Save the loving memory.

5 1 0
                                    

Stavamo per sposarci; mancava poco, davvero poco, e poi avremmo realizzato il nostro sogno. Avevamo deciso per una cerimonia semplice, tra noi e i nostri amici, i miei genitori non ne erano a conoscenza e i tuoi non avevano voluto sapere niente di quel giorno e per quanto tu avessi sofferto per la loro decisione, eri riuscito ad assimilarla e a superarla. Avevo pensato di organizzare da solo ma tu hai voluto partecipare, metterci tutto te stesso come sempre in ogni cosa che riguardava noi.

Stavamo insieme da cinque anni e io ancora non mi ero abituato all'idea che tu fossi mio, forse perché con te anche le cose quotidiane e più banali portavano emozioni sempre nuove; ricordi come è cominciato tutto? Ma sì, non serve davvero che te lo chieda, so che ricordi sempre tutto, anche i dettagli che all'apparenza possono sembrare insignificanti, forse perché tu non hai mai visto niente come un semplice dettaglio. A me questo voler rimanere aggrappato ai momenti e ai ricordi non era mai successo prima che con te; e voglio continuare a farlo.

Ci siamo conosciuti nello stesso pub in cui ti hanno portato via da me; appassionato di letteratura come eri, avresti paragonato la nostra storia a una qualsiasi altra di un qualsiasi romanzo a struttura ciclica. Ed io ti avrei riso in faccia, sicuramente.

Non immagini che mondo mi hai aperto; quando ti ho visto entrare dalla porta principale di quel posto la sera in cui ci siamo conosciuti, ho subito pensato che non potevi essere come gli altri ragazzi in quel locale. Ho subito pensato che avessi intrappolato la luce del sole nei tuoi occhi e il suono del più dolce strumento nella tua voce; con quella pelle chiarissima e quello sguardo malinconico celato dietro un finto sorriso perfetto e dai denti bianchissimi, quel sorriso ingannatore ed enigmatico che non mi ha lasciato scampo. Sorriso sul volto e cuore in tempesta, bello come pochi e forse puro come nessuno, con quel carattere che strano è dire poco, eri chiuso, riservato ma allo stesso tempo sempre cordiale e sorridente. Eri, senza ombra di dubbio, la perfezione filosofica arrivata in un posto in cui non c'entrava niente; guardarti per ore intere non mi aveva stancato, ti avrei osservato fino a quando saresti rimasto lì e non mi sarei sicuramente avvicinato a qualcosa di così delicato e incredibilmente bello come te.

Ma poi tu ti sei avvicinato a me e credo di averti amato dall'istante in cui ti sei alzato e con gli occhi timidi mi hai guardato dirigendoti verso di me.

<Scusa, sai dov'è il bagno?>

<Ti accompagno? Tanto devo andare anch'io!>

Mi dicesti di sì e arrivati, io andai sul serio, tu rimanesti a guardarmi.

<Tu non vai?> ti chiesi.

Mi guardasti per un attimo.

<So che posso sembrarti ridicolo, ma ho visto che mi guardavi e volevo parlare con te.. è stata la prima scusa che mi è venuta in mente e..>

Ti interruppi, il mio vizio più grande, forse l'unico che non eri riuscito ad accettare.

<E ora possiamo bere qualcosa insieme, no?>

Mi sorridesti.

Ci ritrovammo qualche sera dopo allo stesso pub.

<Coincidenze?> ti chiesi subito dopo averti visto.

<Destino?> dicesti tu ironico.

<Non ho mai creduto al destino ma certo che se è grazie a lui che ci siamo incontrati, non solo comincio a crederci, ma lo ringrazio davvero infinitamente; avevo voglia di rivederti.>

Le tue guance divennero rossissime; un'altra cosa di te che ho amato da subito è stata proprio questa, che le tue guance diventavano così rosse che avrebbero potuto colorare il tramonto e renderlo ancora più bello.

Save the loving memory.Where stories live. Discover now