Ritratto

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Già dal primo giorno che lo vidi, all'età di sei anni, capii che sarebbe stato importante per me, anche se non riuscivo a concepirne chiaramente la ragione. Era una sensazione...E basta. Un po' come quando so che qualcosa sta per accadere e puntualmente è così. E' molto strano, perché non ricordo come riuscii a fare amicizia, rammento soltanto i primi momenti che ho cominciato a passare insieme a lui, quelli sì, molto chiaramente. Non so più quante volte ci saremmo buttati nella fontana del Valentino anche se era vietatissimo, per non parlare di tutte le volte che ci portavamo al parco delle merende che potevano fare invidia ai pranzi luculliani, oppure ogni qual tanto che lui mi cedeva i doppioni delle carte dei Pokemon e sembrava che lo stessi svaligiando, difatti ogni volta sua nonna mi guardava malissimo. Mi ricordo anche di quella volta che avevo disegnato un gatto ( e mi sentivo un genio dell'arte ) e glielo avevo messo sotto il naso tutto fiero. Un certo Lùcian, permettetemi il termine, un vero stronzo, aveva guardato anche lui il disegno e aveva detto che faceva schifo. Quindi mi ricordo anche come lui, il mio migliore amico, avesse aperto un dibattito sul fatto che invece avevo disegnato benissimo. Adesso frequento il liceo artistico. Comunque, io e lui siamo amici ancora adesso, non siamo cambiati una virgola. Se ci penso, l'unica differenza è che siamo cresciuti in altezza, per il resto siamo rimasti a circa dieci anni fa, due bambini. Due otaku, senza la minima idea per il futuro, con interessi evanescenti. Un giorno vogliamo fare gli esploratori anche con tuoni e lampi, il giorno dopo, anche se c'è il sole che spacca le pietre, non ci schiodiamo dal divano. A proposito, forse adesso dovrei alzarmi dalla poltrona...Puzzo, ho i capelli disordinati e misteriose macchie di sugo personalizzano la mia maglia. No, non ce la faccio, fa troppo caldo, ho troppo sonno, non mi alzo. Una volta presa la mia decisione, decido di convivere con il mio odore ancora per un'oretta, quando arriva mia madre che mi dice : < il tuo amico è venuto a farti visita >. Così, con una calma apparente, alzo lentamente il culo dalla soffice poltrona. Sarà venuto a riprendersi il CD che mi ha prestato tre mesi fa ? Mhm...Forse si è accorto che i compiti di matematica che gli ho passato sono stati sparati tutti a caso? Acc, forse si è accorto che c'è una piccola piega sul manga che mi aveva dato...Con tutti questi dubbi mi avvio alla porta, bradipesco come pochi. < Uff, ce ne hai messo di tempo ! Sbrigati, oggi andiamo al campo. Ho qui con me le crocchette che avevamo preso l'altra volta > mi dice sulla porta d'ingresso. Il campo ? Mhm...Forse mi sono perso qualcosa. < Mhm...Che bisogna fare al campo ? >. Egli mi guarda estremamente perplesso, poi quella perplessità si trasforma in una smorfia di fastidio. < Non ti ricordi che ci eravamo accordati per dare da mangiare a Niki ?! > esclama tutto d'un tratto. < Ah già, cazzo, è vero : Niki ! Aspetta, mi faccio una doccia veloce e arrivo...>. Quello mi prende un lembo dei pantaloni, quando si para davanti a me. < Non c'è tempo, vieni così ! Tanto non dobbiamo andare in centro Torino per negozi ! E poi non usare quel linguaggio volgare ! >. < Va bene capo...Però puzzo davvero troppo > provo a dire io per convincerlo a non farmi andare via come uno scappato di casa. < Tanto ci sono abituato >. Alla fine, senza né chi, né come, vengo trascinato lungo il sentieretto intricato che dovrebbe condurre al campo. Quello è fottuto come sentiero. Innanzitutto ci sono certi rovi che hanno spine lunghe anche tre o quattro centimetri, fronde d'alberi e liane che ti sbarrano la strada e zanzare, odiosissime ...Zanzare. Con un po' di fatica cerco di tenere il suo passo, anche se è davvero difficile. Egli è abituato a camminare su stradine accidentate perché ogni domenica va a camminare con i suoi per i boschi. Io invece sono più da poltrona e computer, anche se mi diverto ad andare al campo con lui. Dopo circa un chilometro, la strada comincia a farsi sempre più larga, le foglie lasciano il posto a quello che sembra un paesaggio un po' spoglio, sul primo momento. Man mano, però, delle spighe dorate e dei papaveri rossi vengono meglio messi a fuoco dai miei occhi. Ormai in mezzo al campo, cominciamo a chiamare Niki a gran voce, fin quando, dopo alcuni minuti, non si fa sentire con un profondo abbaio. Niki è una femmina di Pastore Tedesco che vaga per questi boschi. In parole povere, è un cane randagio. < Ahah, eccoti ! >.


Nota : nonostante la storia sia ambientata in Italia, lo stile da anime giapponese si vede proprio tanto XD.

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