Chi Sono Io?

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«AAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!» urlò Kaooda, stringendo i denti mentre quella forte scarica attraversava di nuovo il suo corpo.

«Sei veramente un tipo insopportabile...» disse Fuji, guardandolo da oltre il vetro protettivo.

Kaooda riaprì lentamente gli occhi, ringhiando più forte che poté con i denti appuntiti stretti e belli in vista.

«Dategli un'altra scarica.» sussurrò ad uno scienziato.

«AAAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!» urlò lui di nuovo, cercando inutilmente di fuggire da quelle maledette catene.

«Un'altra signore?» chiese lo scienziato, mentre Fuji lo bloccava alzando la mano.

«Dovrebbe aver capito... Altrimenti dagli un'altra scarica.»
«Ma non rischia di provocargli danni permanenti?» gli chiese un'altra scienzata, sobbalzando dopo che Fuji avesse spostato lo sguardo su di lei.

«Imparerà a rispettare gli ordini... E poi le cicatrici non fanno male a nessuno.» disse subito dopo, spostando di nuovo lo sguardo su Kaooda, mentre la scienziata gli annuiva.

Il kwami riaprì di nuovo gli occhi, scattando in avanti e sbattendo contro il vetro, arrivando a guardare Fuji dritto in faccia.

«Scarica.»
«AAAAAAAAAAAAAAAHHH!!!» urlò lui di nuovo, crollando sul pavimento.

Kaooda si mise seduto, portandosi una zampa all'orecchio destro, stringendo forte i denti per il dolore che lì era ancora persistente.

«Danno all'orecchio destro signore.»
«Rilevante?»
«Senza problemi in seguito signore, nemmeno problemi d'udito.»
«Perfetto...» rispose Fuji, continuando a tenere lo sguardo sul kwami.

Kaooda strinse con più forza con il suo orecchio, mentre il dolore non accennava a diminuire.

«Non dovremmo mandare qualcuno a curargli quella ferita?»
«Aspetterà.» rispose lui subito dopo, rimanendo impassibile a quella scena.

L'orecchio gli faceva male, i suoni erano ovattati e anche la sua vista iniziava a dargli problemi, senza permettergli di vedere o sentire quegli spregevoli scienziati.
Avvicinò la zampetta al suo viso, notandola ancora rossa com'era sempre stata, diversa da tutto il resto. Lui non era degno di avere un nome, non era degno di esistere, non era degno nemmeno di poter respirare. Lui non meritava nulla, assolutamente nulla. Era solo un mostro.

«È fermo lì, signore.»
«Bene... Riportatelo nella sua cella.» Comandò Fuji, osservando lo scienziato premere un pulsante, che permise ad un soldato protetto di entrare in quella stanza e portare via Kaooda.

«Hai finalmente capito che resistere non serve a niente.» Gli disse il soldato, prima di portarlo nella sua cella.

Gli mise la catena alla testa e poi gli tolse quella al collo, lasciandogli quelle alle due zampette.
Da quando quel chip aveva fallito, non aveva più avuto la possibilità di muoversi senza due o più catene indosso, senza mai libertà. Lui non era nato libero, era prigioniero di una realtà a cui non apperteneva, ad una Vita che non gli apparteneva.
Era lì da quando si era svegliato, non era mai uscito, era sempre rimasto dentro a quella struttura che non conosceva, non sapeva nemmeno se finisse ad un certo punto.

«Ehi...» lo chiamò una voce, che però non ottenne la sua attenzione: «Mostriciattolo?» lo richiamò colpendo le sbarre.

Alzò lentamente la testa, osservando il medico che si era appena affacciato, poggiando la valigetta sul pavimento e avvicinandosi a lui con i guanti di gomma.

Ma Vie Avec Toi ~ Spin-off di 'All'inizio Era Solo Un Sogno'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora