 7

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Da Human Gucci: Ti prego. Aiutami.

Sgranai gli occhi, riconobbi il nickname, Jennie.

A Human Gucci:Unnie, che succede?

Da Human Gucci: Vieni in ospedale.

Ero spaventata e non poco, presi dall'appendiabiti una felpa e me la infilai velocemente, per poi avvicinare Jisoo a me, prendendola per l'orecchio.
-Ora scappo ma dovrai darmi spiegazioni.- e senza nemmeno dargli il tempo di rispondere, lasciai il suo orecchio mettendo a tacere i suoi mugolii di dolore ed uscii di casa, sfrecciando con la macchina fino all'ospedale.
Era notte, la porta d'ingresso era aperta ma l'ospedale era buio e non c'era un anima viva, ne un infermiere, ne una dottoressa, nessuno.
Avanzai ed appena feci qualche passo sentii delle urla assordanti provenire da una stanza, la individuai con lo sguardo e corsi cercando di aprirla.
Avevo riconosciuto quella urla.
La mia Unnie.

-B..BASTA, TI PREGO, BASTA!- urlava lei, stavo impazzendo, avevo già capito tutto e non riuscivo ad aprire quella maledetta porta.

-JENNIE!- urlai, come per dirle che io ero lì, che non doveva avere paura, sarebbe tutto finito. Se solo fossi riuscita ad entrare in quella cazzo di stanza.
Capii che l'unica soluzione era rompere la porta. Così feci, ritrovandomi davanti un quadretto che mi fece ribrezzo.
Jungkook, che teneva ferma al muro Jennie, mentre spingeva bruscamente in lei, talmente che essa era fragile che Jungkook la copriva tutta, sembrava un solo uomo che spingeva contro il muro.

-Ohhh...ciao Liz.- mi sorrise in preda alla goduria, come avevo fatto fuori suo fratello, avevo la voglia matta di far fuori anche lui. Lo strattonai lontano da Jennie e mi misi davanti a lei, come per proteggerla. Piangendo, mi strinse forte da dietro e si rivestì.

-Gran figlio di puttana.-gli urlai contro, era stordito, come se stesse ancora immaginando di spingere nella mia Jennie, ma quel poco di lucidità che aveva gli occorse per rendersi conto che stavo chiamando la polizia.

-No, cazzo.- si mise solo i boxer e scappò via, d'istinto volevo rincorrerlo ma mi trattenni quando la stretta di Jennie mi tenne lì vicino a lei.

-N..no...non mi lasciare sola..- sussurrò. Singhiozzava, tremava, aveva dei succhiotti sul collo, me ne accorsi quando mi girai per stringerla a me. Il coglione se l'era cavata bene solo stasera.

-Shhh...piccola, va tutto bene.- sussurrai, baciandogli dolcemente le lacrime.

-E..era drogato, p..per questo non ha agito con l-lucidità..- sussurrò, tenendomi stretta. Era così dolce.
I capelli arruffati, una felpa più grande di lei addosso, il rossetto sbavato ed i piedi scalzi.

-Unnie, mi occuperò dopo di lui. Ora tu sei più importante.- sussurrai e vidi un leggero sorriso sul suo volto, che ne accese uno anche sul mio. Delicatamente, la portai nel bagno dell'ospedale ed aprii l'acqua calda della vasca.

-C-Che fai Liz?- sussurrò, mentre la stringevo a me.
-Hai bisogno di una doccia, ti aiuto a farla?- sussurrai. -La fai con me?- disse lei ed io sorrisi. Quando eravamo fidanzate, facevamo sempre la doccia insieme e, raramente concludevamo il tutto senza fare l'amore.

Lei si tolse il suo unico indumento, la felpa, mentre io ci misi un po' per togliere tutto.
Si riavvicinò a me e mi lasciò un dolce bacio sul petto, la strinsi e le sussurrai.
-Non meriti di passare tutto questo.- sospirammo insieme, mi baciò la guancia.
-Ti prego, ora pensa solo a me.- mormorò e sorrisi di nuovo, portandola piano in vasca.

STAY WITH ME. ||Jenlisa||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora