In cerca di aiuto.

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Chiudo gli occhi, mi concentro sul silenzio attorno a me, "lui" è uscito.
Forse oggi potrò vedere la luce, sono stata una brava ragazza perchè non mi ha portata con lui?
Riapro gli occhi e dalle piccole scale vedo la luce del piano di sopra, mi alzo lentamente da terra mentre tiro giù le maniche del mio vestito bianco sbiadito, che coprono le mie mani. Cammino con un passo lento e spaventato, camminando tra i corridoi stretti di quella cantina fredda. Mi giro verso una grande parete bianca rovinata, dove lì, nascosto, c'era il nostro segreto. Torno col pensiero sul mio piano di scappare salendo così velocemente le scale e ritrovarmi al piano di sopra, non aveva chiuso la porta che mi impediva di farlo, ed ora che ci penso non mi aveva legata come fa sempre.. mi guardo attorno assicurandomi che non fosse realmente in casa, passo per il salotto, per la cucina, in bagno e infine nella sua camera da letto, ma di lui non c'è neanche l'ombra. Corro fino alla porta di casa che ovviamente era chiusa a chiave, era troppo strano per essere troppo calma la situazione. Cerco più volte con tutte le mie forze di aprire la porta, mi guardo attorno in panico, con la paura che sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro. Prendo un cacciavite poggiato sul mobile del salotto e cerco di rompere qualche pezzo all'interno della maniglia, così da far aprire la porta, e fu in quel momento che le mie orecchie sentirono un rumore provenire da essa, allontano le mani e vedo la porta socchiusa, butto subito il cacciavite a terra aprendola di più. Scendo i pochi scalini, abbassando lo sguardo sui miei piedi nudi, aspirando l'aria pura della bella giornata. Quando mi rendo conto di essere libera inizio a correre più veloce che potevo lontano da quella casa maledetta. Il mio respiro si faceva più pesante ad ogni passo, non stavo guardando dove stavo andando precisamente, ma in lontananza vedo una cabina telefonica e aumento il mio passo verso l'altra parte della strada. Una macchina stava quasi per mettermi sotto ma sono riuscita ad arrivare sana e salva alla cabina. Col fiato affannato e le mani tremanti, afferro il telefono componendo subito il numero della polizia, che tarda solo di qualche secondo a rispondere.
<< Ivy Moxam, sono Ivy Moxam. Sono stata rapita tredici anni fa, sono appena scappata. Aiutatemi vi prego. >>

Dopo qualche minuti sento la sirena della macchina della polizia che subito arriva nella posizione dove mi avevano ordinato di stare, dalla macchina scende un poliziotto che mi assicura che ora ero al sicuro e che avrebbero pensato loro a me. Salgo nella macchina e appoggio la testa al sedile facendo un sospiro, quando il poliziotto sale anche lui, parte subito. Il tragitto verso la caserma l'ho fatto con lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Ero veramente libera?


--SPAZIO AUTRICE
Questo è il primo capitolo, so che è corto ma per l'inizio spero vada bene. Lasciate commenti se preferite e fate girare la storia gnew. Al prossimo capitolo.--

Thirteen.Where stories live. Discover now