Alla fine ci rincorriamo per tutta la casa, mentre grido : < ladro di panini! >. Ros, appena raggiunge il bracciolo del divano, si gira verso di me e mi fa la linguaccia. < Ahahah, ti sta bene. Questo è per tutte le volte che svaligi il mio, di frigo >. A quel punto parto di nuovo all'inseguimento fin tanto che il mio piede non va a sbattere contro il pallone da calcio di mio fratello minore. Dannato pallone, proprio lì doveva stare? Glielo dico almeno 100 volte al giorno di ritirarlo, anche se poi anch'io lascio le cose in giro... Non faccio in tempo a far scorrere tutti questi pensieri che cado appena sulle gambe di Ros, di conseguenza finiamo a terra come dei salami. < Accidenti, meno male che c'eri tu a fare un po' da cuscino > gli dico ancora sopra di lui. < Già, peccato che il mio osso sacro non la pensi allo stesso modo! Quindi, che ne dici di spostarti ? > mi chiede quello mentre cerca ancora di nascondere il panino. Che decoccio, quando s'impunta...E tutto questo solo per un panino, pensa altre cose! Così gli sorrido in modo un po' maligno e lo blocco ancora di più. < Ma perché spostarmi quando posso prendere il tramezzino direttamente da qua? >. < Cos...? Non te lo lascio proprio! > esordisce divincolandosi come...Mhm, una persona che si divincola. Pensandoci bene, in verità, mi eccita un po' il fatto di essere sopra di lui... È una cosa normale ? Così decido di essere il primo a scansarsi e alla fine gli dico di mangiare pure i tramezzini. Ros, vedendo il mio cambio repentino mi chiede se c'è qualcosa che non va ed io cerco di dire che non è niente, sperando di essere convincente. Ad un certo punto sento qualcosa di metallico colarmi giù dal naso. Vado in bagno e noto che è sangue... Non mi era mai capitato. La prof di scienze dice che viene provocato da non mi ricordo più dalla mancanza di cosa... Ma io non ascolto molto le lezioni, quindi non mi ricordo cosa. Dopo essermi ripulito esco dal bagno con qualche fazzoletto, non si sa mai che ricapiti. < Eccoti...Tutto a posto? Ti ho visto partire di corsa! > esclama mentre sta ancora mangiando quella roba. < Sì, sì non ti preoccupare > gli dico con una specie di sorriso per tranquillizzarlo. Il giorno dopo, come stabilito, ci incontriamo al parco del nostro paesello, che conta all'incirca 5000 abitanti, difatti c'è solo dalla prima elementare alle medie, per andare alle superiori dobbiamo prendere il pullman. Chiusa questa parentesi, mi siedo ad aspettare vicino ad un tavolo da pick-nick e alzo gli occhi al cielo... Quell'azzurro è talmente intenso da farmi male agli occhi, allo stesso tempo dona una certa serenità. Passano 20 minuti e Ros ancora non arriva. Che poi è curioso il suo nome... Ros. Pensare che sua madre era convintissima che sarebbe stato una femmina, quando invece scoprirono che era un maschio. Quindi, in pratica, aveva solo tolto la A a Rosa. A volte, per prenderlo in giro, lo pronuncio come se fosse Rose, la protagonista del film Titanic. Dopo un po' giro la testa e vedo una macchia rossa in lontananza, capisco che è lui. Veste quasi sempre di rosso. Gli vengo incontro a metà strada. < Finalmente! Quando pensavi di arrivare, domani ?! >. Ros mi rivolge un sorriso d'urbans, quando si dirige subito al tavolino dove stavo seduto poco tempo fa. Non ci credo, dalla borsa tira fuori... Gli scacchi !! < Non dirmi che hai portato gli scacchi?! E sono di vetro! Hai rischiato molto portandoteli dietro ! > esclamo io perplesso. Ros mi guarda in modo deciso, quando punta il dito al cielo. < Oggi... Vincerò io >. Dovete sapere che per un po' ci eravamo appassionati di scacchi, così quasi ogni giorno ci incontravamo per giocarli. Solo che lui non ha mai vinto una volta, al massimo al massimo pareggio. < Ahahah, non dirmi che ci stavi ancora pensando? E poi, se volevi giocare a scacchi, potevamo stare a casa > gli spiegai io mentre mi sedevo sulla panchina. < Non oggi, mio caro. Non oggi. Tutto il mondo deve sapere come verrai battuto... E poi qui si sta più al fresco, sotto gli alberi. Preparati, perché mi sono allenato duramente, in segreto! >. Sembra essere molto sicuro di sé, in effetti. Quello che mi piace di più di lui, insieme a mille altre cose, è il suo essere così eccentrico e anche un po' infantile. Molte cose da fare le decide lui, sennò io sarei sempre attaccato davanti al computer. < Ovviamente, dobbiamo decidere un pegno per colui che perde > dice all'improvviso. La cosa si fa interessante, è più bello giocare se uno ha qualcosa che potrebbe perdere. < Del tipo? >.
Ho voluto essere innovativa...Sì, siamo in Italia, ma perché mettere i personaggi a Roma o Firenze quando posso piazzarli in un paesello dimenticato da Dio ? xD
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Nobody's like you ( boys love )
RomanceDue amici che ne combinano di tutti i colori, due sentieri intricati, due barche in mezzo al bosco...