Il ritorno.

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La macchina si ferma e scendo da essa solamente dopo che l'uomo in divisa mi apre lo sportello, mi prende delicatamente dal braccio ma subito mi dimeno, non volevo mani addosso al mio corpo, ne ho avuto abbastanza. Due persone mi si avvicinano lentamente e il mio sguardo va prima alla donna bionda, i suoi capelli gli arrivavano a metà collo ben in ordine, e anche il suo abbigliamento lo era, poi guardo l'uomo poco più alto di lei, anche lui era vestito in perfetto ordine, la barba castana colorava il suo viso e faceva risaltare i suoi occhi.
<< Siamo i detective Lisa Merchant e Elliott Carne.. ti faremo alcune domande tra poco ma prima dovremo analizzare ogni cosa a tua appartenenza, sei al sicuro.>>
Sento queste parole dalla donna mentre mi accompagnavano all'interno della caserma.
Mi portano in una stanza chiudendo subito la porta, ma sta volta ero sola con una signora, col viso ricoperto a metà da una mascherina, i suoi capelli nascosti in una cuffietta e le sue mani ricoperte anch'esse, da guanti bianchi in lattice. Sembravo sotto prova per un esperimento, come se da un momento all'altro potessi esplodere e danneggiare la sua vita. Il mio sguardo è perso, a stento la sento parlare, prende una fialetta contenente un lungo bastoncino con l'estremità morbida, sembrava cotone, mi chiede cortesemente di aprire la bocca e lo faccio senza chiedere niente. Preleva la mia saliva riportando poi il bastoncino nella fialetta, poi le sue mani si infilano tra i miei lunghi capelli arruffati, tagliandone due piccole ciocche, taglia successivamente le unghie inserendole in un sacchetto di plastica trasparente, come aveva fatto per i capelli. Infine mi fa bagnare le dita, facendole poi posare su.. non sapevo precisamente cos'era, sembrava un libretto ma non erano semplici fogli, ma riuscivano a far intravedere le mie impronte di ogni dito. Fatto questo mi leva il vestito, dandomi un camice bianco che mi aiuta ad indossare, assieme a delle scarpe nere, mi stavano un po' piccole ma era molto meglio di stare a piedi nudi. Quando esco da quella stanza vengo subito portata in un'altra, dove, mi raggiungono i detective di prima. Si siedono davanti a me e la donna aziona un registratore avvisandomi che avrebbe dovuto registrare ogni singola cosa, per poi iniziare a parlare.
<< inizio interrogatorio alle ore 11:45, qui detective Merchant e il mio collega Elliott. Allora.. tu sei la presunta Ivy Moxam? Dobbiamo esserne sicuri non sei la prima che si presenta in questi panni. >>
Giocavo con le maniche del camice tenendo lo sguardo basso, sentendo i miei capelli sfiorarmi il viso. La voce di Lisa era calma e paccata, sapeva bene cosa dire. Alzo la testa con un'espressione quasi sconvolta per le sue parole, mi avrebbero mai creduta? Sarei tornata dalla mia famiglia?
Annuisco mentre la guardo, lei fa lo stesso e il mio sguardo va sull'uomo al suo fianco che anche lui inizia a farmi domande.
<< Bene, Ivy.. dobbiamo andare fino infondo con questo caso.. per prima cosa dobbiamo trovare il tuo rapitore. Sai dirci qualcosa a riguardo? Come sei riuscita a scappare? Dopo tredici anni solo ora ce l'hai fatta.>>
Tutte queste domande mi stavano facendo venire il mal di testa, tutto quello che faccio è scuotere la testa in segno di negazione. Era come se non riuscissi a parlare di lui adesso, l'unica cosa che volevo era tornare a casa.

<< Voglio vedere la mia famiglia. >>
Quasi sussurro, ma in una stanza così piccola e con tutto questo silenzio mi avevano sicuramente sentito, infatti Lisa di rimando mi risponde.

<< Abbiamo già avvisato i tuoi genitori Ivy, ma davvero è importante che tu risponda alle nostre domande.>>

Riabbasso lo sguardo sulle mie mani che in tutto questo tempo non avevano smesso di giocare tra loro e con le maniche del camice. Mi rifiuto di parlare e Lisa spegne il registratore con un sospiro.
<< Facciamo una pausa, dopo continueremo.>>
Sento dire Elliott per poi vederli alzare dalle loro sedie e mi invitano a fare lo stesso avvisandomi che i miei genitori erano arrivati per vedermi. Ero felice? Mi avrebbero riconosciuto?
Usciamo dalla stanza e rimando dietro i due seguendoli verso il lungo corridoio, arriviamo in un altro dove vedo una donna, un uomo e una ragazza, e se devo essere specifica, era la mia famiglia. Subito mia mamma mi corre in contro abbracciandomi, e di seguito mio padre. Il pianto di mia mamma arriva subito alle mie orecchie, sapevo che era una di quelle che preferiva non farsi vedere piangere, ma ora lo sta facendo. Volevo dirle di non farlo, che non c'era bisogno, ma avevo le parole bloccate in gola.
<< Signora Moxam, dobbiamo accettarsi che sia lei realmente, dovremo farle altre domande e aspettare le analisi del suo DNA. >>

Sento una voce maschile dietro di noi, era Elliott. Mi stacco dalle braccia dei miei e il mio sguardo e fermo sul pavimento, non riuscivo ancora ad abituarmi alla situazione.

<< E' mia figlia, è Ivy. >>
Sento subito la replica di mia mamma.


--SPAZIO AUTRICE
Ecco a voi il secondo capitolo, spero che anche questo sia di vostro gradimento. Tenetevi pronti a scoprire tante altre cose. Sciiiao--



Thirteen.Where stories live. Discover now