IV.

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Sono nella sala di Snoke, è ancora tutto distrutto da quando io e Rey abbiamo combattuto contro le sue guardie. Qua e là c'è ancora qualche macchia di sangue, sul trono soprattutto, e le pareti sono impregnate di ricordi, e di lei. Ho voltato le spalle al mio maestro per salvarla e poi lei le ha voltate a me. La rabbia piano piano cresce, sono stato uno stupido. Non avrei dovuto metterla davanti ad una decisione simile, non subito perlomeno. Se avessi aspettato un po', se l'avessi ascoltata...forse le cose sarebbero andate diversamente. È colpa di Snoke, è solo colpa sua! Ho la mia spada in mano, incompleta, come me: la stringo con tutta la forza che ho, spinto dall'odio e dall'ira. Faccio un passo verso il trono, lentamente, poi un altro, e un altro ancora, sempre più veloce. Quando gli sono vicino alzo la spada e la abbasso con tutta la forza che ho, urlando. Di nuovo, di nuovo. E continuo ad urlare, per far uscire dal mio corpo tutta quella rabbia, quel malessere. E gli occhi bruciano ma la spada continua a colpire quello stupido oggetto, un fendente, e poi un'altro. Di nuovo, ancora, e ancora! Quando finalmente ho finito, mentre cerco di riprendere fiato, guardo ciò che è rimasto del mio maestro: un mucchio di polvere e macerie, piccole, insulse macerie di un passato ormai morto. Ce l'ho fatta, l'ho ucciso. L'ho ucciso di nuovo, l'ho estirpato completamente. Sono libero, sono una persona nuova, un individuo distinto. Il mio passato ormai non c'è più, ormai sono solo il frutto delle mie esperienze, sono me stesso. Ho raggiunto mio nonno, e poi l'ho superato. Sono riuscito nel suo intendo, e finalmente sono orgoglioso di me stesso. Un leggero sorriso si dipinge sul mio viso come una smorfia: sono orgoglioso ma non sono contento. Siamo arrivati alla resa dei conti, con oggi la guerra sarà finita. La Ribellione è ormai morta e una volta distrutta la Repubblica la galassia sarà finalmente sotto il controllo supremo del Primo Ordine, il mio controllo. Ma cosa me ne faccio di tutto questo potere, se non posso usarlo per avere l'unica cosa di cui mi importa davvero? Immediatamente mi sento perso, e l'odio che provo per me stesso mi attanaglia il cuore e la mente. "Rey..." ormai non riesco a pensare ad altro. L'ultima volta che l'ho vista lei non riusciva a vedermi, e non riesco a spiegarmene il motivo, mi consuma dentro. Qualcosa in quel momento si è spezzato dentro di me: ho paura che mi abbia definitivamente lasciato alle spalle, come un giocattolo rotto, irrecuperabile. E la odio per questo. La odio, la odio! La odio eppure non riesco a far altro che pensare a come salvarla. Che stupido sono stato, che debole! Avrei dovuto ascoltare Snoke fin dall'inizio: trovare il droide, trovare Luke, ucciderlo. La guerra sarebbe finita da molto, molto tempo. Invece ho ceduto al Lato Chiaro, mi è entrata nel cuore e non ne è più uscita. Mi ha trasformato in qualcosa che non sono! Non voglio più essere debole, Rey. Non voglio più. Mi dispiace. 


Il tempo è scaduto, sto aspettando una risposta da parte del Generale Organa e tarda ad arrivare. La cosa comincia a farmi innervosire, mi sta mettendo a dura prova: ho detto una cosa e quella deve essere, non voglio che pensino che sono buono e che non li distruggerò se non avrò la risposta che aspetto, ma non posso fare del male a Rey. 


Il Generale Hux, in piedi poco dietro di me, è impaziente, riesco a percepirlo. Non vede l'ora di dare l'ordine e di vedere l'ultima scintilla della resistenza spegnersi come se non fosse mai esistita, senza lasciare traccia del suo passaggio. 


"Signore..." mi intima.

"Mancano ancora quattro minuti, Generale Hux. Io mantengo la parola data." Gli rispondo con freddezza, svogliatamente. Non ho intenzione di sprecare tempo a spiegargli le mie intenzioni, lui non è nessuno. 


"Il Generale Organa ha una comunicazione per lei, Leader Supremo" mi informa un pilota dalla sua postazione. 


"Ben," la voce che proviene dal computer non è quella di Leia però, è Rey. Incompetenti. Rimango spiazzato, sotto la maschera sento il mio respiro bloccarsi per un secondo, perché c'è lei e non Leia? 


"Rey," le dico, senza aggiungere altro. 


"Abbiamo preso una decisione: io, il Generale Organa e l'ammiraglio Ackbar siamo pronti a salire sul vostro caccia stellare senza opporre resistenza a patto che lasciate i soldati, i piloti e i droidi su Dantooine." Per la seconda volta usa un tono più che autoritario con me, e non mi va proprio giù quando qualcuno mi da degli ordini, nemmeno se quel qualcuno è Rey. Rifletto prima di rispondere: se li lascio andare tutti arriveranno alla base dell'alleanza ribelle di Dantooine e non ci metteranno molto a trovare dei caccia e tornare qui. Ma per quel momento noi saremo già lontani, e non hanno nessuna possibilità di trovarci. È fattibile, posso farlo. Questo posso concederglielo. 


"Va bene, Jedi," dico con tono di sfida, "incaricherò i miei soldati di scortare i suoi amici sul pianeta. Tu, il Generale e l'ammiraglio potete raggiungerci con il Millennium Falcon. Io mi fido di te, Rey." Spero vivamente che prenda a cuore le mie parole e che capisca che non deve scappare, non avrebbe speranze di sopravvivere: la voglio avere qui, viva, per volontà propria. Cerco di spaventarla per non rischiare di vederla andare via, una parte di me mi dice che non è il modo migliore per tenerla vicina, però non posso far altro che ascoltare il Lato Oscuro, non ho altro modo. 
Rey, dal Falcon, chiude il collegamento. Il cuore mi batte così forte che mi sembra di averlo in gola. Tra poco sarà qui, saremo insieme, di nuovo. Non so che cosa succederà ma saremo insieme, e questo mi basta.


"Non appena salgono a bordo date al Generale una stanza e uccidete l'ammiraglio. Mi occuperò io personalmente della Jedi," ordino dirigendomi verso l'hangar principale con una decina di stormtrooper. 


È arrivato il momento, finalmente.  

Introspection - A Kylo Ren storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora