<<Come faremo a trovare gli altri Elementi?>>
Apro la valigia, riponendo accuratamente al suo interno gran parte dei miei vestiti e tutto il necessario per andare via da qui.
Sono una ragazza impulsiva, ma se mai provasse a farmi del male, saprei come difendermi.
<<Ho i miei strumenti, te l'ho già detto, inoltre mi sarai molto utile>> risponde, mangiando una scorpacciata di patatine.
<<Ti ricordo che quelle provengono dalla mia cucina e tu te ne sei appropriato>>
Sollevo gli occhi al cielo, afferrando un'altra valigia, per poi sistemare al suo interno gran parte dei miei innumerevoli libri.
<<È proprio necessario? Sono tantissimi>> spalanca gli occhi alla vista dei numerosi volumi, sollevando il sopracciglio sorpreso.
<<Amo leggere e ti conviene non aggiungere altro>> lo minaccio, chiudendo le mie grosse valigie a fatica, costretta perfino a sedermi sopra per fare pressione.
<<Finito?>> domanda sollevato, facendo per sollevarsi dal letto e sgranchirai le gambe.
<<No, manca il mio zaino>>
Immagino i suoi occhi sollevarsi al cielo, senza aver bisogno di guardarlo, sentendo però un profondo sbuffo sancire il suo dissenso.
<<Come credi che riuscirai a portare tutte queste cose?>> mi domanda, incrociando le braccia al petto.
<<Infatti non c'è alcun problema, dal momento che sarai tu a portarle>> ribatto ovvia <<E con il teletrasporto non sarà affatto difficile>> aggiungo, scrollando le spalle come se niente fosse.
<<Come fai a saperlo?>>
<<Semplice, come faresti se no a viaggiare da un mondo ad un altro, come mi hai detto prima?>> replico con la prima scusa che mi viene a mente, portando lo zaino sulle spalle e voltandomi verso di lui, picchiettando l'indice sulla tempia sinistra, come a fargli intendere che io, al contrario suo, ragiono.<<Perfetto, ora possiamo andare nel tuo appartamento, ma non farti idee strane: non sei il mio tipo e non dormirò con te>> puntualizzo, con una smorfia ben pronunciata.
<<Tranquilla principessa, per quanto tu sia bella, saremo solo amici io e te>> dice sicuro di sé, ricevendo da parte mia uno sguardo assassino.<<Cosa te lo fa pensare?>> chiedo offesa. So che posso apparire incoerente, ma non penso proprio che riuscirei a vedere un ragazzo come lui in tal modo, però sentirsi dire una frase simile suscita fastidio. Sono così strana?
A parte il fatto che lo hai colpito con una padella e minacciato con un coltello, no.
<<L'Acqua e l'Aria hanno da sempre un rapporto amichevole, mentre con il Fuoco l'ambiente che si crea è cinico e scostante>> mi spiega, alludendo agli Elementi da cui discende, per poi allungare le mani difronte a se e muoverle circolarmente.<<Stai bene?>> domando, incaricando un sopracciglio e osservandolo come se d'un tratto avesse perso la testa.
Poco dopo però il cerchio composto dalle sue mani diviene visibile ed io, senza alcuna possibilità di scelta, vengo risucchiata al suo interno.
Sento il mio corpo vagare da una parte all'altra, scontrarsi ripetutamente con una superficie a me non visibile: provo ad aprire gli occhi più e più volte, ma quando finalmente riesco, una luce accecante mi impedisce di vedere cosa accade.
La transizione pare durare pochi istanti, fin quando non cado su una superficie dura, sbattendo pesantemente la testa.
Appena riesco ad aprire le palpebre, vedo tutto intorno a me vorticare, la luce di poco prima sembra essere stampata nella mia mente, che la proietta, come un perpetuo ricordo, su ogni oggetto presente.
Sento un conato di vomito risalire lungo la mia gola, ma cerco di trattenerlo a tutti i costi.
<<Stai bene? È da venti minuti che sei distesa sul pavimento>> mi fa notare una voce vagamente familiare.
Venti minuti?
Mi sforzo di sollevarmi e, quando riesco a ruotare lentamente il capo, trovo Ryan seduto su uno sgabello, con un sorriso prepotente sul volto.
Scruto superficialmente la cucina e il bancone alle sue spalle, per poi tornare sulla sua immagine.
<<Dove siamo?>>
<<È il mio appartamento, te l'avevo detto che saremo andati qui>> mi risponde.
<<Mi aspettavo qualcosa di diverso, invece è un luogo così umano e scialbo da farmi rimpiangere di essere venuta>> commento, ancora nauseata.La testa smette lentamente di vorticare nello spazio, quindi mi alzo, dirigendomi a passo lento verso uno sgabello al suo fianco.
Mi lascio scappare uno sbadiglio, quando, dopo aver posato i gomiti sul ripiano, mi prendo la testa fra le mani, chiudendo gli occhi dalla stanchezza.
<<È stato tremendo>> mi lamento, scatenando la sua ilarità.
È da tanto tempo che non utilizzo certi mezzi e non mi erano mancati affatto, se devo essere sincera.
<<Cosa c'è da ridere? Mi domando solo cosa fosse quella luce>> mi lamento, strofinando gli occhi con le mani, nel tentativo di cancellare quell'immagine.
<<Una luce?>> domanda, smettendo improvvisamente di ridere.
Spalanco gli occhi, rendendomi conto delle parole appena pronunciate, ma ringraziando mentalmente il cielo per non aver citato il color grigio intenso della luce: ogni essere vivente a seconda della sua natura ha una visione differente.
Decido di non rispondere alla sua domanda, fingendo di non aver sentito o di non dare così tanta importanza a questo dettaglio.
Il suo sguardo confuso e pensieroso mi porta a picchiettare il piede contro il bancone ripetutamente, alla ricerca di un metodo per distrarlo.
<<Dove sono gli strumenti di cui mi hai parlato?>> domando, intrecciando i miei capelli alla francese e guardandomi intorno con finto interesse.
<<Sono nascosti, Luxor potrebbe trovarli e farne cattivo uso>> scuote il capo, come per allontanare un pensiero.
<<Chi è Luxor?>>
<<È il sovrano di uno dei sei mondi, la principale minaccia per voi Elementi oggigiorno, ma te ne parlerò più avanti>> risponde brusco, facendomi intendere di aver toccato un tasto delicato.<<Devo avvertire i miei affidatari>> svio l'argomento, storcendo il naso con dissenso.
La nostalgia dei miei genitori si fa sentire ogni giorno di più, pressata dal costante senso di colpa, per aver permesso che tutto ciò accadesse e mi portasse via da loro.
Ho tanti rimpianti, così tanti da non trovare mai niente di positivo in me: sono fermamente convinta di dovermi nascondere, di dover celare ogni parte di me, la quale ogni qual volta porta solo dolore.
Io porto sofferenza, rancore, delusione e soprattutto morte.
<<Si sono già scordati di te>> commenta, prendendo una bottiglietta d'acqua fresca dal frigorifero come se niente fosse.
<<Cosa?>> domando confusa.
<<Mi sono occupato di loro prima di raggiungerti dolcezza, non fare quell'espressione contrariata>> solleva gli occhi al cielo come suo solito <<Mi domando solo chi siano i tuoi veri genitori: ho fatto qualche ricerca sul tuo conto, ma non ho trovato assolutamente niente e questo mi fa pensare>> lascia la frase in sospeso, forse aspettandosi qualche chiarimento, che da parte mia non riceverà mai.
Detesto il pensiero che qualcuno possa fare ricerche sul mio conto, soprattutto visto il rischio che correrei nel rivelare chi sono.
C'è chi mi cerca in lungo e in largo da anni ormai, sperando di sfruttarmi a suo piacimento. Non gli permetterò di scoprire qualcosa, nessuno verrà mai a saperlo, è un mio segreto: non posso permettere di soffrire ancora, non posso lasciare che le persone a cui tengo si facciano male.
<<Gli Elementi non possono avere legami genetici con la magia, dunque i tuoi genitori biologici non possono essere né Discendenti, né tantomeno provenire da altre dimensioni>> mormora <<O perlomeno, questa è sempre stata l'ipotesi più accolta dal consiglio, senza averne però alcuna conferma>> aggiunge pensieroso.
Quando parla sembra sempre alludere a qualcos'altro, come se lui avesse risposte, che gli altri neanche immaginano.
Come posso fidarmi di qualcuno, che già dal principio pare celare così tanti segreti? Una voce nella mia testa mi ricorda che ci vorrebbe davvero poco per sapere ogni cosa, per entrare nella sua mente e strappargli i ricordi, il sapere, i pensieri, ma la mia testardaggine mi costringe a rimanere con i piedi per terra, ad allontanare ogni traccia che possa condurre a me.
<<In caso contrario potresti essere molto di più, ma anche questa è solo un'ipotesi>> ripete, scaturendo in me maggiore agitazione.
Annuisco impercettibilmente, posando la testa sul ripiano come se improvvisamente desiderassi un momento per me.
<<Non mi sento bene, vorrei riposarmi se non ti dispiace>> sospiro, pronta ad allontanarmi da lui.Possibile che la mia vita debba essere così complicata e imprevedibile? Non sono nata sotto una buona stella, il male governerà sempre il mio animo senza alcuna via di scampo, ormai lo so, ci ho fatto l'abitudine.
Spazio Autrice:
Buonasera cari lettori, ricordate di lasciare una stellina e un commento su cosa nel pensate del capitolo.
Come vi chiamate?
-Asia.
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Elements: I Prescelti
FantasyINIZIO: 01/06/19 FINE:29/12/21 Ringrazio @Koaluch per la copertina! *Crystal è una ragazza di sedici anni, con un carattere un po' pazzo ed esuberante. Ogni notte, dalla sua tenera età, è vittima di terribili incubi colmi di sangue, grida, dolore e...